L’11 aprile 2024 la Commissione di Vigilanza della Rai ha predisposto un emendamento sulla par condicio in vista delle elezioni europee di giugno. I giornalisti Rai non ci stanno e mandano in onda un comunicato stampa in cui confermano il loro disappunto riguardo a tale decisione. Inoltre, proprio nella giornata di ieri l’ennesimo volto storico della Rai, Amadeus, ha detto addio alla televisione nazionale.
La Commissione di Vigilanza della Rai ha approvato un emendamento che permette alla maggioranza al governo di avere più spazio televisivo durante la campagna elettorale in vista delle elezioni europee di giugno. La Commissione di Vigilanza è un organo che ha il compito di controllare l’attività della tv pubblica. L’emendamento introdotto riguarda AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) che ha proposto delle modifiche sulla Par Condicio, strumento introdotto nel 2000 per regolare l’influenza politica nella comunicazione pubblica. Risalendo al 2000, rappresenta uno strumento per molti da revisionare o addirittura da sostituire con una versione più aggiornata al contesto odierno. In realtà sappiamo che le regole sulla gestione della comunicazione politica vengono aggiornate ogni qual volta si presenta il periodo di elezioni nel nostro Paese.
La proposta ha origine nelle file della maggioranza al governo, sono stati infatti Fratelli d’Italia, Lega e Noi Moderati a proporre all’AGCOM tali variazioni. Hanno affermato riguardo alle testate giornalistiche: “qualora in essi assuma carattere rilevante l’esposizione di opinioni e valutazioni politico-elettorali, sono tenuti a garantire la più ampia possibilità di espressione, facendo in ogni caso salvo il principio della ‘notiziabilità’ giornalistica e la necessità di garantire ai cittadini una puntuale informazione sulle attività istituzionali e governative“. Parafrasando, significa che i candidati potranno parlare senza alcun vincolo di tempo riguardo ai punti della loro candidatura e in fasce orarie dove gli ascolti sono più alti.
L’opposizione a sinistra si è mostrata avversa a tale proposta, in quanto andrebbe ad avvantaggiare i candidati alle europee che appartengono alla maggioranza di governo. Tra le possibili candidature, non ancora confermate, potrebbero esserci la stessa Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il Ministro degli Esteri Tajani. I partiti d’opposizione hanno votato contro la proposta e il PD ha affermato: “c’è stata […] la volontà di far esondare il governo durante la campagna elettorale eliminando il motivo stesso per cui esiste la par condicio. Cioè si vuole comprimere la voce dell’opposizione“. Molto dura anche la risposta degli esponenti del Movimento Cinque Stelle che afferma: “quando vogliono approvare qualcosa che gli interessa procedono come schiacciasassi rifiutando ogni tipo di mediazione“.
Non solo i politici hanno espresso la loro posizione di contrasto al cambiamento della par condicio, ma anche i giornalisti hanno preso le dovute distanze.
L’Usigrai, il sindacato dei giornalisti della rete pubblica, ha fatto sentire la propria voce tramite un comunicato stampa. Si rende nota la situazione che i giornalisti della rete pubblica stanno vivendo in merito al comunicato della Commissione di Vigilanza Rai.
Le parole dei giornalisti in diretta nazionale sono state molto ferme nella volontà di denunciare la loro insofferenza riguardo ai possibili cambiamenti in atto. I giornalisti verso la conclusione del notiziario del Tg1, Tg2 e Tg3 hanno affermato: “La maggioranza di governo ha deciso di trasformare la Rai nel proprio megafono. Lo ha fatto attraverso la Commissione di Vigilanza che ha approvato una norma che consente ai rappresentanti del governo di parlare nei talk senza vincoli di tempo e senza contraddittorio. Non solo, Rainews24 potrà trasmettere integralmente i comizi politici, senza alcuna mediazione giornalistica, preceduti solamente da una sigla“. Il discorso continua: “Questa non è la nostra idea di servizio pubblico, dove al centro c’è il lavoro delle giornaliste e dei giornalisti che fanno domande (anche scomode) verificano quanto viene detto, fanno notare incongruenze“.
“Per questo gentili telespettatori vi informiamo che siamo pronti a mobilitarci per garantire a voi un’informazione indipendente, equilibrata e plurale“, la promessa dei giornalisti rivolta ai telespettatori e fruitori dell’informazione pubblica.
Il 12 aprile AGCOM ha approvato la par condicio senza apportare modifiche per quel che concerne le tv private. Antonello Giacomelli, commissario AGCOM, ha reso nota la pubblicazione senza variazioni della par condicio affermando che “il testo è perfettamente sovrapponibile con la delibera approvata dalla Commissione di vigilanza“. Giacomelli ha rassicurato che “i criteri e le valutazione di AGCOM nell’esercizio del suo dovere di vigilanza saranno gli stessi delle consultazioni precedenti e saranno applicati in modo uniforme sia per le tv private che per il servizio pubblico“.
In realtà tale nota entra in contrasto con quanto anticipato dalla Commissione di Vigilanza Rai. Vedremo solo in seguito se la tv privata e la tv pubblica seguiranno regole differenti nel corso delle campagne elettorali europee di giugno.
L’addio di Amadeus alla Rai era già una voce che circolava da tempo, ma proprio nella giornata di ieri è arrivata la conferma. Tra i volti più amati degli italiani, dopo aver condotto ben cinque Festival di Sanremo di fila, il conduttore passerà a Discovery, su canale Nove. Non è il primo caso, poiché anche Fabio Fazio e il format di “Che tempo che fa” hanno già cambiato canale dall’ottobre dell’anno scorso trasferendosi sul Nove. Lo stesso sindacato dei giornalisti ha però evidenziato delle differenze tra i due casi in quanto, per Fazio, non c’è stata diretta responsabilità da parte del vertice per il suo cambio di rotta. Nel caso di Amadeus, non si tratterebbe di ragioni economiche, ma di indisponibilità da parte della Rai di realizzare il suo progetto di innovazione della rete pubblica.
Il sindacato, artefice di questo comunicato stampa, ha anche reso noto il proprio giudizio negativo nei confronti di Sergio Rossi e della sua gestione. Richiamando l’attenzione sul caso Amadeus e sul suo addio alla Rai è stato detto: “Sui giornali, inoltre, si legge di pressioni sul conduttore per far lavorare personaggi dello spettacolo vicini alla presidente del Consiglio. Un metodo che, se confermato, danneggerebbe fortemente la nostra azienda. La Rai a guida Sergio Rossi è attenta solo alle sollecitazioni della maggioranza di governo e dei partiti in genere. Tace di fronte a norme sulla par condicio, che rischiano di far fuggire altri telespettatori, e investe su costosissimi programmi flop”.
Fonte foto in evidenza: Point
Alessia La Porta
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Nata a Taormina nel 2001 sotto il segno del toro che gli ha conferito tanta pigrizia, ma anche caparbietà. Amante di tutto ciò che c’è di bello al mondo e delle belle lettere, dopo la maturità classica si è iscritta alla facoltà di lettere a Catania. Ha sin da piccola amato leggere e scrivere, passioni di cui non può fare a meno tanto da sperare un giorno di farne un lavoro. Sogna spesso troppo in grande, ma d’altronde, audantes fortuna iuvat, o no?