I Boston Celtics sono la prima squadra a qualificarsi alle Finali di Conference NBA, centrando il traguardo per il terzo anno consecutivo. La squadra di Joe Mazzulla, infatti, chiude la serie coi Cleveland Cavaliers in appena cinque gare, imponendosi per 113-98 in gara-5 davanti ai propri tifosi. Nulla da fare per i Cavs, che pagano l’assenza di Donovan Mitchell, out per infortunio nelle ultime due partite della serie, entrambe perse da Cleveland (106-93 in gara-3 e 109-102 in gara-4, con doppia doppia da 33 punti e 13 rimbalzi nella prima partita e da 33 punti e 11 rimbalzi nella seconda per Tatum e 28 e 27 punti per Brown).
Mitchell era stato il principale protagonista dell’unica gara vinta dai suoi, segnando 29 punti in gara-2 al TD Garden (118-94 per Cleveland). L’illusorio pareggio, peraltro arrivato in grande stile, non è bastato a riscrivere la storia. L’indisponibilità dell’ex Jazz (31.7 punti di media nella serie) ha complicato ulteriormente i piani dei Cavaliers, già costretti a fare a meno di Jarrett Allen. Al di là degli infortuni occorsi agli avversari, Boston ha dimostrato di avere almeno una marcia in più rispetto alle squadre incontrate finora, legittimando un approdo in Finale di Conference che rappresenta l’occasione ideale per tornare alle NBA Finals dopo due anni e rimettere le mani sul Larry O’Brien Trophy.
Al Horford, grande protagonista in gara-5 con una doppia doppia da 22 punti e 15 rimbalzi. (Fonte: Boston Celtics).
I Celtics non vincono il titolo NBA dal 2008 e dal 1987 ad oggi hanno perso tre delle quattro Finals disputate. Reduci da una regular season da ben 64 vittorie e appena 18 sconfitte (primo posto a Est col miglior record dell’intera NBA), Tatum e compagni hanno un unico obiettivo: arrivare fino in fondo e consegnare il diciottesimo anello ai Boston Celtics. Nella decisiva gara-5, il numero 0 sfiora la tripla doppia, mettendo a referto 25 punti, 10 rimbalzi, 9 assist e 4 palle recuperate. A prendersi la scena, però, è il veterano Al Horford, che a quasi 38 anni disputa la sua miglior partita in questi playoff, chiudendo con una doppia doppia da 22 punti, 15 rimbalzi, 5 assist, una palla rubata e 3 stoppate con 8/15 al tiro e 6/13 da dietro l’arco.
Il classe ‘86, dunque, non fa rimpiangere la pesante assenza di Kristaps Porzingis, fuori dalla serie del primo turno vinta 4-1 contro i Miami Heat. Boston manda altri quattro giocatori in doppia cifra (18 punti per Derrick White, 13 per Jrue Holiday e 11 a testa per Jaylen Brown e Payton Pritchard). Ai Cavaliers non bastano il career-high ai playoff NBA di Evan Mobley (33 punti con 15/24 dal campo) e i 25 punti con 10/13 al tiro e 5/6 da tre in uscita dalla panchina dell’ex di turno Marcus Morris.
La gioia di Tatum e Brown, pronti a disputare le Finali di Conference per la quinta volta da quando giocano insieme in NBA. (Fonte: Boston Celtics).
Cleveland esce al secondo turno per la prima volta dal 2010, disputando così i suoi migliori playoff dal 2018. Tra il 2018-2019 e lo scorso anno, infatti, la franchigia dell’Ohio non era mai andata oltre il primo turno, mancando i playoff NBA per tre stagioni di fila dopo l’addio di LeBron James. Boston, dal canto suo, affronterà la vincente dell’altra semifinale di Conference, quella tra New York Knicks e Indiana Pacers, con i primi attualmente in vantaggio per 3-2.
Negli scorsi sette anni, i Celtics hanno disputato in ben cinque occasioni le Finali di Conference, perdendo contro i Cleveland Cavaliers nel 2017 (4-1) e nel 2018 (4-3) e contro i Miami Heat nel 2020 (4-2) e nel 2023 (4-3). L’unica vittoria dei biancoverdi risulta quella per 4-3 contro Miami nel 2022, anno in cui la franchigia del Massachusetts si arrese alle Finals contro i Golden State Warriors. Un solo titolo NBA vinto negli ultimi 37 anni è un bilancio tutt’altro che positivo per una delle franchigie più prestigiose di sempre, nonché la più vincente in assoluto, a pari merito con gli acerrimi rivali dei Los Angeles Lakers (17 campionati NBA a testa). Sarà la volta buona per Boston?
Dennis Izzo
Fonte foto in evidenza: Boston Celtics
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Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.
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