Il 10 luglio 2018 sarà ricordato per sempre come uno dei giorni più importanti per quanto riguarda il calcio italiano: la Juventus, del presidente Andrea Agnelli, acquista Cristiano Ronaldo dal Real Madrid. Si è trattato di uno degli acquisti più significativi dell’intera storia dei bianconeri, capaci di aggiudicarsi uno dei calciatori più forti di sempre nel panorama calcistico internazionale. Anche le cifre dell’operazione suggellarono la sua importanza, in quanto il cartellino del giocatore costò circa 105 milioni di euro (commissioni escluse) con un contratto quinquennale consistente in ben 30 milioni netti di euro a stagione (per intenderci un complessivo di 150 milioni di euro di stipendio).
Al netto di queste cifre monstre, la notizia dell’ufficialità dell’acquisto dell’allora 33enne portoghese fece impazzire di gioia i milioni di tifosi bianconeri sparsi in tutto il mondo, che videro la propria rosa, già più che competitiva, implementata da un cinque volte pallone d’oro. Ma a distanza di quasi due anni da quel momento, considerando la stagione dello scorso anno e quella di quest’anno, purtroppo momentaneamente interrotta a causa dell’esplosione della pandemia da Covid-19, è giunto il momento di porci un interrogativo: “CR7” è riuscito a incidere e determinare con la maglia della Juventus?
Da una prima e approssimativa valutazione, che tiene conto dei rendimenti medi del fuoriclasse portoghese negli ultimi anni e dei successi della squadra torinese negli ultimi 9 anni, la risposta sembrerebbe essere negativa. Ma procediamo con ordine. Cristiano Ronaldo è arrivato alla Juventus dopo aver conquistato ben 4 Champions League nelle ultime 5 edizioni, con un rendimento medio al di sopra dei 40 gol a stagione (considerando tutte le competizioni). Dall’altro lato la Juventus proveniva da sette anni incredibili, condite da sette scudetti consecutivi, quattro Coppe Italia (ai tempi consecutivi), quattro Supercoppe italiane e due finali di Champions League (entrambe perse, contro Barcellona nel 2015 e Real Madrid nel 2017). Alla luce di questi dati sembra evidente come l’intento della dirigenza bianconera, all’atto dell’acquisto del portoghese, fosse quello di riuscire ad aggiudicarsi l’agognata “coppa dalle grandi orecchie“, vista l’indiscussa primazia della squadra in ambito italiano.
Ma nonostante l’entusiasmo e il grande ottimismo per l’acquisto di Cristiano Ronaldo, la prima stagione in bianconero non ha dato i risultati sperati. Ovviamente è impossibile parlare di stagione deludente, visto che i bianconeri sono riusciti ad aggiudicarsi con grande merito l’ottavo scudetto consecutivo, oltre che la Supercoppa italiana (vinta per 1-0 contro il Milan grazie proprio a un gol di CR7). Le note dolenti sono arrivate però nelle altre due coppe.Nonostante l’arrivo di Ronaldo, la Juve venne eliminata in Coppa Italia dall’Atalanta con un secco 3-0, dopo essere riuscita ad aggiudicarsela per quattro anni consecutivi. In Champions League, non di meno, la corsa dei bianconeri si interruppe ai quarti di finale contro l’Ajax, nonostante il portoghese avesse segnato in tutte e tre le partite prima dell’eliminazione (con la indimenticabile tripletta messa a segno nella storica rimonta contro l’Atletico Madrid).
Dunque, la prima stagione di Cristiano Ronaldo in bianconero si concluse, per quanto riguarda il campionato italiano, con 21 reti in 31 partite disputate, con una media certamente al di sotto dei suoi standard “spagnoli”. Per quanto riguarda la Champions League, invece, le reti furono appena 6 in 9 match (complice anche la clamorosa, quanto immeritata, espulsione rimediata al debutto europeo con la maglia bianconera contro il Valencia). Il dato particolare fu segnato dal fatto che siglò appena un gol nella fase a gironi su cinque partite (contro il Manchester United), al netto dei 5 siglati nelle quattro sfide della fase a eliminazione diretta (tre all’Atletico Madrid e due all’Ajax). Anche in questo caso, comunque, la media fu inferiore rispetto ai numeri al Real Madrid, anche se bisogna considerare il minor numero di partite disputate dovute all’interruzione prematura del percorso europeo dei bianconeri in quella edizione.
Per quanto riguarda questa stagione, invece, il portoghese ha nettamente incrementato il proprio rendimento nel campionato italiano dove, prima della interruzione della stagione, ha messo a segno ben 21 reti (eguagliato lo score dello scorso anno) al netto di sole 22 partite disputate, con una media all’altezza dei suoi numeri passati. Discorso diverso per quanto riguarda la Champions League, dove nelle sette partite disputate in questa stagione, il cinque volte pallone d’oro ha siglato solo due reti nella fase a gironi (conclusa in ogni caso dai bianconeri al primo posto senza problemi), rimanendo a secco nella sfortunata trasferta di Lione persa per 1-0 nell’andata degli ottavi di finale. Numeri, dunque, alquanto deludenti vista anche l’importanza della competizione europea per tutto l’ambiente Juve, anche se, è giusto ricordarlo, nel caso in cui riprendessero le competizioni sportive, il lusitano potrebbe certamente invertire questo trend negativo, togliendosi qualche soddisfazione insieme alla propria compagine.
