Nel centro di accoglienza per profughi di Bologna arrivano nuove famiglie al completo con ben 30 minori, il Comune non è in grado di gestirle e chiede aiuto al resto d’Italia. Il sindaco di una piccola cittadina in provincia di Parma offre ospitalità alle famiglie per incrementare il numero di iscritti nella scuola di Bore.
BOLOGNA – Ormai da circa un anno l’ex CIE (sportello Carta Identità Elettronica) in via Matteotti è stato adibito ad hub per l’accoglienza dei migranti. Nell’ultimo anno, la città si è trovata di fronte all’arrivo di diversi immigrati minorenni rimasti orfani e proprio per garantire loro il giusto soccorso è stato aperto e adibito un hub minorile in via Siepelunga; ma negli ultimi giorni “gli ospiti” dell’Emilia Romagna non sono più bambini o ragazzini soli, bensì interi nuclei familiari, 14 per l’esattezza con ben 30 minori a carico.
L’hub via Matteotti, totalmente sprovvisto nell’accoglienza di famiglie, si è subito rivolto alla Prefettura di Bologna che, in contatto con il Ministero dell’Interno, sta cercando la giusta sistemazione anche nel resto d’Italia, possibilmente in centri adibiti all’ospitalità di nuclei familiari. La risposta a questo SOS d’aiuto è giunta proprio da un piccolo paesino in provincia di Parma: Bore, situato sugli Appennini, conta solo 800 abitanti e rischia di chiudere la scuola materna ed elementare perché non raggiunge il numero minimo d’iscrizioni.
Permettendo a Bore di accogliere le famiglie con bambini piccoli si prendono, dunque, “due piccioni con una fava”: la cittadina permette a genitori e bambini boresi di fare solo 15 kilometri in piùper raggiungere la scuola più vicina e l’hub bolognese si sgrava di alcune famiglie di profughi. Così, da qualche giorno, il sindaco di Bore, Fausto Ralli, ha accolto nella sua piccola città una famiglia congolese e una nigeriana, con cinque pargoli che studieranno fianco a fianco ai piccoli boresi.
«Abbiamo deciso di gestire direttamente l’accoglienza, perché crediamo sia importante farlo in una piccola realtà come la nostra. Ci conosciamo tutti, ho accompagnato personalmente le due famiglie in giro per Bore, le ho presentati ai cittadini, abbiamo mostrato loro i negozi e i servizi a disposizione. Siamo stati al parco con i piccoli, erano un’esplosione di gioia», ha raccontato Ralli. Infatti, senza nessun intervento di cooperative esterne sarà il Comune in prima persona a gestire l’accoglienza: le famiglie sono state sistemate in due degli otto appartamenti di proprietà comunale e la somma prevista per il loro mantenimento è di 30 euro giornalieri a profugo.
Una piccola realtà come quella di Bore è stata in grado di compiere un grande gesto dando un considerevole contributo, perché come ha dichiarato lo stesso sindaco: «sono proprio loro, i bambini, a tagliare trasversalmente il mondo delle polemiche. Così si forma confronto e coesione sociale, certo mi rendo conto che in altre città la situazione sia più difficile, ma credo che non sia impossibile».
Chiara Forcisi
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Da sempre lettrice accanita, Chiara all’età di 13 anni pubblica You are my angel, il suo primo romanzo. Frequenta il Liceo Classico N. Spedalieri di Catania, dove completa gli studi in bellezza in qualità di rappresentante d’istituto e dirige, dopo averlo fondato, il giornalino scolastico Il Punto, degno erede di Voci di Corridoio, antesignano di Voci di Città. A marzo 2013 corona il suo più grande sogno: partire come delegate con l’Associazione Diplomatici alla scoperta della Grande Mela. Si laurea in Scienze della Comunicazione all’Alma Mater Studiorum di Bologna a luglio 2018. Inoltre, anche se è impegnata ad affrontare la vita quotidiana non si arrende e prova ancora a realizzare ciò che voleva fare fin dalla culla: salvare il mondo con le parole.