Antonio Conte lascia ufficialmente il Tottenham, con un paio di mesi d’anticipo rispetto alla naturale scadenza del contratto con i londinesi (30 giugno 2023). A prendere il suo posto sarà il vice Cristian Stellini, in coppia con Ryan Mason. Una notizia che era nell’aria da tempo, sia perché ormai il rapporto con gli Spurs era definitivamente compromesso, sia perché il tecnico pugliese non è riuscito a migliorare la continuità di risultati e prestazioni del club nel lungo periodo. Quando Conte venne chiamato a guidare il Tottenham nel dicembre 2021, in molti si aspettavano che fosse il nome giusto per interrompere il digiuno dei trofei della squadra, ancora ferma alla vittoria della Coppa di Lega nel 2008.
https://twitter.com/fabrizioromano/status/1640104452119212032?s=46&t=ybTSNB1LvD5qrPQH8SoY3Q
Non è la prima volta che Conte si separa bruscamente da una squadra che allena. Il nativo di Lecce è un allenatore con un curriculum impressionante. Ha allenato molte delle squadre più importanti d’Italia e ha vinto diversi titoli sia in Italia che all’estero. Tuttavia, è noto anche per la sua tendenza a rimanere in carica per un breve periodo di tempo e per la sua abitudine di chiedere grandi investimenti economici per la squadra. Alla guida della Juventus, Conte vince tre scudetti consecutivi e due Supercoppe italiane tra il 2011 e il 2014, riportando la Vecchia Signora nell’élite del calcio italiano ed europeo. La sua esperienza coi bianconeri, però, si conclude in modo inaspettato, con la rescissione del contratto da parte della società, causata da alcune divergenze con la dirigenza.
Nel 2016, al termine dell’Europeo concluso ai quarti di finale con l’Italia (sconfitta con la Germania ai rigori), il tecnico pugliese lascia la Nazionale per allenare il Chelsea in Premier League. Con i Blues vince il titolo nazionale nella sua prima stagione e la FA Cup nella seconda, ma anche in questo caso la sua esperienza finisce in modo turbolento, con una rescissione contrattuale dopo solo due anni. Nel 2019, Conte prende il posto di Luciano Spalletti all’Inter. Con i nerazzurri, vince il suo quarto Scudetto da allenatore nella stagione 2020-2021 dopo una lunga astinenza dal titolo. Nonostante il successo, lascia la panchina del club alla fine della stagione successiva, a causa di dissidi con la proprietà della squadra. Nell’estate 2021, infatti, il tecnico salentino rassegna le dimissioni dopo aver chiesto investimenti consistenti sul mercato, non accordati dalla società.
https://twitter.com/skysportspl/status/1640304184992976897?s=46&t=ybTSNB1LvD5qrPQH8SoY3Q
Adesso, dopo il breve periodo al Tottenham, si apre un nuovo capitolo nella carriera di Conte, sempre alla ricerca di una squadra che possa soddisfare le sue ambizioni. Ma la domanda che molti si pongono è: fino a che punto è sostenibile la politica di spendere cifre elevate per formare squadre competitive e la sua scarsa capacità di mantenere un rapporto duraturo con le società? Inoltre, a non giocare a suo favore sono anche gli esigui risultati in campo internazionale. Da giocatore, Antonio Conte vinse la Coppa dei Campioni nel 1996 con la Juventus, mentre da allenatore è andato in una sola occasione oltre gli ottavi di finale in Champions League, nel 2012-2013, sempre con i bianconeri (doppio ko col Bayern Monaco ai quarti di finale).
