Le regioni di tutta Italia, soprattutto quelle del Sud, da tempo devono fare i conti con il problema sempre più preoccupante della siccità. Il primato negativo della Sicilia attesta la gravità della situazione e conferma una necessaria corsa ai ripari.
Nel corso del 2023 la siccità ha investito l’intera Europa, provocando perdite non solo all’economia dell’agricoltura, ma generando problematiche anche legate alla sicurezza. L’estate dell’anno precedente è stata una delle più calde degli ultimi decenni e l’anomalo comportamento del fuoco ha provocato numerosi incendi soprattutto al Sud, dove le temperature hanno raggiunto i 52 gradi.
Oltre alla siccità estiva, a cui comunque si è più preparati, adesso anche nel periodo invernale tale problematica influenza l’economia e la gestione sociale delle comunità. Ci si trova dunque costretti ad affrontare difficoltà legate all’agricoltura e alla gestione idrica. Come ben sappiamo, le condizioni climatiche stravolte sono le cause primarie della siccità: con un aumento dai 8 ai 10 gradi rispetto alla media stagionale, le produzioni agricole hanno subito una devastazione senza precedenti e nelle grandi città il tasso di inquinamento è aumentato a causa dell’aria stagnante.
La questione inquinamento in relazione alle scarse piogge preoccupa soprattutto la Pianura Padana. Domenica scorsa la città di Milano è stata inserita tra le prime tre città più inquinate al mondo con un indice di 193, dietro a Lahore in Pakistan con 252 e a Dacca in Bangladesh con 249. La situazione risulta allarmante perché anche nelle regioni immediatamente vicine la situazione non sembra variare di molto, in quanto anche Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte, riportano dati similari. Oltre alle cause che conosciamo tutti, come il peso degli allevamenti e l’uso necessario dei riscaldamenti date le temperature, sicuramente la mancanza di piogge ha reso ancora più ingestibile la situazione. L’accumulo degli inquinanti, data anche la maggior densità della popolazione e del numero di industrie, è favorita dall’assenza di piogge che invece aiuterebbero a un ricambio dell’aria.
L’avanzamento della siccità da Nord a Sud preoccupa già da inizio anno l’ISPRA, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, che mostra come “indicatore di stato per il monitoraggio e il preallarme della siccità del Sistema Alto Cixerri al 31 gennaio 2024 sia stato di 0,13, corrispondente a uno scenario di severità idrica alta”. Per un’analisi più chiara dei dati, l’ISPRA divide lo stivale in sette differenti distretti idrografici, i quali servono a facilitare i possibili interventi da parte del governo e della gestione territoriale. I sette distretti riguardano: fiume Po, Alpi orientali, Appennino settentrionale, Appennino centrale, Appennino meridionale, Sardegna e Sicilia. Proprio in relazione a quest’ultimo distretto la situazione idrica risulta essere tra le più preoccupanti.
Secondo i dati dell’ISPRA la Sicilia presenta un tasso di siccità molto elevato. Tale situazione ha richiesto che il Presidente della Regione Schifani nei giorni scorsi dichiarasse lo stato di calamità naturale in tutto il territorio isolano. Già l’assessore all’agricoltura Luca Sammartino aveva avanzato tale proposta dopo aver valutato il quadro di richieste provenienti da agricoltori e allevatori sempre più in difficoltà. La regione si è espressa a riguardo affermando che la Sicilia “è l’unica regione d’Italia e tra le poche in Europa in zona rossa per carenza di risorse idriche”. Dunque si vede necessario “individuare possibili interventi strutturali da eseguire con urgenza per fronteggiare la carenza idrica, salvaguardare gli allevamenti zootecnici e le produzioni agricole garantendo sufficienti volumi d’acqua”.
L’assessore Sammartino, in seguito ad una riunione con Confagricoltura, Cia, Confcooperative, Legacoop e anche con i rappresentati della protesta dei trattori degli ultimi giorni, ha dichiarato la formazione di una task force per cercare di arginare le difficoltà sul territorio. Secondo le previsioni fatte su un medio e lungo periodo, sembrerebbe che la siccità potrebbe continuare anche nei restanti mesi invernali.
I dati meteorologici riportano ad oggi una mancanza di precipitazioni da ben otto mesi e tali condizioni mettono in difficoltà i laghi e gli invasi della regione. Il lago Fanaco, bacino artificiale sito nella zona centrale dell’isola in provincia di Palermo, presenta un livello d’acqua molto basso, tanto che le sponde sono visibili. A causa della grave crisi idrica, in generale la situazione siciliana per tutti gli invasi è sotto l’attenzione degli esperti per cercare di trovare una situazione il più velocemente possibile.
Nel palermitano l’emergenza idrica ha causato un abbassamento di tutte le sottoreti idriche della provincia, generando disservizi soprattutto ai piani alti delle abitazioni. La riduzione della pressione dell’acqua interessa moltissimi comuni che usufruiscono dello schema acquedottistico Scillato-Presidiana. I disagi risalgono solamente alla settimana alla scorsa e la situazione non sembra migliore nemmeno nelle altre province dell’isola, in cui si sta già parlando di utilizzare il medesimo provvedimento.
Fonte immagine in evidenza: Point
Alessia La Porta
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Nata a Taormina nel 2001 sotto il segno del toro che le ha conferito tanta pigrizia, ma anche caparbietà. Amante di tutto ciò che c’è di bello al mondo e delle belle lettere, dopo la maturità classica si è iscritta alla facoltà di lettere a Catania. Ha sin da piccola amato leggere e scrivere, passioni di cui non può fare a meno tanto da sperare un giorno di farne un lavoro. Sogna spesso troppo in grande, ma d’altronde, audantes fortuna iuvat, o no?