Il quadro del secondo turno dei playoff NBA nella Western Conference è ormai definito. All’appello mancava soltanto la sfidante degli Oklahoma City Thunder, che sarà Dallas. I Mavericks, infatti, si impongono per 114-101 in gara-6 contro i Los Angeles Clippers davanti ai propri tifosi. Come già avvenuto in molte delle precedenti partite della serie, i Mavs dominano in lungo e in largo e mettono in mostra una grande intensità difensiva, forzando gli ospiti a commettere tanti errori in impostazione e al tiro.
La facilità con cui i Clippers si erano aggiudicati gara-1 senza l’infortunato Kawhi Leonard (28 punti e 8 assist per James Harden nel 109-97 finale) aveva lasciato intendere che i californiani avrebbero recitato il ruolo dei favoriti nella serie. Dallas ha poi risposto nelle successive due partite, aggiudicandosi sia gara-2 (96-93 a Los Angeles, 32 punti e 9 assist per Luka Dončić) che gara-3 (101-90 tra le mura amiche). Il pareggio dei Clippers in gara-4 non ha minato le certezze dei Mavericks, semmai le ha rese ancor più concrete.
Luka Dončić e Kyrie Irving, il duo che ha riportato i Dallas Mavericks al secondo turno dei playoff dopo due anni. (Fonte: All Things Mavs).
Nonostante il ko per 116-111, propiziato dai 33 punti di Paul George e James Harden, infatti, i texani erano quasi riusciti a rimontare uno svantaggio di 31 punti, dimostrando grande tenuta sia mentale che fisica. Ciò è emerso in gara-5, con gli uomini di Jason Kidd capaci di sbancare la Crypto.com Arena senza particolari patemi d’animo, rifilando ai Clippers un ko di ben 30 punti, con Dončić sugli scudi (35 punti, 7 rimbalzi e 10 assist per lui). Quest’ultimo ha vissuto momenti di alti e bassi nel corso della serie, facendo più fatica del dovuto al tiro (24% da dietro l’arco con 16/67), ma non segnando mai meno di 22 punti in una singola partita della serie.
L’uomo copertina di Dallas è Kyrie Irving, che con 40 punti fa sfiorare una clamorosa rimonta ai suoi in gara-4. L’ex Cavs e Celtics sale in cattedra anche nella decisiva gara-6, chiusa con 30 punti, 6 rimbalzi, 4 assist, 2 recuperi e altrettante stoppate col 58% dal campo (11/19) e il 56% dalla lunga distanza (5/9). Problemi al tiro, invece, per Dončić, che non va oltre il 35% dal campo (9/26) e il 10% da tre (1/10), facendo comunque registrare 28 punti, 7 rimbalzi e 13 assist.
Tra le file dei Clippers, il miglior scorer è Norman Powell con 20 punti in uscita dalla panchina, mentre deludono Paul George (18 punti e 11 rimbalzi con 6/18 al tiro e 2/10 dalla lunga distanza) e James Harden (16 punti e 13 assist con 5/16 dal campo e 0/6 da dietro l’arco). Il loro drastico calo nelle ultime due gare della serie ha fatto rimpiangere e non poco l’assenza di Kawhi Leonard, che ha giocato soltanto due partite, entrambe perse dai suoi.
Dopo un ottimo avvio di playoff, James Harden e i Clippers si sono arresi al cospetto dei Mavericks in sei partite. (Fonte: Los Angeles Times).
Dallas, dal canto suo, passa il turno nonostante l’assenza di Tim Hardaway jr. (appena 22 minuti spalmati su due gare per il Sesto uomo dei Mavericks) e un Dončić tutt’altro che in forma smagliante. Lo sloveno e Irving sono le principali ragioni del successo dei Mavs, ma non certo le uniche. Degni di nota, infatti, anche gli apporti dei giocatori di contorno, come Derrick Jones Jr. (quattro partite in doppia cifra), P.J. Washington (18 punti in gara-2), Maxi Kleber (miglior tiratore da tre dei texani col 56%) e i centri Daniel Gafford e Dereck Lively.
I Dallas Mavericks si qualificano per la seconda volta negli ultimi tredici anni alle semifinali di Conference, dove affronteranno i sorprendenti Oklahoma City Thunder, reduci dal primo posto nella Western Conference e da uno sweep rifilato ai malcapitati New Orleans Pelicans al primo turno dei playoff NBA. I Clippers, dal canto loro, escono per il secondo anno consecutivo al primo turno. Ai nastri di partenza della postseason le loro ambizioni erano ben diverse.
Per i losangelini si profila l’ennesima estate a dir poco intensa, con James Harden e Paul George in scadenza di contratto e il coach Tyronn Lue finito nel mirino dei rivali cittadini dei Los Angeles Lakers, dove ritroverebbe LeBron James, con cui vinse uno storico titolo ai Cleveland Cavaliers nel 2016. Il progetto dei Clippers, iniziato nel 2019 con gli arrivi di Leonard e George, sembra ormai giunto al termine. Ben poche le soddisfazioni raccolte dalla franchigia di proprietà di Steve Ballmer nel corso di questi anni (tre eliminazioni al primo turno nelle ultime sei stagioni).
Dennis Izzo
Fonte foto in evidenza: Sports Illustrated
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Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.
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