PRATO – Tredici eroi mascherati e una missione da portare a termine: denunciare, seppur con leggerezza, il degrado della città di Prato. Si fanno chiamare Consorzio Supereroi Pratesi (#CSP) e sono avvocati, ingegneri, commercianti e operai dai 26 ai 38 anni, che da qualche settimana hanno fatto la propria apparizione nel Comune toscano. «Volevamo fare qualcosa di utile per la nostra città» confessa il portavoce della colorata e spensierata squadra, «e abbiamo trovato il modo sfruttando l’unico superpotere che ci appartiene per davvero: il saperci divertire insieme».
Nato come un semplice gioco durante un addio al celibato, il progetto dei 13 uomini mascherati è proseguito perché questi ultimi si sono accorti di quanto i costumi attirassero l’attenzione della gente. Così, hanno deciso di prendersi gioco del clima di paura che ha contagiato una parte della popolazione pratese a causa di furti, scippi e aggressioni, organizzando dei blitz colorati in alcune delle zone più problematiche del territorio. I Fantastici 13, cosi come sono stati soprannominati da Federico Taddia (giornalista de La Stampa), si recano sul luogo del misfatto con l’obiettivo di catturare qualche sorriso e attirare l’interesse sulla zona in questione. «Non apparteniamo a nessun partito e le nostre azioni non sono una critica all’amministrazione comunale: tra di noi abbiamo idee politiche anche molto diverse e siamo consapevoli di non aver la soluzione al problema. Però siamo stanchi di vedere la gente rassegnata oppure che fa finta di non accorgersi di quello che accade: quando arrivano le tutine il clima si rilassa, le persone si sentono più tranquille e per un breve lasso di tempo tutto sembra normale. Quello che speriamo è che sia una piccola goccia del mare in grado di portare un cambiamento».
Le diverse associazioni di Prato fanno ora a gara per averli come testimonial dei prossimi eventi di beneficenza e i bambini impazziscono per i tredici supereroi colorati, ma per i componenti del CSP è ora di guardare al futuro: «Quello che ci interessa è non essere strumentalizzati: fino a quando saremo utili alla città e questa cosa ci darà gioia entreremo in azione. Altrimenti saremo in grado di capire quando sarà il momento di toglierci il costume e sparire dalla circolazione».
Alessandra Munafò
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