Mancano ancora quindici giornate al termine del campionato di Serie A, dunque è ancora troppo presto per tirare le somme ed abbozzare il pagellone del torneo. Quel che è certo, fino a questo momento, è che da anni non si vedeva un campionato del genere, così combattuto, imprevedibile e ricco di colpi di scena, dalla lotta al titolo a quella per non retrocedere, ma anche per ciò che concerne la corsa a un piazzamento in Europa: dal febbraio 2002 (quando si giocava ancora a diciotto squadre), per l’esattezza.
Le precedenti otto edizioni sono state contrassegnate dal dominio (quasi) incontrastato della Juventus, targata Antonio Conte prima (2011-2014) e Massimiliano Allegri poi (2014-2019), capace di centrare lo storico record di otto Scudetti consecutivi e di lasciare soltanto le briciole alle proprie rivali, perlopiù Napoli e Roma.
I bianconeri sono tornati ai fasti d’un tempo nel 2012, con gli uomini di Conte capaci di imporsi sul Milan di Allegri (84 punti per la Juventus, imbattuta per tutto il torneo, 80 per i rossoneri) e di toccare quota 100 punti (102 per l’esattezza) nel 2013-2014, ben diciassette in più della Roma seconda, lo stesso margine di vantaggio stabilito l’anno successivo con Allegri, nel frattempo subentrato a Conte.
Sotto la guida del tecnico livornese, la Juventus si è aggiudicata altri cinque Scudetti e nel corso dello storico ciclo hanno sempre vinto con almeno quattro punti di vantaggio, concedendo concrete occasioni ai propri avversari soltanto in tre occasioni: oltre al sopracitato dualismo col Milan del primo anno di Conte, alla Roma nel 2017 e al Napoli l’anno seguente, concludendo in entrambi i casi a +4 sulle rivali.
Nel frattempo, l’Inter sta provando a interrompere il dominio bianconero puntando su due uomini che hanno contribuito al ritorno ad alti livelli della Juventus, ossia Antonio Conte e Beppe Marotta, e sta dando filo da torcere alla Vecchia Signora nella lotta al vertice. Dopo ventitré giornate, infatti, i nerazzurri sono appaiati al primo posto a quota 54 punti, gli stessi della Juve, attualmente in svantaggio per ciò che concerne la differenza reti (+28 a +21) ma in vantaggio per quanto riguarda lo scontro diretto, vinto per 2-1 lo scorso 6 ottobre a San Siro. Fondamentale sarà il duello in programma il prossimo 1 marzo all’Allianz Stadium, che potrebbe dire tanto su un finale di stagione mai così incerto da anni.
A onor del vero, non è poi così opportuno parlare di duello tra bianconeri e nerazzurri, dato che in ottica titolo sta dicendo la sua con personalità e convinzione anche la Lazio, trascinata dai gol di un incontenibile Ciro Immobile, attualmente capocannoniere del campionato con 25 reti, e dalla coralità di un gruppo che esegue alla perfezione i dettami tecnico-tattici del tecnico Simone Inzaghi e fa viaggiare spediti i biancocelesti, mai così vicini allo Scudetto dall’anno dell’ultimo trionfo, il 2000.
La Lazio è reduce da diciotto risultati utili consecutivi (Inzaghi ha superato il precedente record stabilito da Sven-Göran Eriksson nel 1998-1999) ed è attualmente terza in classifica con 53 punti, appena uno in meno rispetto al duo di testa Inter-Juventus. Nel prossimo turno, i biancocelesti affronteranno all’Olimpico proprio l’Inter, ultima squadra capace di batterli in campionato (1-0 lo scorso 25 settembre a San Siro). La Juventus non pare più essere la corazzata invincibile di un tempo e fino a questo momento la filosofia di gioco di Maurizio Sarri non sta dando i frutti sperati. I bianconeri sono più vulnerabili rispetto alle stagioni passate (25 gol subiti di media nel quinquennio di Allegri in 190 partite, con Sarri ne hanno già incassati 23 in altrettante gare disputate).
