ROMA – La nuova riforma scolastica fortemente voluta dal governo Renzi, meglio nota con l’appellativo di “buona scuola”, è stata accolta in maniera negativa dal mondo dell’istruzione pubblica italiana, come testimoniano le numerose azioni di protesta contro il provvedimento di Palazzo Chigi.
Lo scorso 15 ottobre il presidente della commissione di Garanzia Roberto Alesse, in audizione al Senato della Repubblica, ha dichiarato che nell’anno corrente vi è stata «una brusca impennata con 52 proclamazioni e 45 azioni di sciopero nazionale effettive. L’aumento rispetto al 2014 è stato del 200%» ed è dovuto principalmente «dallo scontro su alcuni punti della riforma recentemente approvata dal Parlamento». Questi numeri non lasciano spazio a dubbi e documentano in maniera lampante come la “buona scuola” abbia lasciato una profonda spaccatura all’interno del sistema scolastico tricolore.
Gabriele Mirabella
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