Questa è la storia di un piccolo borgo agricolo, Consonno, comune di Olginate, in provincia di Lecco. Storia anche di un uomo: un imprenditore visionario e dispotico, di case abbattute con bambini dentro, di persone sfrattate, di frane, incuria e abbandono.
All’inizio del 1900 il paese è popolato da circa trecento persone, ma dopo la Seconda Guerra Mondiale la maggior parte di queste si trasferisce in altre zone per poter lavorare in fabbrica: rimangono in sessanta le anime che continuano a viverci, trasformandosi in una cittadina quasi deserta.
Con il boom economico italiano, l’alba degli anni ’60, fa ingresso nella scena del centro abitato il conte di Valle dell’Olmo, Mario Bagno, un imprenditore con un’idea in testa: qualcosa a metà tra Cortina e Disneyland, la città del divertimento, forte della vicinanza a Milano, sempre più metropoli del benessere. Nel 1962 il conte rileva per 22 milioni e 500 mila lire l’intero borgo con l’intenzione di creare uno shopping center. La prima cosa costruita è stata una strada di collegamento con il Comune di Olginate; poi vennero demolite tutte le cascine, eccezion fatta per la chiesa medievale di San Maurizio, la canonica del parroco e il cimitero. Alla fine il “Paese dei balocchi” viene costruito ed è anche «un’impresa che rende, una fabbrica di soldi», come confessa lo stesso Mario Bagno in un’intervista rilasciata alla fine degli anni ’60. Il “Conte Amen”, come viene soprannominato, ha grandi idee per Consonno: «Campi da tennis, di bocce e di minigolf, piste di pattinaggio, un luna park e uno zoo», cose che però non saranno mai realizzate. Dopo qualche periodo Bagno decide di abbattere parte di una collina che nega la vista del monte Resegone. Errore costatogli fatale che ha determinato la fine del parco divertimenti, provocandone la distruzione totale. «Consonno era diventato un posto pieno di vita. C’erano così tante auto lungo la strada che non si riusciva a passare», dichiara un frequentatore abituale dell’epoca. Tra i migliaia di visitatori anche molti volti noti come Milva, Pippo Baudo e Mina.
Oggi la “Las Vegas brianzola” – uno dei tanti nomi datogli all’epoca – viene messa in vendita dagli eredi del conte sul sito Subito.it, per la “modica” cifra di 12 milioni di euro. L’appello viene gridato a gran voce dall’associazione Amici di Consonno, affinché qualcuno acquisti questa borgata violentata, rovinata e resa malinconica dai numerosi vandali e rave party illegali, con la speranza che torni a rivivere i tempi d’oro d’una volta. Fattosi portavoce di questa iniziativa, Francesco Facchinetti – conosciuto nel mondo dello spettacolo come DJ Francesco – ha lanciato una sfida alle grandi industrie che hanno segnato la storia d’Italia, affinché Consonno possa diventare la “città dei giovani”, un luogo simbolo della rinascita del nostro Paese afflitto dal buio periodo economico e sociale che sta attraversando.
Monica Ardizzone
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