Attualmente, uno degli ambiti della vita meno soddisfacente è proprio quello del lavoro. Difatti, riuscirne a trovare uno è come fare una scommessa o giocare alla lotteria sperando di vincere: quasi sempre un sogno. Invero, nemmeno il titolo di studio garantisce un posto di lavoro di tutto rispetto con importanti guadagni e quant’altro. Tuttavia, come ben sappiamo, il settore, invece, particolarmente remunerativo è quello riguardante il mondo di Internet. Al giorno d’oggi, molti ragazzi vorrebbero lavorare sulle piattaforme Web come blogger, youtuber eccetera, e questo perché si è scoperto che non è la laurea a dare la certa opportunità di trovare una considerevole occupazione.
Tra gli impieghi piuttosto proficui su Internet, i quali però richiedono il possesso di una laurea, vi sono: il mobile developer, ovvero sviluppatore di applicazioni e programmi per i dispositivi mobili; ed elaboratore e trasmettitore di informazioni. Ma se queste professioni pretendono la laurea in Ingegneria informatica, ve ne sono altre che, sebbene all’inizio sembrano non fruttare granché economicamente parlando, a lungo andare e grazie all’aumento di visibilità, generano profitti. Tra questi, come accennato sopra, vi sono lo youtuber, il blogger (o anche fashion blogger) e l’influencer: nessun titolo di studio richiesto, ma solo tanta, tanta dedizione a quello che è un comparto sempre più in ascesa.
Tra le mansioni che non esigono particolari conoscenze e che sono al di fuori del web, troviamo: l’agente di pompe funebri, con guadagni annui che si aggirano intorno alle 70 mila euro, e il controllore di traffico aereo, con introiti di, addirittura, 100 mila euro annui all’incirca. Altre personalità lavorative particolarmente importanti sono lo chef, il food and beverage managers, l’infermiere professionista, il farmacista, l’igienista mentale, il fisioterapista e il medical advisor, tutte con ricavi notevoli. È un sollievo sapere che non è indispensabile prendere la laurea per, in primo luogo, trovare un luogo e, successivamente, guadagnare ingenti somme di denaro, ma si spera che non sia di incoraggiamento a molti dei giovani i quali, oggi, alla cultura preferiscono lo schermo di un computer.
Anastasia Gambera
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