Le barriere coralline di tutto il mondo stanno subendo negli ultimi anni un massiccio declino che le sta portando ad una lenta scomparsa. La recente scoperta di alcune “oasi di vita” sottomarine raccontate da Repubblica, darà una piccola speranza per la nascita di nuovi coralli, regalando colore e vigore ai nostri oceani ormai spenti ed ingrigiti. Le oasi scoperte sono barriere marine in cui, contrariamente alle aspettative «vivono molti più pesci e coralli del previsto considerando le numerose pressioni cui sono sottoposte: dalle attività umane a condizioni ambientali sfavorevoli». Secondo gli scienziato dell’Arc Centre della James Cook University dell’Australia, potrebbero ben presto diventare la chiave per elaborare nuove strategie di conservazione dei coralli. Sono ben 15 le “oasi” o “punti luce” scoperti fino ad ora: le isole Solomone, alcune parti dell’Indonesia, la Papua Nuova Guinea e l’arcipelago Kiribati sono solo alcuni dei luoghi in cui sono state scoperte queste importanti particolarità marine. Accanto ai “punti luce”, a loro volta, ci sono anche dei “punti d’ombra”. Sono almeno 35 in tutto il mondo e sono «barriere che hanno meno pesci e vita del previsto a causa di pratiche di gestione non sostenibili». Anche in questo caso, sottolineano gli esperti, capire quali attività “fanno male” ai coralli potrebbe essere uno stimolo a non replicarle.
Le “oasi di vita” sono la dimostrazione che la forza della natura è immensa. Chissà se un giorno lo sbiancamento delle barriere coralline dovuto al riscaldamento delle acque, diventerà solo un brutto ricordo. Nel frattempo, però, l’uomo dovrebbe imparare a convivere con il mondo che lo circonda, cercando di pensare che se la nostra Terra “sta bene”, la nostra salute ne gioverà sicuramente.
Valentina Friscia
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