MINEO (CT) – Che la gestione del CARA (Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo) di Mineo fosse stata truccata attraverso appalti viziati e tangenti era già da tempo una certezza dell’autorità giudiziaria. Da qualche mese, tuttavia, l’Autorità Nazionale Anticorruzione ha appurato che il centro in provincia di Catania è coinvolto nell’inchiesta Mafia Capitale. Il 27 maggio scorso Raffaele Cantone, presidente della suddetta autorità, ha comunicato al ministro Alfano l’illegittimità dell’appalto per la gestione del CARA, vinto nell’aprile 2014 da una serie di imprese, a propria volta “favorite” da un concerto di esponenti della politica e della criminalità organizzata. Coinvolto nell’inchiesta il sottosegretario all’Agricoltura Giuseppe Castiglione, peraltro organizzatore della gara d’appalto, il quale è stato accusato proprio di turbativa d’asta. Avvisi di garanzia anche per il sindaco di Mineo, Anna Aloisi; per Luca Odevaine, capo del Coordinamento nazionale sull’accoglienza per i richiedenti asilo del ministero dell’Interno, arrestato a novembre; per il presidente del Consorzio Sol Calatino Paolo Ragusa; e per il direttore del centro, Giovanni Ferrera.
Chi c’è, quindi, dietro il CARA di Mineo? Secondo quanto rilevato, sarebbe stata manomessa non solo la gara d’appalto del 2014, ma anche quella del 2011. Giuseppe Castiglione e Luca Odevaine, quest’ulimo conosciuto per essere stato vicecapo gabinetto di Veltroni e capo della polizia pronvinciale con Zingaretti, si sarebbero accordati, come testimoniano le intercettazioni, al fine di favorire alcune imprese, quali La Cascina, la Senis Hospes, il Consorzio Sol Calatino, la Pizzarotti (proprietaria del Residence degli Aranci) e alcune altre. «Noi dobbiamo creare un gruppo, poi facciamo la gara, però certo favoriamo le condizioni per cui ci sia un gruppo forte che sta roba qua vince»: queste alcune parole rivolte da Odevaine a Castiglione. Una volta che Castiglione ha lasciato l’incarico, l’ex funzionario di polizia si è trovato costretto a trovare un nuovo punto di riferimento in un consorzio di Comuni.
Ancora una volta il sottosegretario all’Agricultura Giuseppe Castiglione afferma di essere “caduto dalle nuvole”, non appena ricevuto l’avviso di garanzia, e si chiede di cosa si si stia parlando. Su Luca Odevaine, poi, dichiara: «Quando l’ex ministro Maroni mi chiamò per l’emergenza immigrati chiamai Odevaine. In quel momento era il direttore della polizia provinciale in carica a Roma, una persona autorevole, cosa avrei dovuto fare?». L’ex presidente della provicia probabilmente ha ragione, come si fa a dubitare dell’autorità costituita di un uomo che incassava tra i 10 e i 20 milioni in materia di accoglienza di migranti? I pentastellati hanno chiesto al Presidente Renzi di procedere alla revoca dall’incarico; il premier, però, si è dichiarato fiducioso nella non colpevolezza dell’accusato.
Su Mineo si abbatte la bufera, ma lo stesso avviene anche a Bronte, il Comune siciliano in cui lunedì 15 giugno il candidato NCD Salvatore Gullotta, favorito dal sindaco uscente Pino Firarello, suocero di Castiglione, è stato battuto al ballottaggio dal candidato PD Graziano Calanna.
Viviana Giuffrida
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