Ci sono voluti ben dieci anni di ricerca, ma finalmente la stampante 3D biologica ITOP (Integrated Tissue and Organ Printing System), prodotta dal Wake Forest Institute for Regenerative Medicine di Winston-Salem del North Carolina, è pronta. Per adesso la stampante crea tessuti vivi da trapiantare solo negli animali, ma presto la vedremo anche nelle operazioni di chirurgia sugli umani.
Nel giro di qualche decennio, secondo quanto riportato da Focus, infatti, le lunghe attese per i trapianti potrebbero essere solo un ricordo: gli organi “nuovi” da utilizzare in sostituzione di quelli danneggiati verranno realizzati con stampanti 3D, in grado di creare organi umani su misura per ogni paziente e senza problemi di incompatibilità o di rigetto. Volete vedere come si stampa un rene? Nel video, tratto da una conferenza Ted, Anthony Atala, uno scienziato del Wake Forest Institute, racconta e mostra come funziona questa affascinante tecnologia.
Con la chirurgia tradizionale ci vogliono più di sei mesi per avere un orecchio nuovo di zecca funzionante e con tutte le caratteristiche estetiche. Per i pazienti affetti da microtia (malformazione congenita dell’orecchio) i ricercatori della Cornell University hanno messo a punto una metodologia che in poche settimane permette di avere a disposizione un orecchio nuovo pronto da essere impiantato. Grazie al sistema CAD – lo stesso che viene utilizzato per la progettazione industriale – l’organo viene disegnato al computer, ed il modello, diviso in sette parti, viene poi stampato con la stampante 3D. Il calco fornito dalla stampante viene riempito con un gel (chiamato idrogel) a base di acqua e cartilagine di bovini e topi. Nel giro di tre mesi il tessuto avrà colonizzato interamente lo stampo e il nuovo orecchio sarà pronto per il trapianto.
Per la stampa di organi e tessuti l’idrogel agisce trattenendo acqua, ossigeno e sostanze nutritive prodotte da un materiale sintetico biodegradabile, utile per lo stampo dell’organo. Man mano che le cellule colonizzeranno la “protesi” biodegradabile, questa si dissolverà fino a scomparire completamente. «I risultati dimostrano che la combinazione di bio-inchiostro e micro-canali utilizzata, costituisce l’ambiente giusto per mantenere in vita le cellule e stimolarne la crescita, insieme a quella dei tessuti – ha dichiarato Anthony Atala, direttore dell’Istituto – con ulteriori sviluppi, questa tecnologia potrebbe essere usata per stampare organi per trapianti umani».
Valentina Friscia
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