L‘idea del Ponte sullo stretto sta diventando sempre più realtà con la recente pubblicazione delle liste degli espropri nelle zone interessate al cantiere. Da questa prima fase prende inizio l’iter di realizzazione del tanto discusso Ponte sullo stretto di Messina che da decenni è al centro di un forte dibattito pubblico e politico.
La questione del Ponte sembra ritornare ciclicamente sul panorama politico italiano e ogni governo che si è succeduto negli ultimi 50 anni ha dovuto fare i conti con tale proposta. L’idea di realizzare un ponte che colleghi l’isola siciliana al resto dello stivale ha in realtà origini antichissime, ancora più antiche di quanto siamo abituati a pensare. Dagli antichi romani a Carlo Magno, da Ferdinando II di Borbone a Mussolini, in epoca recente l’ultimo a parlare seriamente del ponte è stato Silvio Berlusconi. Ad oggi, l’era del governo Meloni, il “sogno” di milioni di italiani sembra aver preso forma. Se l’eruzione vulcanica del 1908 aveva di fatto messo a tacere la possibile realizzazione di un ponte sul mare lungo più di tre chilometri, adesso i passi avanti negli studi ingegneristici permetterebbero di rendere fattibile il progetto.
Il vicepremier e ministro dei trasporti Matteo Salvini ha parlato molto e a lungo del ponte e solo pochi giorni fa sono stati pubblicati gli elenchi con gli espropri per l’avvio dei lavori. Ecco le parole di Salvini: “Oggi è stato pubblicato sui quotidiani nazionali e territoriali l’avviso di avvio del procedimento relativo agli espropri che consentirà a tutti gli interessati di prendere visione della documentazione e formulare eventuali osservazioni, a tal fine la società ‘Stretto di Messina’ ha aperto sportelli informativi sia a Messina sia a Villa San Giovanni. A decorrere dall’8 aprile e per la durata di due mesi fornirà supporto e assistenza. È stata anche indetta e convocata per il 16 aprile la Conferenza dei Servizi. Questa è la risposta che dobbiamo a milioni di siciliani, calabresi e italiani dopo 50 anni di mancate promesse“.
Il 3 aprile 2024 la società Stretto di Messina S.P.A ha pubblicato l’elenco di coloro che dovranno cedere o rendere utile il proprio terreno. A partire da ieri 8 aprile i proprietari delle abitazioni presenti nell’elenco avranno un tempo massimo di 60 giorni per comunicare eventuali informazioni tramite raccomandata o PEC. Coloro citati nell’elenco potranno presentare tutta la documentazione necessaria per una stima del valore dell’immobile e del terreno soggetto all’esproprio. Durante il periodo di questi due mesi i coinvolti avranno la possibilità di recarsi negli uffici indicati nell’avviso. Tale disponibilità viene concessa per fornire ogni chiarimento e per eventuali comunicazioni. Sulla sponda calabrese gli info-point risulteranno disponibili solo da mercoledì 11 aprile e solamente in determinati giorni.
L’avviso ufficiale indica le ditte proprietarie e il piano particellare che sarà affisso anche agli Albi pretori di ogni comune interessato. Dal lato della Calabria abbiamo i seguenti comuni: Campo Calabro, Gioia Tauro, Limbadi, Nicotera, Seminara, Terranova Sappo Minulio, Varapodio e Villa San Giovanni. In Sicilia invece i cittadini soggetti ai provvedimenti risultano residenti in: Messina, Saponara, Torregrotta, Valdina, Venetico e Villafranca Tirrena.
Alla pubblicazione dell’avviso salta subito all’occhio una differenza lampante tra la condizione degli espropriati e coloro che invece potranno rimanere, ma sotto asservimento. Dei 3,7 milioni di metri quadrati necessari per la realizzazione del ponte, una parte sarà soggetta a esproprio. In questo caso i proprietari dovranno abbandonare le proprie abitazioni e terreni e avverrà un indennizzo pieno. In queste aree il ponte poggerà la propria struttura, o dovrà passare la ferrovia.
Una parte delle abitazioni presenti nell’elenco otterrà invece un indennizzo solo parziale in quanto avverrà solo un asservimento. In questo caso l’area interessata è solo funzionale la cantiere, dunque le società interessate non hanno la necessità di acquisizione. In questo caso si parla di una sorta di “schiavitù” poiché il proprietario non perde la proprietà privata, ma deve sottostare a delle condizioni per permettere lo svolgimento del cantiere. Per esempio sarà possibile offrire un indennizzo per permettere ad ogni famiglia di affittare un abitazione il tempo necessario per finire i lavori, alla conclusione dei quali l’abitazione sarà restituita nella forma originaria. Per entrambe le opzioni l’avviso parla di un bonus utile per affrontare le varie spese dei cittadini coinvolti, su una media di più o meno 20 mila euro.
Alla pubblicazione della lista sui siti istituzionali, molti cittadini hanno manifestato il loro dissenso riguardo ai provvedimenti messi in atto. I proprietari delle case segnalate per l’espropriazione hanno affermato a gran voce che lotteranno fino all’ultimo pur di non abbandonare la propria casa. Molti di loro hanno affermato di vivere da anni con la paura di poter un giorno vivere questo momento. Purtroppo per molti il timore è divenuto realtà.
Forse ancora peggiore è la condizione di coloro che invece possono rimanere nelle proprie case, ma ha delle condizioni ben precise. I proprietari delle abitazioni in prossimità della zona dove poggerà il ponte, non solo dovranno cedere per un periodo la loro proprietà, ma saranno costretti a convivere con uno dei cantieri a cielo aperto più grande avviato in Italia (e forse nel mondo). Alcuni residenti pongono l’attenzione anche sulla vita una volta concluso il cantiere. Con la presenza del ponte la zona diventerà la più trafficata dell’intera isola, con conseguente inquinamento ambientale e acustico.
Il comitato di protesta “Invece del ponte” hanno contestato la messa a disposizione di uno sportello solo apparentemente volto all’aiuto dei cittadini. Affermano in tono di prostesa: “questo è il massimo che Pietro Ciucci (amministratore delegato della società Stretto di Messina) concede alle famiglie che temono per il loro futuro“. Parole molto dure che testimoniano il senso di frustrazione di ben 450 famiglie la cui vita è stata del tutto stravolta.
Fonte foto in evidenza: Point
Alessia La Porta
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Nata a Taormina nel 2001 sotto il segno del toro che gli ha conferito tanta pigrizia, ma anche caparbietà. Amante di tutto ciò che c’è di bello al mondo e delle belle lettere, dopo la maturità classica si è iscritta alla facoltà di lettere a Catania. Ha sin da piccola amato leggere e scrivere, passioni di cui non può fare a meno tanto da sperare un giorno di farne un lavoro. Sogna spesso troppo in grande, ma d’altronde, audantes fortuna iuvat, o no?