Contrariamente a quanto si pensava nel campo delle neuroscienze, il cervello di un essere umano adulto è in grado di rigenerarsi e produrre neuroni nuovi o, tutt’al più, di sfruttare quelli già esistenti in modi diversi e alternativi attraverso dei veri e propri trucchi biologici. Centocinquantamila è il numero calcolato di cellule neuronali sfornate ogni giorno, secondo quella che viene definita in gergo strettamente scientifico capacità di neurogenesi. Per fare un esempio pratico, l’encefalo, dopo un ictus, riesce ad utilizzare neuroni sani inattivi al fine di eseguire i compiti precedentemente svolti dalle cellule poi danneggiate dalla malattia.
«Negli ultimi decenni abbiamo capito che il cervello ha strategie straordinarie e molto più efficaci per autorigenerarsi. Quando subisce un danno, lo ripara non solo producendo cellule ex novo, ma anche riorganizzando i propri meccanismi» spiega Gianvito Martino, direttore della divisione di neuroscienze all’ospedale San Raffaele di Milano, neurologo e autore del saggio Il cervello gioca in difesa (Mondadori). L’organo dell’intelligenza umana, infatti, è composto, oltre che da neuroni, da una moltitudine di circuiti che se stimolati possono fungere da by-pass cerebrali per compiere nuove azioni, come ad esempio recuperare il linguaggio o il movimento. Si tratta di un nuovo ambito delle neuroscienze e della Medicina che, se ben esplorato, potrebbe permettere ai pazienti di recuperare rilevanti facoltà a livello cognitivo e motorio. Nel ramo della sperimentazione, inoltre, si ritiene fattibile ampliare le possibilità di produzione di neuroni con l’impianto di cellule staminali atte al ripristino del tessuto perduto. Simili tentativi sono stati condotti in persone affette da Sla, Parkinson e Huntington; finora i test sembrano aver partorito ottimi risultati, ma ci vorranno degli anni prima che tali metodi entrino in cliniche ed ospedali.
«Prima, nel caso di un ictus, si riabilitavano passivamente il braccio o la mano colpiti; ora si prova a immobilizzare l’arto sano per far muovere solo quello danneggiato e indurre così la riorganizzazione del circuito cerebrale. Ci si sta rendendo conto che il potere autorigenerativo del cervello, quando stimolato, è più importante di qualsiasi trattamento farmacologico» conclude, quindi, Martino.
Alberto Molino
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Fondatore di Voci di Città, ex direttore responsabile dello stesso, ora cura la rubrica di tecnologia di NewSicilia, ha lavorato al Quotidiano di Sicilia, ha collaborato con Sicilia Journal, ha pubblicato un romanzo e un racconto, ha 26 anni ed è laureato in Scienze della Comunicazione. Quando ne aveva 18 ha vinto un premio nazionale per avere diretto il migliore giornalino scolastico del Paese. Definito da alcuni fascista e da altri comunista, il suo vero orientamento politico non è mai stato svelato, ma una cosa è certa: Molino non lo ferma nessuno, tranne forse la sua ragazza.