Girone dei sogni o girone d’inferno? Chiamatelo come meglio credete, fatto sta che il Girone F di Euro 2020 si appresta a diventare il più divertente ed emozionante dell’intera spedizione europea. Non ne saranno stati felici i tifosi delle dirette interessate, ma darà parecchie gioie agli amanti disinteressati di questo sport. A sfidarsi in questo gruppo di ferro Germania, Francia, Portogallo e Ungheria. 2 su 4 sono le finaliste dell’ultima edizione: Cristiano Ronaldo vorrà provare a ripetersi; la Francia è attualmente la nazionale più forte al mondo e al mondiale 2018 l’ha ampiamente dimostrato. Poi c’è la Germania: il palmarès parla per i teutonici e difficilmente rientreranno a casa prima. Infine l’Ungheria: cenerentola con voglia di stupire.
Non saranno i favoriti del girone F, ma è doveroso partire dai campioni europei in carica. La vittoria del 2016 è arrivata per vari fattori: fortuna, caparbietà, prontezza nei momenti giusti, una rosa non forte come quella del 2004, ma ben assortita. 5 anni dopo avranno voglia di ripetersi, con un Cristiano Ronaldo voglioso di riscattarsi dopo le ultime delusioni bianconere, ma le possibilità di ripetere il cammino dell’ultima edizione sono maggiormente ridotte. Mai dire mai, ad ogni modo.
Da tenere d’occhio: sarebbe scontato nominare il 7. La sua infinita classe, nonostante l’età che avanza, potrebbe regalare gioie ai lusitani da un momento all’altro. Mettiamo sulla lente d’ingrandimento, invece, la trequarti: Bernardo Silva, Bruno Fernandes, Joao Fèlix. I primi due stanno facendo le fortune delle due squadre di Manchester, il terzo è in fase calante rispetto al passato, ma resta la stella dell’Atletico Madrid campione di spagna. Raro trovare una tale dose di estro e fantasia in un solo reparto.
Convocati:
Portieri: Anthony Lopes (Lione), Rui Patricio (Wolverhampton), Rui Silva (Granada).
Difensori: Joao Cancelo (Manchester City), Nelson Semedo (Wolverhampton), José Fonte (Lilla), Pepe (Porto), Ruben Dias (Manchester City), Nuno Mendes (Sporting Lisbona), Raphael Guerreiro (Borussia Dortmund).
Centrocampisti: Danilo Pereira (Psg), Joao Palhinha (Sporting Lisbona), Ruben Neves (Wolverhampton), Bruno Fernandes (Manchester United), Joao Moutinho (Wolverhampton), Renato Sanches (Lilla), Sergio Oliveira (Porto), William Carvalho (Real Betis).
Attaccanti: Pedro Goncalves (Sporting Lisbona), Andre Silva (Eintracht Francoforte), Bernardo Silva (Manchester City), Cristiano Ronaldo (Juventus), Diogo Jota (Liverpool), Gonçalo Guedes (Valencia), Joao Félix (Atletico Madrid), Rafa Silva (Benfica).
Formazione tipo (4-2-3-1): Rui Patricio; Joao Cancelo, Pepe, Dias, Guerreiro; Neves, Pereira; B.Silva, Bruno Fernandes, Joao Felix; Cristiano Ronaldo.
Miglior piazzamento nel torneo: campioni (2016).
Passiamo dunque all’altra finalista dell’ultima edizione. Ma soprattutto ai campioni del mondo in carica: la Francia di Didier Dechamps. Senza girarci intorno: sono i grandi favoriti per la vittoria finale. La sconfitta a Euro 2016 (giocato in casa) creò non poco sconcerto. Il mondiale in Russia di 2 anni dopo confermò poi l’idea sui transalpini: sono attualmente la nazionale più forte al mondo. E quest’anno sono alla ricerca della doppietta mondiale-europeo. Una squadra ulteriormente rinforzata dalla presenza di Benzema, grande assente da oltre 5 anni (e sostituito da Giroud, non una macchina da goal ma molto utile tatticamente).
Da tenere d’occhio: impossibile non soffermarci su quei 3 lì davanti: Griezmann, Benzema, Mbappé. Attacco fantascientifico, un incubo per qualunque difesa incontrerà. Come se non bastasse, poi, ci sentiamo di nominare 3 dei gregari: Coman, Dembelè e Giroud. Interpreti che farebbero i titolari ovunque. Dechamps avrà l’imbarazzo della scelta e sarà costretto a lasciare qualcuno tra i 6 seduto in panchina per interi match. Se trofeo sarà per i galletti, passerà sicuramente da questi attaccanti stratosferici.
