La nascita di un bambino è sempre un lieto evento, soprattutto per la mamma, la cui esistenza viene colmata di gioia. Purtroppo, non per tutte le donne dopo il parto la felicità è il sentimento principale a causa della cosiddetta depressione post partum, la quale colpisce circa il 10-20% delle genitrici. Essa si sviluppa per gradi, partendo dal baby blues, sintomo mediante cui si manifesta una sorta di disagio interiore: oltre il 50-84% delle donne ne soffre, con un 20% che alla fine sviluppa la depressione port partum vera e propria. La terza fase, psicosi post parto (o psicosi puerperale), è la più pericolosa, poiché manifesta avvisaglie come il suicidio o addirittura l’infanticidio. Quest’ultima si dispiega dopo la depressione post partum. Il primo passo per sconfiggere questo nemico a volte innocuo è venire a conoscenza della sua esistenza. Di seguito, 7 modi per riconoscerla.
1) Qualsiasi donna può soffrire di depressione post partum, sia dopo aver dato alla luce il bambino, sia successivamente all’averne adottato uno, qualunque età esso abbia. Anche un uomo può soffrirne.
2) Il malessere può insorgere intorno ai 3-5 giorni dopo il parto e durare giorni, settimane, come anche mesi.
3) La depressione post partum può svilupparsi in seguito a fattori fisici, emotivi e allo stile di vita condotto. Secondo studi scientifici, anche costituenti genetici possono influire sulla sua genesi.
4) Allo stesso modo di ogni altro tipo di depressione, anche la suddetta può essere curata per mezzo di terapie, consulenza psicologica e sostegno: non bisogna, tuttavia, trascurarne mai l’eventuale presenza, ma chiedere immediatamente aiuto.
5) Quando una donna soffre di depressione post partum è solita scoppiare in lacrime più facilmente, risultare irritabile, non riuscire a dormire la notte, sentirsi triste e nervosa grazie a frequenti sbalzi d’umore. È importante, in ogni caso, effettuare dei controlli per non confondere la patologia in questione con la consueta sintomatologia che genera ogni parto.
6) Nonostante in molti pensino che una donna afflitta da depressione post partum non sia in grado di accudire un neonato, ci si sbaglia di grosso, dal momento che non si tratta di malattia mentale ma unicamente di un lunghissimo lasso di tempo tormentato da tensione psicofisica.
7) Per poter guarire è indispensabile, non solo, parlarne con un medico specializzato, ma altresì mantenere la calma. Il legame con il proprio figlio aumenta nel momento in cui la madre è serena: si suggerisce, pertanto, di dedicare almeno 15 minuti al giorno a sé stesse per non sentire gli effetti dell’affaticamento.
Mai lasciarsi abbattere da contingenze di questo tipo, giacché un bambino è sempre il regalo più bello e straordinario che la vita possa fare a due genitori. Essere colpiti da depressione post partum è quasi sempre accidentale, ma nel momento in cui non lo è perché si “rimpiange” lo stile di vita precedente, è fondamentale pensare al fatto che non è stato il bimbo a chiedere di essere messo al mondo, meritando, di conseguenza, tutte le attenzioni dovute.
Anastasia Gambera
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