L’Azienda ospedaliera universitaria di Pisa ha compiuto un passo da gigante, che consiste nell’utilizzare un robot per la chirurgia spinale. Mazor, questo il nome dell’automa, era stato acquistato dall’Aoup in forma sperimentale circa un anno fa e installato nelle sale operatorie di Neurochirurgia. Nelle ultime settimane, tuttavia, il robot sta iniziando ad essere adoperato non solo dai chirurghi e neurochirurghi dell’ospedale di Pisa, ma anche da tutta l’area Nord-Ovest. L’androide è impiegato per eseguire delicate operazioni di chirurgia vertebrale inerenti a malattie discali o erniali, ma anche per interventi di consolidamento della colonna vertebrale, per operazioni chirurgiche spinali con approccio posteriore e per la cura di patologie spinali non rispondenti ad altre terapie.
Caratteristica di Mazor è quella di riprodurre esattamente criteri chirurgici, in precedenza pianificati, sulla base di immagini radiologiche (nello specifico, Tac), riducendo dell’80% l’esposizione alle radiazioni. Come dichiarato dal direttore dell’unità operativa di Neurochirurgia dell’Aoup, Riccardo Vannozzi, rispetto a un essere umano l’androide si muove su un binario fisso diretto da un calcolatore, il quale sceglie lunghezza, spessore e direzione delle viti da apporre, dopo però aver ottenuto le immagini radiologiche sopracitate e controllato la perfetta aderenza con la colonna vertebrale dell’ammalato. Mazor è anche in grado di guidare le mani del chirurgo nella sistemazione delle viti, con una precisione di circa il 93%.
Le opportunità offerte dalla chirurgia robotica sono molteplici, fra cui evitare potenziali complicanze in sala operatoria, come la ripetizione dell’intervento per cattiva riuscita e la riduzione di terapie antalgiche post-operazione. È possibile affermare, quindi, che la tecnologiain tale campo è una ottima assisyente, specialmente per il significato che riesce ad avere in circostanze in cui l’uomo rischia di non poter dare il meglio di sé 10 volte su 10.
Anastasia Gambera
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