È stata lanciata con la missione Futura dalla base spaziale Bajkonur, nel Kazakhstan, la prima donna italiana nello spazio, Samantha Cristoforetti, insieme al russo Anton Shkaplerov e l’americano Terry W. Virtd con il razzo Soujuz ad una velocità circa di 28mila km/h e 4 orbite, per raggiungere la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) in orbita ad una distanza di 400 km dalla Terra.
Capitano dell’Aeronautica Militare, nata a Milano nel 1977, ha vissuto a Malè (Trento), si è laureata all’Università di Monaco in Ingegneria Meccanica con una specializzazione in propulsione spaziale e strutture leggere, ha frequentato l’Ecole Nationale Superieure de l’Aèronautique et de l’Espace di Tolosa per dieci mesi, ha scritto una tesi in propellenti solidi per razzi e ha preso un master presso la Mendeleev University of Chemical Technlogies di Mosca. Oltre l’italiano parla altre quattro lingue: tedesco, inglese, francese e russo. Nel 2001 è stata ammessa all’Accademia Aeronautica di Pozzuoli conseguendo il grado di ufficiale per essere poi assegnata al 51° Stormo di Istrana su velivolo AM-X e, in seguito, selezionata nel 2009 come astronauta dall’agenzia spaziale europea divenendo così prima la donna italiana e terza europea in assoluto dopo la britannica Helen Sharman e la francese Claudie Haignerè.
La missione a cui è stata assegnata la Cristoforetti è programmata dal 2012, si tratta della seconda di lunga durata dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) rientrante nell’accordo bilaterale firmato nel 1997 con la NASA per la fornitura di moduli pressurizzati abitativi e di componenti che sono parte strutturale della Stazione Spaziale. La durata della missione, denominata ISS Expedition 42/43 Futura e cominciata il 23 novembre 2014, sarà di circa 6 mesi e prevederà un programma di oltre 200 esperimenti scientifici, dei quali una diecina ideati dall’ASI per studiare la fisiologia umana in condizioni di microgravità, il disturbo del sonno, l’osteoporosi ecc. ma ancor più rivoluzionari saranno gli esperimenti effettuati con la stampante di oggetti in 3D, in modo tale che si possano materialmente produrre pezzi di ricambio necessari per la Stazione senza dipendere dagli invii da Terra. Inoltre, non poteva mancare la macchinetta dell’espresso a bordo dell’ISS, Isspresso, realizzata da Lavazza e Argotec, azienda italiana che prepara i cibi per gli astronauti europei; pesa solo 20 chilogrammi e consentirà per la prima volta ad un astronauta italiano di gustare un autentico espresso a chilometri e chilometri da casa. Il perché sia necessario effettuare questi esperimenti all’interno della Stazione è dato dalla condizione che si possano sviluppare dei modelli matematici precisi solo in assenza della gravità, poiché gli ambienti risulterebbero privi dei tipici processi convettivi presenti sulla Terra.
Riguardo al vestiario utilizzato all’interno della Stazione Spaziale la Cristoforetti prima di partire dichiara: «Sulla stazione non c’è modo di lavare gli indumenti, una volta usati diventano immondizia e sono smaltiti tramite uno dei veicoli cargo che rientra in maniera distruttiva nell’atmosfera. Come potete immaginare, in questa situazione non possiamo cambiare i vestiti con la stessa frequenza con cui siamo soliti farlo sulla Terra. Abbiamo soltanto sei paia di pantaloni per tutta la missione».
Marcello Strano
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