Mentre volge al termine una delle stagioni più travagliate della sua storia recente, il Chelsea guarda al futuro. Il club londinese ha perso il doppio confronto col Real Madrid dell’ex di turno Carlo Ancelotti nei quarti di finale di Champions League (2-0 per i blancos sia all’andata al Bernabéu che al ritorno a Stamford Bridge), è stato eliminato sia dalla FA Cup che dalla Carabao Cup, in entrambi i casi dal Manchester City, ed è attualmente undicesimo in Premier League (peggior piazzamento dal 1995-1996) a tre giornate dal termine, con la certezza aritmetica della salvezza ottenuta soltanto dopo la vittoria sul campo del Bournemouth lo scorso 6 maggio.
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L’era del nuovo proprietario Todd Boehly, dunque, è iniziata in maniera tutt’altro che memorabile, con ben due esoneri nel giro di pochi mesi – Tuchel a settembre, Potter ad aprile – e quattro allenatori in una sola stagione, ossia i due sopracitati più Bruno Saltor per una gara, pareggiata 0-0 in casa col Liverpool, e Frank Lampard ad interim per chiudere la stagione, ma soprattutto con una spesa, tra la scorsa estate e il mercato invernale, di ben 611 milioni di euro per sedici giocatori, molti dei quali giovanissimi e provenienti da altri campionati e soltanto tre presi da club di Premier League (Sterling, Wesley Fofana e Chukwuemeka).
Dopo aver dato il benservito a Thomas Tuchel, campione d’Europa nel 2021, che aveva iniziato la stagione con tre vittorie, altrettante sconfitte e un pareggio tra campionato e Champions League, il Chelsea si era affidato a Graham Potter, reduce da un’ottima esperienza col Brighton e pagato circa 23 milioni di euro per liberarlo dai Seagulls (nessun allenatore è stato mai pagato così tanto nella storia del calcio), con un contratto di cinque anni a 12 milioni di sterline l’anno che lasciava presagire che i Blues avessero intenzione di costruire un progetto a lungo termine col classe ‘75 al timone della squadra.
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L’avventura di Potter alla guida del Chelsea, invece, è durata appena 31 partite (12 vittorie, 8 pareggi, 11 sconfitte), col ko interno per 0-2 con l’Aston Villa dello scorso 1 aprile che è risultato fatale all’ex Brighton. Mentre Lampard, già allenatore del Chelsea dal 2019 al 2021, condurrà i Blues alla fine di una stagione decisamente da dimenticare (nel suo sin qui breve mandato, l’ex centrocampista dei londinesi ha raccolto ben sei sconfitte in otto partite, risollevandosi soltanto nelle ultime due gare), il club inglese ha scelto il nome dell’allenatore che darà il via al nuovo corso la prossima estate.
Nella lista inizialmente c’erano anche i nomi di Julian Nagelsmann, recentemente esonerato dal Bayern Monaco e sostituito proprio da Thomas Tuchel, e Luis Enrique, pronto a tornare alla guida di un club dopo tre anni sulla panchina della Nazionale spagnola, ma entrambi si sono defilati. La scelta è così ricaduta su Mauricio Pochettino, che si appresta a tornare in pista dopo un anno sabbatico. Il profilo dell’argentino ha convinto i Blues, trattandosi di un allenatore che ha già dimostrato il proprio valore in Premier League tra Southampton (ottavo posto in campionato nel 2013-2014) e Tottenham (2014-2019, con una finale di Coppa di Lega, una di Champions League e un secondo posto in campionato tra i risultati maggiormente degni di nota).
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Sfumato il ritorno agli Spurs, Pochettino diventerà il quinto allenatore a sedersi sulle panchine di Tottenham e Chelsea, dopo Glen Hoddle (dal 1993 al 1996 allenatore dei Blues, dal 2001 al 2003 alla guida degli Spurs), André Villas-Boas (alla guida del Chelsea dall’estate 2011 a marzo 2012 e del Tottenham dal 2012 al 2014), José Mourinho (vincitore di otto trofei coi Blues in due distinte esperienze, la prima dal 2004 al 2007, la seconda dal 2013 a dicembre 2015, e capace di portare gli Spurs in finale di Coppa di Lega nel suo mandato dal 2019 al 2021) e Antonio Conte (campione d’Inghilterra e vincitore di una FA Cup col Chelsea, allenato dal 2016 al 2018, e alla guida del Tottenham dal 2021 allo scorso 26 marzo).
51 anni compiuti lo scorso 2 marzo, Pochettino torna ad allenare dopo l’esperienza contrassegnata da alti e bassi al Paris Saint-Germain, con cui in un anno e mezzo, tra gennaio 2021 e luglio 2022, ha vinto Ligue 1, Coppa di Francia e Supercoppa francese, non riuscendo però a far compiere il salto di qualità ai parigini in Champions League (sconfitta in semifinale col Manchester City nel 2021 e agli ottavi col Real Madrid l’anno seguente) e perdendo il campionato al primo anno per mano del Lille, la Supercoppa francese proprio con Les Dogues e gli ottavi della coppa nazionale col Nizza nel corso del suo secondo e ultimo anno sulla panchina del club della capitale francese, prima dell’esonero e della sostituzione con Christophe Galtier.
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Per lui, dietro l’angolo, c’è una nuova sfida, tanto affascinante quanto insidiosa: riportare in alto il Chelsea, reduce dalla sua peggior stagione degli ultimi ventisette anni. L’argentino ha firmato un contratto di anni a milioni annui coi Blues, dove avrà modo di allenare il connazionale Enzo Fernández, centrocampista campione del mondo con l’Albiceleste, e potrebbe ridare una nuova chance in quel di Londra a Romelu Lukaku, attualmente in prestito secco all’Inter. Il centravanti belga tornerà a Stamford Bridge in estate, per poi prendere una decisione sul suo futuro. Con Tuchel il rapporto non era decollato, con Pochettino la storia potrebbe essere diversa.
Dennis Izzo
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Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Nel 2016 consegue il diploma scientifico e in seguito si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.
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