Un Paese come il nostro con una storia dietro di grandi inventori, oggi assistiamo, invece, alla fuga sempre continua di cervelli all’estero. Roberto Carlino è un ingegnere aerospaziale napoletano 26enne, con una laurea conseguita a 23 anni con il massimo dei voti di 110 e lode e una menzione della commissione. «Pensava allo spazio già ai tempi delle scuole medie», spiega mamma Raffaella, che di professione fa il medico. Così, da Fuorigrotta, Roberto Carlino ha iniziato la sua ascesa iniziando con le scuole medie alla Silio Italico, il liceo scientifico al Mercalli, poi la Federico II.
Una vita vissuta sempre al massimo tra lo studio e le sue passini il paracadutismo e il calcio. Dopo la laurea Roberto dice: «Ho fatto quello che fanno tutti i ragazzi; ho iniziato a inviare il mio curriculum all’Agenzia Spaziale Italiana, alla Thales Alenia Space, al Centro Italiano Ricerche Aerospaziali. Nella maggior parte dei casi non ho neanche avuto una risposta; nessuno ha voluto concedermi un colloquio. Oppure la risposta era sempre la stessa, “Ci dispiace, non possiamo assumerti, c’è crisi”». Scoraggiato, non accetta la sconfitta e senza intenzione di mollare, Roberto Carlino si iscrive ad un master a Roma. Cosi riesce a crearsi un’occasione perfetta per farsi conoscere dalle grandi aziende. Infatti racconta che: «Con un professore riuscimmo ad organizzare un viaggio per visitare le più importanti aziende spaziali americane, tra cui la NASA in California. Oltre a visitare i centri spaziali, presentammo anche un progetto per una missione spaziale a cui avevamo lavorato durante il master. Alla NASA ne rimasero entusiasti e molto colpiti».
Tornato in Italia, sempre durante il periodo del master, Roberto inizia un tirocinio non retribuito nella capitale, in un’azienda spaziale italiana. Continua Carlino spiegando che: «Le modalità con cui si viene assegnati alle aziende per il tirocino è del tutto imparziale. Quindi dopo aver capito che in Italia non c’era spazio per i miei sogni, cercai di giocarmi l’unica carta che mi era rimasta. Cosi inviai il mio curriculum alla NASA e a quelle stesse persone che avevano assistito alla mia presentazione. Poco prima della fine del tirocinio ricevetti l’e-mail più importante della mia vita, la conferma che mi avevano accettato per un tirocinio di 6 mesi alla NASA con uno stipendio di 3.750 dollari, nel frattempo in Italia stavo lavorando gratis. Adesso al pensiero di trovarmi davanti allo space shuttle mi fa sentire come in un film. Per un istante ho immaginato di essere in contatto radio con Houston, nel bel mezzo di una missione. La cosa più triste è che un attimo dopo pensando alla mia vita in Italia, a Napoli, e quello che poteva offrirmi delle cuffie in testa in un call center a fare telemarketing».
Adesso Roberto Carlino si trova al centro NASA della Silicon Valley, in California, dove si occupa niente meno del progetto Mars, la sonda che verrà spedita su Marte per raccogliere campioni di suolo da analizzare. Lui si occuperà proprio della traiettoria e dell’orbita che seguirà la sonda.
Marcello Strano
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