Inter e Lazio, dal canto loro, hanno le miglior difese del campionato, avendo subito appena 20 gol in 23 giornate. Entrambe, inoltre, sono state capaci di mantenere la propria porta inviolata per otto gare. Basterà a porre fine al dominio della Juventus? Difficile dirlo ora, anche e soprattutto perché i bianconeri, nonostante qualche sbandamento inatteso di troppo, possono sempre contare su un gruppo pieno di bocche fuoco e che, a differenza dell’Inter di Conte e della Lazio di Inzaghi, sa già come vincere. Al contempo, però, in pochi sarebbero stati in grado di prevedere uno scenario del genere dopo ventitré giornate, anche perché Lazio e Inter hanno comunque lasciato parecchi punti per strada (sei pareggi per i nerazzurri, cinque per la Lazio, a fronte dei soli tre dei bianconeri).
Per ciò che concerne la lotta per un piazzamento in Champions League o in Europa League, l’Atalanta di Gasperini ha saputo compiere il salto di qualità, trasformandosi da piacevolissima sorpresa a solidissima certezza di un campionato che di certezze ne ha ben poche. Il gioco spumeggiante e concreto degli orobici consente loro di continuare a inseguire un posto nella Coppa dalle grandi orecchie, soprattutto grazie al letale reparto offensivo, il migliore del torneo con 61 gol messi a referto, otto in più della Lazio. Non mollano l’altalenante Roma di Fonseca, le sorprendenti Verona, Bologna, Cagliari, Parma e Sassuolo, il ritrovato Milan e il deludente Napoli, tutte ancora in corsa per un posto in Europa.
In zona retrocessione, invece, ci sono appena sette punti di distanza tra la SPAL ultima e il Lecce quartultimo, con Genoa, Brescia e Sampdoria invischiate nelle zone basse della classifica. Rischiano di farsi risucchiare nel vortice anche Torino e Fiorentina, protagoniste di una stagione ben al di sotto delle aspettative ed entrambe costrette ad esonerare i rispettivi allenatori (i granata hanno recentemente rimpiazzato Walter Mazzarri con Moreno Longo, mentre qualche settimana prima Beppe Iachini ha preso il posto di Vincenzo Montella sulla panchina viola).
Insomma, imprevedibilità è senza dubbio la parola che meglio riassume l’andamento del campionato di Serie A, con la classifica che cambia notevolmente ogni settimana e presunte certezze che vengono completamente capovolte: da un lato, squadre che ai nastri di partenza sognavano in grande si ritrovano costrette a lottare per obiettivi ben meno importanti (è il caso delle sopracitate Torino e Fiorentina, ma anche del Napoli e non solo), dall’altro ci sono squadre che non si aspettavano certo di ritrovarsi così in alto, su tutte la Lazio e le rivelazioni Verona (terza miglior difesa con 24 reti subite, alle spalle del duo Inter-Lazio e della Juventus), Bologna, Cagliari e Parma.
Un equilibrio che regna sovrano, ma che potrebbe anche essere spazzato via nel giro di poche giornate: dando uno sguardo al calendario, infatti, sono in programma numerosi scontri diretti il prossimo mese, tra lotta Scudetto (Lazio-Inter il 16 febbraio e Juventus-Inter il 1 marzo), Europa (Atalanta-Roma il 15 febbraio, Verona-Cagliari il 23 febbraio, Cagliari-Roma il 1 marzo e Bologna-Cagliari il 22 marzo) e salvezza (Lecce-SPAL il 15 febbraio, Brescia-Genoa il 15 marzo e Lecce-Sampdoria il 22 marzo). Tutte partite che potrebbero ridisegnare considerevolmente le gerarchie di un campionato sin qui a dir poco elettrizzante, probabilmente uno dei più belli di sempre. Come andrà a finire? Mai come quest’anno, trovare una risposta a questo interrogativo è ai limiti dell’impossibile.
Dennis Izzo
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Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Nel 2016 consegue il diploma scientifico e in seguito si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.
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