Svezia non è solo sinonimo di civiltà evoluta e di metropoli multiculturali, bensì anche – dato noto solo a pochi – di culla di un idioma considerato ormai morente, poiché parlato da soli 2500 abitanti, dei quali 60 sono bambini. Si tratta dell’elfdalian, lingua vernacolare nordica fra le più antiche del territorio, che risale ai tempi dei Vichinghi e che si è separata dallo svedese 1300 anni fa, sviluppando delle caratteristiche totalmente diverse rispetto a quest’ultimo, al punto da risultare oggi incomprensibile tanto per un nativo di Stoccolma quanto per uno della vicina Copenhaghen.
Le uniche similitudini esistenti sono collegate alla lingua norenna parlata proprio in epoca vichinga, cosa che rende la curiosità di linguistici e storici inesauribile: sono stati costoro, non a caso, ad organizzare più di una conferenza nella capitale danese per sensibilizzare quanti più cittadini possibili alla conservazione di tale idioma e per salvarla dall’estinzione. Lo stesso obiettivo persegue da trent’anni Ulum Dalska, un’associazione il cui manifesto prevede il riconoscimento dell’elfdalian come lingua ufficiale e il suo insegnamento nelle scuole. È grazie a tali sforzi, effettivamente, che l’impresa comincerà a diventare realtà a partire dal prossimo settembre: l’elfdalian, infatti, inizierà ad essere insegnato in una scuola della Svezia centrale, appartenente alla municipalità di Älvdalen, per volere del Comune e per l’orgoglio degli abitanti.
Älvdalen, sita nella Contea di Dalarna, è stato per secoli il cuore minerario e industriale della nazione, sebbene adesso si sia letteralmente svuotato: ciò comporta un orgoglio ancora maggiore da parte della popolazione locale, al pensiero che fin dalla scuola materna molti bambini della futura nuova generazione apprenderanno una delle lingue più vicine a quella elfica, il cui nome letteralmente significa “valle del fiume” – probabilmente, lo stesso fiume che scorre nella Svezia rurale di Älvdalen. Gli studenti proseguiranno l’apprendimento dell’idioma fino ai 18 anni, in modo tale da sviluppare delle competenze iprossime a quelle di una madrelingua, sebbene ad oggi sia poco probabile la designazione dell’elfdalian come parlata ufficiale di una minoranza. Accoglierla nei programmi scolastici, in ogni caso, è già un importantissimo passo compiuto contro la perdita di tale lingua: il resto, nel corso dei decenni, potrebbe venire da sé.
Eva Luna Mascolino
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