Negli ultimi giorni, l’Italia è stata teatro di una polemica che ben presto è diventata di natura politica e ideologica. L’intellettuale e professore universitario Antonio Scurati ha accusato il governo e la Rai di censura in seguito alla cancellazione del proprio monologo a “Che sarà” in occasione del 25 aprile. Di seguito la denuncia da parte di Serena Bortone, la versione di Scurati e della Rai e il commento di Giorgia Meloni attorno alla vicenda.
Sabato 20 aprile Antonio Scurati, vincitore del premio Strega del 2019, avrebbe dovuto recitare un monologo durante la puntata del programma “Che sarà” condotto da Serena Bortone. In seguito a circostanze che sono ancora poco chiare, il monologo è stato cancellato. Il discorso dello scrittore poneva al centro tematiche ricollegate alla ricorrenza della liberazione del 25 aprile. La vicenda ha provocato nel giro di poche ore un caso politico, con varie accuse di censura ai vertici Rai e al governo.
La conduttrice Serena Bortone ha chiesto spiegazioni sulle motivazioni che hanno portato alla cancellazione del monologo. Non ottenendo nessuna valida risposta, ha deciso di rendere nota la questione tramite il suo profilo social. La Bortone ha affermato: “Ho appreso ieri sera, con sgomento, e per puro caso, che il contratto di Scurati era stato annullato. Non sono riuscita ad ottenere spiegazioni plausibili“. La sua presa d’iniziativa ha così scatenato un caso ideologico e mediatico, in una situazione già largamente critica per la Rai. Ricordiamo infatti che solo a una decina di giorni fa risale il comunicato del sindacato dei giornalisti della Rai in protesta ai cambiamenti relativi alla Par condicio da parte della Commissione di vigilanza, sotto proposta della maggioranza al governo.
Serena Bortone ha deciso di leggere lei stessa in diretta tv il monologo “oscurato” di Scurati, affermando: “Siccome ho letto ricostruzioni fantasiose e offensive, preciso che la reazione di Scurati è stata di regalarmi il testo scritto per noi, autorizzandomi a leggerlo: cosa che adesso farò.”
In seguito alla scoppio del caso Scurati la Rai ha subito replicato su quanto accaduto parlando di questioni economiche e non editoriali. Paolo Orsini, direttore Approfondimenti, ha giustificato l’operato del servizio pubblico affermando: “Nessuna censura. La partecipazione dello scrittore Antonio Scurati alla trasmissione “Chesarà”, condotta da Serena Bortone, non è mai stata messa in discussione”. Orsini ha poi aggiunto che sono in corso degli accertamenti sulla vicenda di natura essenzialmente contrattuale ed economica. Si tratterebbe di “cifre più elevate di quelle previste e altri aspetti promozionali da chiarire connessi al rapporto tra lo scrittore e altri editori concorrenti”.
Il direttore generale Giampaolo Rossi ha chiarito alcuni punti in difesa della Rai: “È in atto un’istruttoria per verificare se ci siano stati errori relativi alla mancata partecipazione dello scrittore Scurati alla trasmissione ‘Che sarà’ di Serena Bortone, partecipazione che era prevista nel comunicato stampa ufficiale uscito la sera prima della puntata in questione“. Proprio Rossi si è espresso riguardo alle accuse di censura, dichiarandosi “obbligato a ricordare che la narrazione di una Rai che censura è del tutto priva di fondamento“.
Anche la Commissione di Vigilanza si è espressa in merito alla questione. “Casi come quello che coinvolge in queste ore Antonio Scurati rischiano di screditare il servizio pubblico, ne minano la credibilità e gettano un’ombra sulla sua indipendenza. Non è accettabile trattare così una personalità del calibro di Scurati. È necessario che l’azienda dia risposte più dettagliate sulle ragioni che impedirebbero la sua presenza nella trasmissione di Serena Bortone. Mi auguro che non si tratti di una scelta editoriale…per sgomberare il campo da qualunque sospetto di intento censorio”, così si è espressa la presidente Floridia.
Alcuni retroscena riportati da La Stampa racconterebbero di una Giorgia Meloni incredula che non si sia subito parlato di questioni economiche.
Lo scrittore Antonio Scurati ha ovviamente detto la sua riguardo alla controversia con la Rai che lo vede, suo malgrado, protagonista. Sul sito di Repubblica è stato riservato uno spazio in cui Scurati ha difeso la sua versione dei fatti, parlando apertamente di “violenza, non fisica, ma pur sempre violenza“. Ammette di aver vissuto molto male questa situazione, sentendosi attaccato dal governo in qualità di semplice privato cittadino.
Negli ultimi giorni, il professore e giornalista, si è trovato coinvolto in quello che è divenuto il caso mediatico più rilevante del momento. Ha dichiarato: “Dall’oggi al domani mi ritrovo al centro di una polemica politico-ideologica accanita, con attacchi personali denigratori che mi dipingono come un profittatore, come uno che estorce il problema che questo qualcun altro non è uno qualunque, è il capo del governo. Si è perso il senso della democrazia in questo Paese“.
Parole molto dure e di impatto che seguono un intervento sintetico, ma di altrettanta fermezza da parte della premier Meloni. La presidente del Consiglio ha pubblicato sui propri profili social per intero il monologo che sarebbe stato censurato affermando che “chi è sempre stato ostracizzato e censurato dal servizio pubblico non chiederà mai la censura di nessuno“. Inoltre la Meloni ha continuato il proprio discorso rivolgendo un’accusa all’opposizione. “In un’Italia piena di problemi, anche oggi la sinistra sta montando un caso. Stavolta è per una presunta censura a un monologo di Scurati per celebrare il 25 Aprile. La sinistra grida al regime, la Rai risponde di essersi semplicemente rifiutata di pagare 1800 euro per un minuto di monologo“.
Dall’affermazione della Premier sembrerebbe che tutto giri intorno a una questione meramente economica, versione completamente smentita però dal diretto interessato. Oltretutto vi sarebbe la volontà di far passare la cifra richiesta come esorbitante, se messa a paragone con uno stipendio mensile di un qualsiasi cittadino.
Scurati ha parlato a chiare lettere di vera e propria diffamazione, in quanto ritiene che quanto detto dalla rappresentante del governo sia “falso sia per ciò che concerne il compenso sia per quel che riguarda l’entità dell’impegno”. Ritiene che la decisione di cancellare il suo intervento sia legata a questioni editoriali, in quanto i suoi precedenti lavori di indirizzo anti fascista, avrebbero fatto storcere il naso; versione già smentita dall’attuale governo.
Fonte foto in evidenza: Point
Alessia La Porta
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Nata a Taormina nel 2001 sotto il segno del toro che le ha conferito tanta pigrizia, ma anche caparbietà. Amante di tutto ciò che c’è di bello al mondo e delle belle lettere, dopo la maturità classica si è iscritta alla facoltà di lettere a Catania. Ha sin da piccola amato leggere e scrivere, passioni di cui non può fare a meno tanto da sperare un giorno di farne un lavoro. Sogna spesso troppo in grande, ma d’altronde, audantes fortuna iuvat, o no?