Al di là, invece, dei fattori prettamente numerici e statistici, è fuor di dubbio che l’arrivo di Cristiano Ronaldo alla Juventus abbia inciso sia da un punto di vista commerciale che da un punto di vista di prestigio in ottica internazionale. Dal primo punto di vista è indiscutibile il fatto che “l’azienda Juventus“, dopo l’arrivo di Ronaldo abbia visto incrementare a dismisura i propri ricavi, grazie alla vendita dei gadget inerenti al portoghese e un costante sold out dell’Allianz Stadium in tutti i match casalinghi disputati nelle ultime due stagioni, per non parlare poi di tutti i diritti di immagine relativi a uno dei personaggi più influenti al mondo. Dal secondo punto di vista, inoltre, i bianconeri hanno visto moltiplicare i numeri relativi al proprio seguito, con nuovi “follower” provenienti da ogni singola parte del mondo (basti pensare, per fare un esempio banale, al numero di fan presenti nei vari social della Juventus che sono più che raddoppiati nel giro di un solo anno).
Ultimo fattore che va analizzato per una corretta valutazione dell’incidenza di Cristiano Ronaldo all’interno della compagine bianconera è quello riferito alla tipologia di squadra in cui il fenomeno di Madeira si è inserito. Quella dello scorso anno era, infatti, una squadra molto rodata, diretta molto bene da Massimiliano Allegri: una rosa molto solida e difficilmente migliorabile dal punto di vista dei successi (se non ovviamente in ottica europea). E proprio questo fattore ha inciso negativamente per quanto riguarda l’approccio al campionato italiano di CR7, abituato a essere la “star assoluta” del Real Madrid, mentre quello torinese era un contesto dove i successi provenivano principalmente dalla solidità del gruppo rispetto al carisma e l’importanza del singolo individuo. Inoltre, l’aver messo al centro del progetto, giustamente, il fuoriclasse portoghese ha inciso negativamente su molti altri componenti della rosa che hanno sofferto, e non poco, la sua dirompenza (basti pensare, per fare un esempio, alle difficoltà patite lo scorso anno da Paulo Dybala ritrovatosi a giocare in un modulo che, per favorire l’accesso a Ronaldo, sacrificava e non poco le sue indiscusse qualità).
Quest’anno, invece, anche a causa dell’avvicendamento in panchina tra Massimiliano Allegri e Maurizio Sarri, la situazione è nettamente cambiata. Spesso, in questa stagione, si è vista una Juventus meno coesa dal punto di vista della solidità di squadra, ma indirizzata a una mentalità più individuale che gli ha permesso, con molto cinismo, di portare a casa molti successi nonostante prestazioni non proprio all’altezza della rosa. E non è un caso, infatti, che proprio quest’anno Ronaldo sia riuscito a dare maggiormente il suo contributo, perlomeno in Serie A, dove addirittura ha eguagliato il record di 11 turni consecutivamente in goal (da Juventus-Sassuolo 2-2 dell’1 dicembre 2019 a Spal-Juventus 1-2 del 22 febbraio 2020). Ma anche quest’anno, però, ci sono stati dei compagni che hanno “sofferto” l’egocentrismo calcistico del lusitano come, per esempio, Federico Bernardeschi (mai veramente in palla nelle poche volte in cui è sceso in campo) e il figliol prodigo Gonzalo Higuain, la cui media realizzativa non era mai stata così bassa in una singola stagione in serie A (compresa la disastrosa esperienza al Milan, dove con 8 match disputati in meno, segnò addirittura un gol in più).
In conclusione, dunque, è impossibile e intellettualmente sbagliato asserire che Cristiano Ronaldo abbia deluso le aspettative o possa essere considerato come un “maxi-flop di mercato”. È anche vero, però, che attualmente per riuscire a fare la differenza in una squadra così vincente negli ultimi anni come la Juventus la strada è una e una sola: riuscire a riportare a Torino quella Champions League che manca ormai dalla stagione 1995/1996. Al momento questo risultato non è stato ancora raggiunto, ma è anche vero che i bianconeri hanno tutti i mezzi per poterlo raggiungere il prima possibile e, ripresa delle competizioni permettendo, anche in questa stessa stagione dove, superando la scoglio Lione, la Juve approderebbe ai quarti di finale come una tra le favorite per la vittoria della competizione (alla luce anche della sorprendente eliminazione dei campioni in carica del Liverpool).
Carlo Marino
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Nato a Catania nel 1997 si avvicina al mondo del giornalismo nel 2015 anno in cui, dopo aver conseguito il diploma scientifico, inizia a collaborare con la testata giornalistica online NewSicilia. Parallelamente a questa passione, che gli ha permesso di iscriversi nel 2019 all’Albo dei Giornalisti Pubblicisti, ha frequentato la facoltà di Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Catania, laureandosi nel 2021. Da sempre amante dello sport e, nello specifico, del calcio, dopo aver tentato vanamente di praticarlo capisce che forse sarebbe stato meglio limitarsi a scriverci su. Dal 2018 sposa il progetto di Voci di Città curando dapprima la rubrica sul Fantacalcio e, attualmente, quella sulla Serie A. Il suo motto? «La giornata più sprecata della nostra vita è quella in cui non abbiamo riso»