CATANIA – Pochi giorni addietro, la pavimentazione di marmo del sagrato della Cattedrale cittadina, situata in Piazza Duomo, è stata ricoperta totalmente da un manto d’asfalto nero pece. L’atto ha suscitato non poche polemiche. Le menti di questo gesto si sono giustificate spiegando come tutto ciò sia stato fatto per il bene dei visitatori e dei cittadini per evitare il rischio di scivolare sui lastroni di marmo. In più, chi gestisce la Cattedrale non si è minimamente degnato di chiedere alcuna autorizzazione alla Sovrintendenza, come previsto dalla legge, o almeno così sembra. Il nero del bitume risulta, quindi, essere il livido lasciato dal pugno di asfalto che ha duramente colpito il sagrato della chiesa di Piazza Duomo.
Il sindaco di Catania Enzo Bianco ha, poi, prontamente ordinato una verifica atta a disciplinare coloro i quali hanno operato nell’area circoscritta a Piazza Duomo, punto di fondamentale importanza culturale della città etnea, senza essere muniti del permesso dell’assessore competente: «Questa amministrazione ha, infatti, sempre riservato un’attenzione particolare al patrimonio architettonico e artistico della città – riporta la nota del Comune – La verifica verrà fatta immediatamente anche se il pavimento del sagrato della Cattedrale in realtà, come ha anche attestato la Soprintendenza, non è stato affatto deturpato perché già da decenni quella parte del sagrato ne era priva ed era ricoperta da asfalto che da tempo si era ammalorato». «Quello che si è verificato nel sagrato della Cattedrale di Catania rasenta l’autolesionismo. Nessuna scusa o emergenza può giustificare un atto sconsiderato che lascia senza parole», queste le parole di condanna del presidente della Commissione Comunale Tributi, Salvatore Tomarchio, che ha, peraltro, ribadito come «coprire con il catrame il marmo antico» sia «un gesto che nessun amministratore avrebbe mai potuto autorizzare».
La notizia ha subito fatto il giro d’Italia. Persino Vittorio Sgarbi, usando l’hashtag #ArteSfregiata, ha dedicato un post sul suo profilo Facebook ufficiale a quanto accaduto nell’Etneo. Inoltre, la pavimentazione verrà riportata agli antichi fasti soltanto dopo la festa di Sant’Agata.
Ma quali sono questi antichi fasti? Probabilmente i catanesi, mossi da tanto patos artistico, non hanno nemmeno fatto caso a dove mettevano i piedi. La notizia, infatti, diventata virale, ha causato un’immane mobilitazione degli utenti dei principali social network quali Facebook e Twitter. Tuttavia, si tratta solo di qualcosa di lapalissiano e per accorgersene bastava prestare tali attenzioni ai propri beni artistici negli anni passati. Monsignor Barbaro Scionti, che ha in cura pastorale la Cattedrale, ha subito chiarito la faccenda: «Non è stato deturpato nessun pavimento ottocentesco, abbiamo solo ripristinato l’asfalto che era già presente da tempo e che poteva causare disagi a quanti lo calpestassero; terreno reso pieno di insidie dal naturale deterioramento del tempo».
È ancor più esplicita in merito la nota della Cattedrale ricevuta da LiveSiciliaCatania. Ivi si dichiara che:
«1. L’asfalto è preesistente e, almeno nella parte in questione, risale a circa 15 anni fa quando furono fatti i lavori per l’ingresso alle Terme Achilleiane.
2. L’intervento di ripristino temporaneo dell’asfalto è stato fatto di concerto con gli incaricati del Comune, e per loro opera, che da sempre si occupano della manutenzione del sagrato e della villetta della Cattedrale.
3. Il ripristino temporaneo è stato realizzato per riparare i forti dissesti causati dalle intemperie e così permettere di camminare in sicurezza.
4. Nessun pavimento ottocentesco è stato deturpato o ancor peggio occultato.
5. L’Ufficio Beni Culturali dell’Arcidiocesi aveva ampiamente segnalato agli organi competenti (2 febbraio 2007 e 7 marzo 2012) la necessità di sistemazione dell’area esterna della Cattedrale senza aver alcun riscontro, anche se senza dubbio alcune cose sono state realizzate. Infine, rispettando il diritto di informazione, dispiace che siano stati lanciati, nei confronti di chi si prende cura della Basilica Cattedrale, insulti ed accuse gratuiti, alcuni anonimi, non solo sui social network, ma anche su testate giornalistiche, andando ben al di là della cronaca».
Non è stato realmente deturpato nessun pavimento ottocentesco in marmo in quanto questo non esiste più: la pavimentazione, infatti, era divenuta estremamente pericolosa a causa delle cera che l’aveva invasa. La prima asfaltatura risale a circa 30 anni fa. E se – come diceva Seneca – tutta l’arte è un’imitazione della natura, ad oggi, pavimentazione occultata nel 2016 o nel 2001 cambia poco: suscita indignazione soltanto qualcosa di palese e che diviene scomodo agli occhi di tanti, come se l’unico problema della città fosse questo. Di questo passo, probabilmente, verrà ricoperta di asfalto tutta la città. Che Sant’Agata, dopo la lava, faccia un altro miracolo e fermi pure il bitume?
Francesco Raguni
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