BOLOGNA – Poco meno di ventimila sono le infrazioni al codice della strada che la Polizia Stradale bolognese ha rilevato in questo primo semestre dell’anno. Un’attività di controllo del territorio e vigilanza stradale che ha visto impegnate circa 8.100 pattuglie, mediamente 37 pattuglie al giorno, delle quali almeno 31 sulle tre autostrade (A14, A1 e A13), che intersecano la provincia e che si congiungono nel nodo bolognese.
Le priorità, oggi, sono molte, ma l’attenzione maggiore è stata rivolta a quei comportamenti ritenuti ancora tra i più pericolosi e sempre più spesso causa di incidenti stradali: la velocità, specie dei numerosi mezzi pesanti che quotidianamente attraversano la provincia, la distrazione alla guida, soprattutto determinata dall’uso indiscriminato dei telefoni cellulari, e, ancora, la guida in condizioni psicofisiche alterate dall’abuso di alcool; senza trascurare, infine, l’obbligo di indossare le cinture di sicurezza, specialmente quelle dei passeggeri posteriori. L’obbligo di indossare le cinture di sicurezza, seppur non direttamente collegato al verificarsi di incidenti stradali, contribuisce sensibilmente a ridurne le conseguenze fisiche per le persone coinvolte. Indossare la cintura, insomma, non impedisce il verificarsi dell’incidente stradale, ma salva la vita e, più spesso, riduce l’entità delle lesioni, o, addirittura, annullare la possibilità che ci siano feriti. Il nuovo fronte per gli organi di Polizia stradale è, oggi, rappresentato dalla cintura di sicurezza per i passeggeri posteriori, ancora ben lungi dall’essere metodicamente rispettato e sul quale sono rivolti i maggiori sforzi.
Un fenomeno che preoccupa da tempo, specie la Polizia stradale, che opera in modo esclusivo sulle autostrade italiane, è dato dal crescente numero di autocarri che percorrono la penisola in lungo e in largo per lo scambio delle merci più varie, e che vedono, ancora una volta, il complicato nodo bolognese come protagonista di frequenti scontri e tamponamenti, purtroppo, talvolta, con gravi conseguenze per le persone e per il traffico. Per tale motivo, verificato che le cause sono spesso da addebitarsi alla velocità unita alla distrazione, ma anche ai tempi di guida e riposo, non sempre rispettati, l’attività di controllo e contrasto ha riguardato anche questa particolare tipologia di trasporto su gomma.
Avvalendosi delle moderne tecnologie in dotazione alle pattuglie, ma anche dell’esperienza e preparazione professionale del personale della Polizia stradale, i risultati sono veramente ragguardevoli: oltre 2400 le infrazioni per il superamento dei limiti di velocità e tra queste, circa il 60 per cento riferibile ai mezzi pesanti, a carico dei quali sono emerse, inoltre, 670 infrazioni ad altrettanti autisti che non hanno rispettato i tempi di guida, di pausa e di riposo; senza tralasciare i 340 casi in cui il cronotachigrafo presentava malfunzionamenti o, addirittura, manomissioni. I controlli quotidiani sul corretto uso di telefonini e smartphone durante la guida, sono, poi, sfociati in numerosi accertamenti di infrazioni (circa 1300); al pari, altre 1300 sono state le violazioni riferite all’uso delle cinture di sicurezza, anche posteriori. Molto rimane ancora da fare: i risultati dell’attività di controllo e contrasto, seppur lusinghieri, non sono ancora sufficienti a determinare il difficile e purtroppo lento, cambio culturale, soprattutto se riferito all’uso del telefono. Il problema è complesso: l’attività di repressione delle condotte sbagliate, che deve essere ulteriormente rafforzata avvalendosi di nuove risorse tecnologiche, passa anche attraverso la revisione del sistema sanzionatorio, oggi evidentemente non ancora ben calibrato alla gravità del fenomeno.ì
Il livello di contrasto alla guida in stato di ebbrezza è mantenuto costantemente alto e i controlli sono pressoché quotidiani: tutte le pattuglie sono dotate di precursore per l’alcol, e molte di esse, anche dell’indispensabile etilometro. Le infrazioni specifiche, in aumento rispetto all’anno passato, sono state, in questo caso, 260. Anche a tal riguardo si denota la presenza di modelli culturali e comportamentali ancora ben lungi dall’essere debellati, seppure in lento, ma costante e positivo, mutamento. Ciò, grazie alla preziosa attività, più che ventennale, della Polizia stradale, non solo nel campo della repressione, ma anche in quello dell’informazione, della formazione e della diffusione, tra l’opinione pubblica, di rinnovati modelli comportamentali maggiormente virtuosi. Le condotte scorrette su strada hanno, inevitabilmente, un risvolto negativo in termini di incidentalità: gli incidenti, che si sono verificati in questo periodo, alcuni dei quali anche molto gravi, sono stati 592, con nove sinistri mortali, tutti verificatisi in autostrada e più di 200 persone ferite.
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