ISNELLO (PA) – Nonostante i preoccupanti controlli di qualche mese fa della DIA di Palermo (risoltisi fortunatamente con un nulla di allarmante), sono in dirittura di arrivo i lavori per la costruzione del PAM (Parco Astronomico delle Madonie), già considerato il più innovativo di tutta Europa. La scorsa settimana, il Premio Nobel per la Fisica 2006 George Fitzgerald Smoot, in visita in Sicilia, propriamente a Isnello per partecipare a un meetup con i maggiori astrofisici del mondo, ha così presentato il PAM: «Il progetto del Parco astronomico di Isnello è un gioiello dell’umanità: il suo telescopio sarà capace di osservare uno spazio di cielo dieci volte il diametro della luna piena e di esaminare 50 miliardi di galassie».
Oltre a una stazione osservativa di ricerca, il parco prevede la presenza di un enorme planetario digitale di 10 metri con capienza di 75 posti, una terrazza osservativa con dodici telescopi riflettori e rifrattori, un radiotelescopio con parabola di 3 metri, un laboratorio solare dal quale sarà possibile osservare le attività del sole in tempo reale, un mappamondo monumentale con supporto ed asse di rotazioni, un planisfero, un laboratorio astronomico all’aperto con orologi solari di vario tipo e un museo multimediale. Dulcis in fundo, vi saranno anche due telescopi robotici di diametro di 100 metri per osservazioni di pianeti extrasolari in orbita a stelle vicine, e attività di Near-Earth Objects finding, in modo tale che ogni ricercatore collegato in rete, da qualsiasi parte del globo, possa osservare e studiare i vari fenomeni astronomici, tramite questi strumenti, via remote control.
Si parla della possibilità di costruire un laboratorio astronomico nella zona di Piano Battaglia da tempi remoti, esattamente dagli anni ‘70. Solo vent’anni dopo, l’ORSA palermitana (Associazione di astrofili) ha richiesto la costruzione di un parco. Insomma, una gestazione molto lunga per un progetto ambizioso, adesso finanziato con 15 milioni di euro, la cui metà proviene dal CIPE nell’ambito dei Fondi FAS assegnati alla Sicilia. «Il cielo delle Madonie fu già oggetto di verifiche e di osservazioni all’inizio degli anni ’70, quando si parlava del grande osservatorio del meridione d’Europa, osservatorio poi sorto alle Canarie. A quell’epoca si osservò il cielo delle Madonie e il cielo dell’Etna e il sito di Piano Battaglia risultò essere il più pulito, privo di inquinamento luminoso, con possibilità di osservazioni per più giorni l’anno, un sito ideale per la ricerca scientifica, la didattica e la divulgazione delle scienze astronomiche. Il Parco Astronomico delle Madonie raggiungerà punti di eccellenza superiori a quelle realizzate dalla University of North Carolina che ha realizzato una struttura simile, ma meno evoluta a Cerro Tololo in Cile», sostengono gli stessi amministratori dell’area.
Alberto Abate
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