BRUXELLES – Proseguono senza sosta le indagini condotte dalle autorità belghe sui tragici attentati compiuti dalla cellula jihadista di Molenbeek all’aeroporto di Zaventem e alla stazione della metropolitana di Maelbeek, che sono costati la vita a 35 persone. Nelle ultime ore sono emersi alcuni dettagli inquietanti sulla vicenda da una lettera aperta scritta da una sigla sindacale riconducibile alla polizia aeroportuale di Bruxelles e diffusa dal quotidiano belga Het Belang van Limburg. Nel messaggio si fa riferimento non soltanto all’inefficienza delle misure di sicurezza all’interno dello scalo aeroportuale colpito dagli attentatori, ma anche alla possibile presenza di alcuni informatori del sedicente Stato islamico, infiltrati tra gli addetti dell’aeroscalo, i quali avrebbero in qualche modo “preparato il terreno” al gruppo di fuoco entrato in azione la mattina di martedì 22 marzo.
Nel frattempo Cedric Moisse, l’avvocato difensore di Salah Abdeslam, ha fatto sapere agli organi di stampa che il suo assistito intende collaborare con le autorità francesi. La mente delle stragi di Parigi al momento si trova rinchiuso all’interno del carcere di massima sicurezza di Bruges, a 100 km a nord di Bruxelles. Il giorno successivo all’arresto, avvenuto presso il covo di Molenbeek in cui era asserragliato da 4 mesi, l’uomo aveva sostenuto tre interrogatori, salvo poi smettere di collaborare con i magistrati dopo gli ultimi attentati.
Gabriele Mirabella
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