Convocati:
Portieri: Hugo Lloris (Tottenham), Steve Mandanda (Marsiglia), Mike Maignan (Milan).
Difensori: Lucas Digne (Everton), Léo Dubois (Lione), Lucas Hernandez (Bayern Monaco), Presnel Kimpembe (Psg), Jules Koundé (Siviglia), Clément Lenglet (Barcellona), Benjamin Pavard (Bayern Monaco), Raphael Varane (Real Madrid), Kurt Zouma (Chelsea).
Centrocampisti: N’Golo Kanté (Chelsea), Thomas Lemar (Atletico Madrid), Paul Pogba (Manchester United), Adrien Rabiot (Juventus), Moussa Sissoko (Tottenham), Corentin Tolisso (Bayern Monaco).
Attaccanti: Wissam Ben Yedder (Monaco), Karim Benzema (Real Madrid), Kingsley Coman (Bayern Monaco), Ousmane Dembélé (Barcellona), Olivier Giroud (Chelsea), Antoine Griezmann (Barcellona), Kylian Mbappé (Psg), Marcus Thuram (Borussia Mönchengladbach).
Formazione tipo (4-3-3): Lloris; Pavard, Varane, Kimpembe, L.Hernandez; Rabiot, Pogba, Kante; Griezmann, Benzema, Mbappé.
Miglior piazzamento nel torneo: campioni (1984 e 2000).
Non è più la squadra schiacciasassi del mondiale del 2014, ma resta senza dubbio una squadra che con ogni probabilità passerà il girone F. Nell’ultima edizione dopo aver battuto l’Italia allenata da Conte ai rigori non ha potuto nulla contro la formazione Bleus, per cui avrà tanta voglia di riscattarsi. Occhio comunque alla squadra di Low: il tecnico lascerà la panchina alla fine della competizione (è in carica dal 2006, record di longevità) e ha sfiorato più volte il trofeo. Nel 2008, all’esordio in una competizione internazionale, si è piegato alla nascente Spagna pigliatutto in finale. Poi nel 2012 e nel 2016 il percorso si è interrotto in semifinale contro le finaliste perdenti (Italia prima, Francia poi).
Ricordiamo inoltre che la Germania è una grande sicurezza di questo torneo: detiene il record di vittorie (3), ma anche quello di finali perse insieme all’ormai disciolta Unione Sovietica (sempre 3). L’ultima volta che ha alzato la coppa risale al 1996 (quando Low aveva appena concluso la carriera da calciatore).
Da tenere d’occhio: il centrocampo teutonico è per gli amanti del calcio totale. Kimmich, Kroos, Gundogan. Fisico, geometria, ottimi piedi e buona propensione negli inserimenti. Con ogni probabilità è la mediana più completa del torneo e su cui Low farà tanto affidamento.
Convocati:
Portieri: Manuel Neuer (Bayern Monaco), Bernd Leno (Arsenal), Kevin Trapp (Eintracht Francoforte).
Difensori: Matthias Ginter (Borussia Mönchengladbach), Antonio Rüdiger (Chelsea), Robin Gosens (Atalanta), Christian Gunter (Friburgo), Marcel Halstenberg (Lipsia), Mats Hummels (Borussia Dortmund), Lukas Klostermann (Lipsia), Robin Koch (Leeds), Niklas Sule (Bayern Monaco).
Centrocampisti: Ilkay Gundogan (Manchester City), Toni Kroos (Real Madrid), Emre Can (Borussia Dortmund), Joshua Kimmich (Bayern), Jamal Musiala (Bayern), Serge Gnabry (Bayern), Leon Goretzka (Bayern), Jonas Hofmann (Mönchengladbach), Leroy Sané (Bayern), Florian Neuhaus (Mönchengladbach).
Attaccanti: Timo Werner (Chelsea), Kevin Volland (Monaco), Thomas Muller (Bayern), Kai Havertz (Chelsea).
Formazione tipo (4-3-3): Neuer (in forte ballottaggio con Leno); Klostermann, Hummels, Rudiger, Gosens; Kimmich, Kroos, Gundogan; Gnabry, Werner, Sanè.
