Suona la sveglia: è l’ora di alzarsi per andare al lavoro, a studiare, a scuola o all’università. Qual è la prima cosa che fanno la maggior parte delle persone, a parte vestirsi, lavarsi e pettinarsi? Bere il caffè ovviamente, requisito indispensabile per iniziare alla grande la propria giornata. C’è chi beve uno o più espressi e chi invece caffè lunghi in stile Starbucks: l’importante non berne troppo ed evitare un sovreccitamento da caffeina. Siffatte convinzioni, sebbene inesatte nella maggior parte dei casi, sono ormai radicate nella mente delle persone. Che il caffè sia un anti cancro, diabete e Parkinson è affermativo, ma nessuno ha mai evidenziato quali sono, invece, i potenziali danni causati dal caffè, di qualsiasi genere esso sia, se assunto di mattina. Come riportato da marieclaire.com, il neuroscienziato Steve L. Miller si è occupato di sfatare il suddetto mito, asserendo che il caffè appena svegli fa male, se non anche malissimo.
Nell’ipotalamo, struttura del sistema nervoso situata nella zona centrale interna dei due emisferi cerebrali (fonte: Wikipedia), vi è il cosiddetto nucleo soprachiasmatico, area composta dai neuroni e predisposta alla regolazione giornaliera di un essere umano riguardo le fasi ordinarie della fame e del sonno. Il nucleo soprachiasmatico secerne una sostanza chiamata cortisolo, definito addirittura “ormone dello stress” per via del continuo stato di allerta in cui mantiene la psiche di un uomo (sinonimo, nonostante tutto, di pura sopravvivenza). Al mattino viene erogato il cortisolo affinché si ritorni vigili mentalmente, ma se quest’ultimo va a scontrarsi con la caffeina è lì che avviene il preoccupante sovreccitamento di cui accusano il colpo molti bevitori più o meno accaniti di caffè.
Ansia, tristezza, malumore, insomma, tutti stati d’animo che si cercano di evitare proprio lungo l’arco della vita, sono gli effetti di tale scontro. Dato questo, il dottor Miller consiglia caldamente di non assumere il caffè in determinati momenti della giornata, nello specifico: dalle 8 alle 9; dalle 12 alle 13; dalle 17.30 alle 18.30. Teoricamente, fuori da questi lassi di tempo il caffè dovrebbe apportare notevoli effetti benefici al corpo, ma in pratica non lo si sa con certezza. I ritmi cambiano anche in base a quando ci si alza dal letto la mattina, giacché se la sveglia suona particolarmente presto o tardi è importante spostare le lancette dell’orologio e riorganizzare quanto detto. Sarebbe ottimale, comunque, imparare ad autoregolarsi tenendo conto del fatto che la caffeina, di per sé, rimane in circolo per circa 12 ore e assumerla in orari sbagliati potrebbe incidere perfino sul riposo notturno. D’altro canto, in gergo quotidiano si dice che “il troppo storpia” e nel caso del caffè avviene sia di mattina che nel resto della giornata.
Anastasia Gambera
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