Dopo aver salutato Maurizio Sarri, tornato in Italia per sedersi sulla panchina della Juventus dopo aver conquistato l’Europa League contro i rivali dell’Arsenal (4-1 nella finalissima di Baku dello scorso 28 maggio), il Chelsea ha scelto come successore Frank Lampard, messo sotto contratto con un triennale e approdato, o meglio, ritornato a Londra appena in tempo per prendere in mano le redini della squadra in vista dei preparativi per la nuova stagione.
Già gloria e leggenda del club inglese per la stragrande maggioranza della sua carriera, Lampard ha indossato la maglia dei Blues dal 2001 al 2014, mettendo a referto 211 reti (miglior marcatore della storia del Chelsea) in 648 presenze tra campionato e coppe e vincendo undici trofei in tredici anni, tra cui tre Premier League, quattro FA Cup, una Champions League e un’Europa League, risultando una vera e propria icona della squadra londinese insieme ai vari Petr Čech, John Terry e Didier Drogba.
41 anni compiuti lo scorso 20 giugno, Lampard ha iniziato la sua carriera di allenatore la scorsa stagione, sedendosi sulla panchina del Derby County, in Championship. Con i Rams è arrivato fino alla finale dei playoff promozione, persa 2-1 contro l’Aston Villa, il tutto dopo aver guidato i suoi al sesto posto finale in campionato.
Dopo tanti rumors che lo volevano pronto a compiere il grande salto e tornare a far parte della società con cui è stato protagonista per poco più di un decennio sul rettangolo di gioco, il Chelsea è riuscito ad assicurarsi la sua firma in seguito a un lungo tira e molla col Derby County. Non una novità per i Blues, che già l’anno scorso iniziarono il ritiro estivo con Antonio Conte per poi annunciare l’ingaggio di Maurizio Sarri.
A Londra, Lampard ritrova il suo amico Petr Čech, che dopo essersi ritirato con la maglia dell’Arsenal ha deciso di tornare al Chelsea nelle vesti di dirigente, dopo averne difeso la porta dal 2004 al 2015. Il classe ‘78 sarà il primo allenatore inglese dell’era Abramovich, dato che l’ultimo suo connazionale a sedersi sulla panchina dei londinesi risultava essere Glenn Hoddle, che guidò la squadra dal 1993 al 1996.
Se si escludono le brevi parentesi ad interim di Graham Rix (settembre 2000), Ray Wilkins (febbraio 2009) e Steve Holland (dicembre 2015), infatti, dal 2000 in poi il Chelsea ha puntato su undici allenatori stranieri, di cui ben cinque italiani (Ranieri, Ancelotti, Di Matteo, Conte e Sarri) e tre portoghesi (José Mourinho, Luiz Felipe Scolari e André-Villas Boas).
Non pochi sono scettici in merito alla scelta di Lampard, che è stato allenato da tutti i nomi sopracitati più Avraham Grant, Guus Hiddink e Rafa Benítez, soprattutto in virtù del fatto che l’ex centrocampista sia diventato allenatore professionista soltanto un anno fa, ma negli ultimi anni sono sempre più numerosi i giovani tecnici che riescono a imporsi e a dimostrare il proprio valore. Nel caso dell’ex numero 8 dei Blues, il notevole bagaglio di conoscenze accumulate negli anni e il ritorno a casa, laddove riuscì a imporsi come uno dei migliori al mondo nel suo ruolo, non possono che giocare alla sua precoce ma già intensa carriera di allenatore.
Il Chelsea, inoltre, deve fare i conti col blocco del mercato e con la partenza di Eden Hazard, ceduto nelle scorse settimane al Real Madrid. In questo senso, l’arrivo di Lampard va letto anche una delle mosse più logiche possibili, non soltanto una questione di cuore. Il 41enne, infatti, è risultato il tecnico che ha puntato di più sui giovani nella scorsa edizione della Championship, concedendo 13.137 minuti ai giocatori Under-21 a sua disposizione, quasi 146 partite in totale.
I Blues, dal canto loro, hanno tanti giovani da valorizzare e che rientreranno alla base quest’estate, ragion per cui Lampard potrebbe confermare quanto di buono fatto al Derby County e dare loro fiducia sin da subito, senza aspettare più del dovuto, come spesso e volentieri hanno fatto tanti suoi predecessori dalle parti di Stamford Bridge, vedendo esplodere i propri talenti altrove (su tutti, spicca Romelu Lukaku, affermatosi all’Everton dopo aver avuto numerose difficoltà a trovare spazio sotto la guida di Mourinho al Chelsea).
Insomma, Lampard non è una scelta romantica o anacronistica, piuttosto una ventata d’aria fresca necessaria sulla sponda blu del Tamigi. A 41 anni e al suo secondo anno di allenatore, il miglior marcatore nella storia del club avrà l’occasione di invertire tante tendenze, a cominciare da una statistica che non lo renderà certo sereno: sebbene abbia firmato un triennale, infatti, è addirittura dal 2007 che un allenatore del Chelsea non resta in carica per più di due anni. Frankie riuscirà a riscrivere la storia anche in giacca e cravatta?
Dennis Izzo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.
“Se c’è un libro che vuoi leggere, ma non è stato ancora scritto, allora devi scriverlo.”