Miglior piazzamento nel torneo: campione (1972, 1980, 1996)
Concludiamo dunque con la cenerentola del girone F. Alla guida tecnica l’italianissimo Marco Rossi, ormai star del calcio ungherese (nel 2017 ha vinto il campionato con l’Honved e il premio come miglior allenatore). Il pass per gli europei è stato staccato in modo eroico: l’Islanda (sorpresa del 2016) conduceva la gara per la qualificazione 1-0 fino a pochi minuti dal fischio finale. Poi il goal all’88’ di Nego e quello al 92′ di Szoboszlai hanno fatto letteralmente impazzire i tifosi accorsi a Budapest.
Non sono più i magiari della Coppa Internazionale del ’53 (l’antenata dell’attuale Europeo), ma gli eredi di Puskas sono in crescita e possono essere un pericolo anche per le formazioni più blasonate. Alla ricerca della gloria perduta? Per 40 anni gli ungheresi sono stati tra i calciatori più temuti del mondo (dagli anni ’30 agli anni ’70). A complicare le cose però, l’assenza del già citato Szoboszlai, giocatore di maggiore fantasia tra i ragazzi allenati da Rossi ma lontano dai campi da parecchio tempo per una pubalgia .
Da tenere d’occhio: il reparto arretrato, solitamente, regala tanta solidità. Gulacsi ha raccolto lo scettro di Kiraly egregiamente e ha difeso i pali dell’RB Lipsia semifinalista in Champions nel 2020. Sempre dall’RB Lipsia arriva Orban: solido e con spiccate doti offensive nei calci piazzati.
Convocati:
Portieri: Peter Gulacsi (Lipsia), Denes Dibusz (Ferencvaros), Adam Bogdan (Ferencvaros).
Difensori: Gergo Lovrencsics (Ferencvaros), Endre Botka (Ferencvaros), Adam Lang (Omonia Nicosia), Akos Kecskes (Lugano), Attila Fiola (Fehervar), Willi Orban (Lipsia), Attila Szalai (Fenerbahçe), Bendeguz Bolla (Fehervar).
Centrocampisti: Loic Nego (Fehervar), Adam Nagy (Bristol City), Laszlo Kleinheisler (Osijek), David Siger (Ferencvaros), Daniel Gazdag (Philadelphia Union, nella foto), Andras Schafer (Dunajska Streda) Tamas Cseri (Mezokovesd), Filip Holender (Partizan Belgrado).
Attaccanti: Adam Szalai (Mainz), Roland Sallai (Friburgo), Nemanja Nikolic (Fehervar), Kevin Varga (Kasımpaşa), Roland Varga (Mtk Budapest), Szabolcs Schon (FC Dallas), Janos Hahn (Paks).
Formazione tipo (3-4-1-2): Gulacsi; At. Szalai, Orban, Lang; Lovrencsis, Nagy, Siger, Hangya (Varga); Szoboszlai; Sallai, Ad. Szalai
Miglior piazzamento nel torneo: terzo (1964)
Martedì 15 giugno
Ungheria – Portogallo (ore 18:00, Budapest)
Francia – Germania (ore 21:00, Monaco di Baviera)
Sabato 19 giugno
Ungheria – Francia (ore 15:00, Budapest)
Portogallo – Germania (ore 18:00, Monaco di Baviera)
Mercoledì 23 giugno,
Germania – Ungheria (ore 21:00, Monaco di Baviera)
Portogallo – Francia (ore 21:00, Budapest)
Francesco Mascali
Fonti foto: Кирилл Венедиктов, Кирилл Венедиктов, Steffen Prößdorf
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Proprietario, editore e vice direttore di Voci di Città, nasce a Catania nel 1997. Da aprile 2019 è un giornalista pubblicista iscritto regolarmente all’albo professionale, esattamente due anni dopo consegue la laurea magistrale in Giurisprudenza, per poi iniziare la pratica forense presso l’ordine degli avvocati di Catania. Ama viaggiare, immergersi nelle serie tv e fotografare, ma sopra tutto e tutti c’è lo sport: che sia calcio, basket, MotoGP o Formula 1 non importa, il week-end è qualcosa di sacro e intoccabile. Tra uno spazio e l’altro trova anche il modo di scrivere e gestire un piccolo giornale che ha tanta voglia di crescere. La sua frase? «La vita è quella cosa che accade mentre sei impegnato a fare altri progetti»