I produttori avranno tempo fino al 2020 per adeguarsi alle nuove regole stabilite dal Paese europeo al primo posto per la salvaguardia del pianeta e dei propri abitanti, numerose le polemiche delle lobby di packaging.
L’ultima scelta della Francia di mettere al bando piatti, posate e bicchieri da tavola ha suscitato diverse contestazioni, tra cui anche dagli stessi francesi, costretti a cambiare le proprie abitudini. Con questa nuova norma piatti, bicchieri e posate dovranno essere in materiali compostabili, la norma sarà effettiva dal 2020, perfettamente inerente al disegno di legge Transizione energetica per una crescita verde passato lo scorso anno ed entrato in vigore nel mese scorso con l’obiettivo di contrastare il cambiamento climatico con politiche mirate e rigide. Gli ambientalisti e i verdi europei sono entusiasti di una simile scelta, ma sono consapevoli che questo avrà un effetto negativo sulle tasche dei consumatori. Bisogna affermare che in concreto non si hanno prove adeguate che il compostabile abbia un impatto minore della plastica, gli studiosi sono sicuri sul fatto che la ceramica, il vetro e l’acciaio siano la scelta giusta in luoghi come le scuole dove ci sarebbero tutti i presupposti e le attrezzature adeguate.
Per la realizzazione di un piatto compostabile sono necessarie materie prime come il mais o il legno, li si lavora sul suolo con l’acqua, ma anch’essi devono essere lavorati, trasportati e smaltiti e per il momento non c’è la certezza assoluta che sia più conveniente della plastica, servono ulteriori ricerche e sperimentazioni. Tutto ciò dà una speranza alle lobby del settore di opporre resistenza, in attesa che si facciano tutti i controlli. Pack2Go Europe, associazione di base a Bruxelles che riunisce tutti i produttori di packaging alimentari ha stabilito che farà ricorso contro il bando francese annunciando «faremo pressioni sulla Commissione europea perché questa norma non rispetta le regole sulla libera circolazione delle merci». Il segretario generale di Pack2Go Europe, Eamon Bates, ha affermato che non ci sono per ora prove che i materiali biologici siano migliori dal punto di vista ambientale e che i consumatori potrebbero interpretare la biodegradabilità del prodotto in maniera sbagliata col rischio di abbandono dopo l’uso.
In Francia sono bandite anche le buste per la spesa in plastica, a supporto della decisione francese si individua una scelta simile anche nello stato di Kamataka, in India, dove l’uso della plastica in sé è vietato; a San Francisco le buste per la spesa in plastica sono bandite dal 2007 e le bottiglie in plastica non possono essere portate nei luoghi pubblici dal 2014. La Francia ha ospitato l’ultimo summit mondiale COP21, resta al momento il paese europeo che maggiormente opera per migliorare con sforzi concreti la qualità della vita e la salute dei suoi cittadini tentando anche di diminuire l’impatto del riscaldamento globale. Tra le proposte future si prospetta un bando totale delle auto che non siano elettriche nel centro di Parigi, si cercherà di conformare tutti all’utilizzo della bicicletta come mezzo di spostamento, saranno banditi anche gli sprechi nei supermercati e ci sarà il divieto assoluto di gettare via l’invenduto. Sono tutte proposte valide a livello teorico, ma ciò su cui si appellano le stesse lobby è la totale mancanza di ricerche e prove fondate, cosa su cui si dovrà ancora lavorare molto.
Elisa Mercanti
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