“Rovazzi derubato in diretta”, “Immigrato ruba cellulare a Rovazzi durante una live su Instagram”. Questi solo alcuni dei titoli che hanno inondato i social in questi giorni… se non fosse che nessun cellulare è stato realmente rubato e nessun immigrato è stato coinvolto nella vicenda. Era tutta una trovata pubblicitaria di Fabio Rovazzi per promuovere il suo nuovo singolo in featuring con Il Pagante, “Maranza”.
È il 12 maggio, una domenica come le altre, quando Rovazzi avvia una live su Instagram. Niente di straordinario, una semplice diretta seduto a un tavolo all’esterno di un locale milanese. Di punto in bianco, mentre risponde a una domanda di un follower, il telefono gli viene strappato via dalle mani da un passante, che inizia a correre senza avere nemmeno l’accortezza di chiudere la diretta, che è rimasta quindi attiva durante la sua fuga.
Delle immagini surreali che fanno subito il giro dei social, e non solo. Anche i principali quotidiani e telegiornali nazionali hanno riportato la notizia, cogliendo l’occasione per mettere in evidenza il problema della sicurezza che ormai da tempo attanaglia Milano. Insomma, lo sfortunato incidente di Rovazzi è stato assunto come un chiaro segno che i borseggiatori di Milano non fanno sconti a nessuno, nemmeno alle celebrità.
Pochi giorni dopo, però, arriva la confessione del cantante: era tutta una trovata per promuovere il suo nuovo singolo in collaborazione con il duo il Pagante, “Maranza”, che uscirà il prossimo 15 maggio.
Con questa trovata Rovazzi ha fregato proprio tutti, anche i TG. Non solo tutti i principali quotidiani del paese hanno parlato di questo fantomatico furto, ma il TG5 ha persino deciso di dedicargli un’intero servizio. “Criminalità e violenza a Milano: dalla terribile aggressione quattro giorni fa a un agente di polizia al cellulare rubato al cantante Fabio Rovazzi durante una diretta social“. Questo il titolo del servizio andato in onda il 13 maggio, giorno immediatamente successivo al “furto”.
Come se non fosse abbastanza, alcuni politici hanno colto l’occasione per “strumentalizzare” la vicenda, sparando a zero contro Beppe Sala. È il caso dell’europarlamentare della Lega Angelo Ciocca, che in un tweet ha chiamato in causa il sindaco di Milano, accusandolo di “dormire” di fronte ad episodi del genere (ormai all’ordine del giorno), e chiamando il capoluogo lombardo “la capitale delle incazzature”.
A Milano un maranza ha rubato il telefono a Fabio Rovazzi durante una diretta Instagram. Capite cosa intendevo quando Milano non è la capitale economia di questo Paese, ma la capitale delle INCAZZATURE?? Sala dorme e scarica sul governo. Facile così. pic.twitter.com/pUce2gAMi7
— Angelo Ciocca (@AngeloCiocca) May 12, 2024
Non si parlava cosi tanto di Rovazzi forse dal 2016, anno in cui uscì la sua hit Andiamo a Comandare, diventata un vero e proprio tormentone grazie al suo balletto, in i tempi in cui TikTok e i suoi balletti virali erano ancora ben lontani. Da allora i successi non sono mancati: l’ultimo “La discoteca italiana” con Orietta Berti, a cui si sono aggiunte anche diverse partecipazioni televisive. Ma, dal 2016 ad oggi, non c’era più stato così tanto hype intorno al cantante.
Quindi si, la campagna è andata a buon fine se si vuol prendere per buona la filosofia “anche male purché se ne parli”. Ma a che prezzo?
Per avere una risposta basta fare un breve giro sui social: tutti contro Rovazzi. Chi parla di “procurato allarme”, chi accusa Rovazzi di aver “rubato” spazio mediatico a vicende realmente importanti, chi ancora lo condanna per aver lucrato su un fenomeno tristemente attuale, che ogni giorno colpisce decine di persone. C’è chi addirittura chi vorrebbe procedere per vie legali.
Il cantante risponde così alle critiche: “Ho pensato ad un’idea divertente di marketing da utilizzare per lanciare in maniera inusuale l’uscita del mio brano con Il Pagante, senza preventivare che questo potesse creare un cortocircuito mediatico così ampio”.
Che la campagna sia sbagliata da capo a coda o che Rovazzi abbia sbagliato solo il tempismo, una cosa è certa: sta volta l’ha fatta grossa. Ora bisognerà vedere se tutto questo hype si convertirà in ascolti, dopo aver inevitabilmente “macchiato” la reputazione del cantante milanese.
Alice Maria Reale
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Nata a Catania nel lontano 2002, la piccola Alice si è sempre distinta per la sua risolutezza e determinazione.
Dopo aver deciso di voler diventare un’archeologa, poi una veterinaria e poi un’insegnante, si iscrive al Liceo Linguistico Lombardo Radice e scopre le sue due grandi passioni: la scrittura e le lingue straniere, che decide di coniugare iscrivendosi alla facoltà di Scienze e Lingue per la Comunicazione.