Dopo Minnesota Timberwolves (4-0 contro i Suns), Denver Nuggets e Oklahoma City Thunder, che superano rispettivamente Lakers e Pelicans, si qualificano al secondo turno dei playoff NBA anche i Boston Celtics. Questi ultimi archiviano la pratica Miami Heat in appena cinque gare e vendicano la sconfitta dello scorso anno in Finale di Conference. In quell’occasione, la franchigia della Florida si impose in gara-7, ma quest’anno, complici le assenze di Jimmy Butler e Terry Rozier, non ha mai dato l’impressione di potersela giocare ad armi pari con i biancoverdi.
La vittoria per 111-101 in gara-2 in quel di Boston, con ben 23 triple a referto su 43 tentativi e cinque giocatori in doppia cifra per gli ospiti, non ha minato gli equilibri di una serie già segnata. A Miami, infatti, i Celtics hanno imboccato nuovamente la strada di gara-1, conclusasi sul +20 (114-94) e con ben sei giocatori su otto in doppia cifra, stravincendo entrambe le partite disputate al Kaseya Center (104-84 in gara-3 e 102-88 in gara-4). Boston ha poi chiuso i conti in gara-5, davanti ai propri tifosi.
Jrue Holiday, Al Horford e, sullo sfondo, Jayson Tatum e Sam Hauser in gara-4. (Fonte: Boston Celtics).
Un 118-84 (25 punti a testa per White e Brown, 17 per Hauser in uscita dalla panchina) che mette in evidenza le enormi difficoltà dei Miami Heat, incapaci di ripetere la clamorosa cavalcata dal play-in alle Finals. Un’impresa, quella dei ragazzi di coach Erik Spoelstra, frutto dello spirito di squadra e delle doti da condottiero di Jimmy Butler, grande assente dei playoff 2024 a causa di un infortunio al ginocchio destro rimediato durante la sfida del play-in con i Philadelphia Sixers.
Senza il classe ‘89, non è bastato il contributo di Tyler Herro (doppia doppia da 24 punti e 14 assist in gara-2), Bam Adebayo (autore di almeno 20 punti in tutte e cinque le partite della serie), Caleb Martin (21 punti con 5/6 da tre in gara-2 e 18 punti con 4/8 da dietro l’arco in gara-4), Jaime Jáquez Jr. e Nikola Jović (tre partite in doppia cifra per entrambi). Deludente e non poco, invece, l’apporto di Duncan Robinson, che non va oltre i 2.8 punti a partita col 31% al tiro e il 27% dalla lunga distanza.
Il 4-1 finale, però, denota anche e soprattutto la forza della squadra di Joe Mazzulla, che dopo un’ottima regular season, conclusa al primo posto a Est col miglior record della lega (64-18), hanno un unico obiettivo: tornare a vincere l’anello, che manca nella propria bacheca dal 2008. L’arma in più di Boston è senza alcun dubbio un gruppo compatto e coeso, i cui componenti antepongono il bene della squadra a tutto.
Derrick White, l’arma in più dei Boston Celtics coi Miami Heat: per lui 38 punti in gara-4 e 22.4 di media nella serie. (Fonte: Boston Celtics).
Gli All-Star Jayson Tatum e Jaylen Brown non entusiasmano (grandi difficoltà al tiro per il primo, pochi acuti per il secondo, a parte i 33 punti segnati in gara-2), così come Kristaps Porziņģis, infortunatosi in gara-4. A finire sotto i riflettori è Derrick White, che oltre a garantire il solito contributo determinante nella metà campo difensiva offre prestazioni da incorniciare in attacco. L’ex Spurs sigla 20 punti con 6/10 dal campo e 4/8 da tre in gara-1 e va in doppia cifra nelle successive due partite (13 punti in gara-2 e 16 in gara-3).
La partita che rende White l’MVP della serie è gara-4, in cui mette a referto ben 38 punti, career-high ai playoff, senza tiri liberi (15/26 al tiro e 8/15 dalla lunga distanza) e risulta l’unico giocatore, oltre al sopracitato Brown e compresi gli avversari, in grado di toccare quota 30+ punti in una singola partita della serie. In gara-5, il classe ‘94 non è stato affatto da meno, segnando 25 punti con 8/13 dal campo e 5/10 da tre.
Selezionato con la ventinovesima scelta al Draft 2017 dai San Antonio Spurs, White è quel profilo che farebbe comodo a qualsiasi squadra, sia per le sue incredibili abilità difensive (1.2 stoppate per partita quest’anno, nessuno come lui tra le guardie) che per la capacità di fare la differenza nei momenti che contano e di essere sempre pronto a gettare il cuore oltre l’ostacolo per i propri compagni. Caratteristiche e qualità che si sposano appieno con la filosofia di squadre storiche e vincenti come San Antonio Spurs e, appunto, Boston Celtics, di cui è sempre più un perno insostituibile.
Bam Adebayo, miglior realizzatore dei Miami Heat in questi playoff con 22.6 punti di media in cinque gare. (Fonte: Miami HEAT).
I Boston Celtics giocheranno la semifinale di Conference per la settima volta negli ultimi otto anni e affronteranno la vincente della sfida tra Cleveland Cavaliers e Orlando Magic, con i primi attualmente avanti per 3-2 nella serie. I Miami Heat, dal canto loro, devono fare i conti con la prima eliminazione al primo turno dei playoff NBA dal 2021. La squadra di Spoelstra si appresta a programmare un futuro incerto. Se è vero che gli Heat l’anno prossimo avranno ancora sotto contratto praticamente tutto il roster, eccezion fatta per pochi elementi di contorno, è pur vero che la situazione salariale rende loro molto difficile muoversi sul mercato per rinforzare un roster che non può non avere l’obiettivo di vincere.
Non è da escludere qualche sacrificio degno di nota (Herro?) per affiancare a Butler e Adebayo elementi che possano colmare i tanti vuoti che hanno penalizzato Miami nel corso di questa stagione. Se nel recente passato la franchigia della Florida non ha affondato il colpo per una stella via trade – Damian Lillard e James Harden, tra i tanti nomi accostati a Miami e poi finiti altrove – quest’estate le cose potrebbero cambiare.
Oltre a Herro, potrebbe partire anche Duncan Robinson, che il prossimo anno sarà a libro paga per quasi 19 milioni e mezzo, così come Terry Rozier non può dirsi sicuro della permanenza. L’ultimo arrivato in casa Heat non ha mai convinto del tutto e ha saltato i playoff per infortunio. Oltre a ciò, l’ex Charlotte Hornets ha un contratto importante (25 milioni di dollari nella prossima stagione, poco meno di 27 nel 2025-2026).
Dennis Izzo
Fonte foto in evidenza: Bleacher Report
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