Con il Chelsea, Conte raggiunse gli ottavi di finale della Champions League anche nella stagione 2017-18, con la sua squadra che venne eliminata dal Barcellona. Nella stagione 2019-2020, guidò l’Inter al terzo posto nella fase a gironi dietro a Barcellona e Borussia Dortmund, venendo così retrocessa in Europa League, dove poi raggiunse la finale, persa 3-2 col Siviglia. In generale, lo stile di gioco di Conte si basa su una difesa solida, un gioco di transizione veloce e una grande attenzione ai dettagli tattici. Tuttavia, in Champions League, dove le squadre di alto livello possono essere più imprevedibili e tecnicamente superiori, questo stile di gioco può non essere sufficiente per raggiungere grandi successi.
https://twitter.com/footballdaily/status/1640272725754216449?s=46&t=ybTSNB1LvD5qrPQH8SoY3Q
Uno dei punti di forza di Antonio Conte come allenatore è stato il suo lavoro nel miglioramento dei giocatori a sua disposizione. In particolare, ha dimostrato di avere una grande capacità nel far rendere al meglio gli esterni del suo 3-5-2, sfruttando le loro caratteristiche fisiche e tecniche. Un esempio di ciò è Ivan Perišić, che sotto la guida di Conte all’Inter è diventato uno dei migliori esterni al mondo, grazie alla sua capacità di saltare l’uomo, alla precisione del suo tiro e alla sua abilità nel crossare. Lo stesso vale per Victor Moses, che con Conte al Chelsea ha saputo sfruttare al meglio la sua velocità e la sua resistenza fisica per diventare un pilastro fondamentale della squadra.
Anche gli esterni difensivi, come Stephan Lichtsteiner, sono stati spesso valorizzati da Conte, grazie alla loro capacità di coprire tutta la fascia e di andare in avanti con grande continuità. Ma il tecnico italiano non si è limitato solo agli esterni: anche i suoi centravanti hanno beneficiato della sua guida tecnica. Diego Costa è un esempio lampante di come l’allenatore classe ‘69 abbia saputo sfruttare al meglio le caratteristiche dei suoi attaccanti. Con il tecnico italiano al Chelsea, l’attaccante spagnolo ha eguagliato il suo massimo numero di gol in una stagione in Premier League e si è rivelato fondamentale per la vittoria del campionato. Lo stesso vale per Romelu Lukaku, che con Conte all’Inter ha segnato 24 gol in Serie A nella stagione 2020-2021, contribuendo alla vittoria del titolo di campione d’Italia.
Antonio Conte's Tottenham record in all competitions ⚪️
◼️ Games – 76
◼️ Won – 41
◼️ Drawn – 12
◼️ Lost – 23
◼️ Goals scored – 136
◼️ Goals conceded – 85
◼️ Win rate – 53.9% pic.twitter.com/FQC6gM1QQE— Football Daily (@footballdaily) March 26, 2023
Conte è anche noto per la sua personalità forte e decisa, che a volte può creare tensioni all’interno della squadra e con la dirigenza. In passato, infatti, si sono verificati alcuni episodi di conflitto con i suoi superiori, come nel caso della sua rottura con la Juventus nel 2014, col Chelsea nel 2018, con l’Inter nel 2021 e, appunto, col Tottenham quest’anno. Inoltre, la sua metodologia di lavoro può essere molto impegnativa per i calciatori, sia dal punto di vista fisico che mentale. Il suo approccio molto rigoroso e il suo alto livello di esigenza possono causare stress e fatica nei giocatori.
Infine, Conte ha anche criticato pubblicamente i propri giocatori in alcune occasioni, il che ha portato a polemiche e malumori all’interno della squadra. È accaduto anche al Tottenham, col tecnico che dopo il pareggio per 3-3 col Southampton si è espresso duramente nei confronti della società e dei giocatori, mettendo in evidenza la scarsa abitudine a vincere degli Spurs e l’atteggiamento lezioso dei suoi calciatori. Tuttavia, è anche vero che questo atteggiamento può essere visto come un modo per motivare i calciatori e spingerli a dare il massimo in campo.
Dennis Izzo
Fonte foto in evidenza: TEAMtalk
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.
“Se c’è un libro che vuoi leggere, ma non è stato ancora scritto, allora devi scriverlo.”