La Cop28 ha accettato, a Dubai, la bozza preparata dagli Emirati Arabi Uniti che sancisce ufficialmente una transizione dai combustibili fossili verso fonti rinnovabili.
All’interno del testo consegnato stamattina, mercoledì 13 dicembre, alla Conferenza delle Parti, gli Emirati Arabi si impegnano ad abbandonare progressivamente l’uso di combustibili fossili entro il 2050. Inoltre, all’interno della bozza di 21 pagine, vi è l’interesse e l’obiettivo di triplicare, entro il 2030, la capacità delle energie rinnovabili.
Un altro punto chiave del testo, è l’obiettivo di raddoppiare l’efficienza energetica per ridurre progressivamente l’uso dell’energia prodotta dal carbone. Infine, nella nota, si dichiara la volontà di ridurre le emissioni di biossido di carbonio (CO2) e metano entro il 2030, agevolando così il graduale taglio delle emissioni per quanto riguarda i trasporti su strada e dei sussidi per quanto riguarda i combustibili fossili.
Sull’importante traguardo raggiunto, si è espresso Sultan al-Jaber, presidente della Cop28 che ha detto: “Dal profondo del mio cuore, grazie. Abbiamo percorso insieme una lunga strada in un breve lasso di tempo. Abbiamo lavorato molto duramente per garantire un futuro migliore alla nostra gente e al pianeta. Dovremmo essere orgogliosi dei nostri risultati storici. Il mio paese, gli Emirati Arabi Uniti, è orgoglioso del suo ruolo nell’aiutarvi ad andare avanti”.
“Abbiamo presentato un solido piano d’azione per mantenere l’1,5°C a portata di mano” – ha aggiunto Sultan al-Jaber. “È un piano equilibrato che affronta le emissioni ed è costruito su un terreno comune. Si tratta di un pacchetto storico per accelerare l’azione sul clima. Molti dicevano che ciò non poteva essere fatto. Per la prima volta, per ridurre il metano e le emissioni, nel nostro accordo finale è presente un testo sui combustibili fossili”.
Il presidente, ha poi concluso il suo intervento dicendo: “Siamo ciò che facciamo, non ciò che diciamo. Dobbiamo trasformare questo accordo in un’azione tangibile. Se ci uniamo, possiamo avere un profondo effetto su tutto il nostro futuro. L’inclusione ci ha fatto andare avanti nei giorni difficili. Tutti sono stati ascoltati, dai popoli indigeni ai giovani fino al Sud del mondo. Abbiamo riformulato il dibattito sui finanziamenti per il clima. Abbiamo integrato l’economia reale nella sfida climatica”.
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