L’invasione russa in Ucraina sta avendo inevitabilmente ripercussioni anche sul mondo dello sport. Il Primo ministro del Regno Unito Boris Johnson ha dichiarato che per gli oligarchi russi riconducibili a Vladimir Putin non sarà più possibile risiedere legalmente in UK e fare affari nel paese. Un provvedimento che riguarda direttamente Roman Abramovich, proprietario del Chelsea.
L’imprenditore russo, che ha anche la cittadinanza israeliana e lituana e ha recentemente ottenuto quella portoghese, rilevò il Chelsea Football Club per circa 60 milioni di euro nel 2003, portando il club londinese al successo in campo nazionale prima e internazionale poi.
In poco meno di diciannove anni, infatti, i Blues hanno vinto ben ventuno trofei, di cui quindici nazionali, ossia 5 Premier League, 5 FA Cup, 3 Coppe di Lega e 2 Community Shield, e sei internazionali, tra cui 2 Champions League, 2 Europa League, una Supercoppa europea e un Mondiale per club.
55 anni compiuti lo scorso 24 ottobre, Abramovich ha festeggiato proprio poche settimane fa la conquista dell’ennesimo trofeo della sua gestione, il primo Mondiale per club della storia del Chelsea: il magnate russo, infatti, era al seguito della squadra in quel di Abu Dhabi.
La sua lunga esperienza da proprietario del Chelsea si è conclusa quest’oggi, con un comunicato pubblicato sul sito ufficiale dei Blues in cui lo storico proprietario ha annunciato la decisione di mettere in vendita il club, pochi giorni dopo averne affidato la gestione alla fondazione di beneficenza della società. Una logica conseguenza di ciò che la Russia di Vladimir Putin sta commettendo in Ucraina e del rischio di pesantissime sanzioni nei confronti degli oligarchi russi nel Regno Unito.
Il Chelsea, dunque, è attualmente nelle mani della fondazione di beneficenza della società, in attesa che arrivino proposte da parte di potenziali acquirenti. Molte delle pagine più memorabili della storia del club durante l’era Abramovich sono state scritte da allenatori italiani. Il suo primo allenatore, infatti, fu Claudio Ranieri, che al termine della stagione 2003-2004 lasciò la panchina a José Mourinho.
Dal 2009 al 2011, Carlo Ancelotti vinse tre trofei alla sua prima esperienza all’estero (Premier League, FA Cup e Community Shield), mentre nel 2012 Roberto Di Matteo, già icona dei Blues da calciatore, vinse la tanto agognata prima Champions League della storia del Chelsea. Infine, Antonio Conte e Maurizio Sarri aggiunsero tre trofei alla pluridecorata bacheca del club londinese (Premier League e FA Cup il primo, Europa League il secondo).
“Durante la mia esperienza quasi ventennale al Chelsea, mi sono sempre ritenuto il custode di questo club, con l’obiettivo di renderlo sempre più competitivo e vincente. Al contempo, ho sempre voluto che ricoprissimo un ruolo di primo piano per la comunità. Ho preso ogni decisione nell’interesse esclusivo della squadra e resto legatissimo ai suoi valori. Ed è proprio per questa ragione che oggi affido la gestione del Chelsea Football Club alla fondazione di beneficenza del club. Credo che siano nella migliore posizione possibile per prendersi cura di società, giocatori, staff e tifosi”, recita il comunicato scritto pochi giorni fa da Roman Abramovich e pubblicato sul sito ufficiale del Chelsea.
Il noto imprenditore russo si era così messo da parte, pur rimanendo di fatto il proprietario del club inglese. Quest’oggi, invece, con un nuovo comunicato ha ufficializzato ciò che era nell’aria da giorni: l’intenzione di vendere il Chelsea al prezzo di circa 3 miliardi di euro. “Voglio confermare le indiscrezioni sulla mia decisione di vendere il Chelsea. Come ho già detto precedentemente, prendo sempre le mie decisioni nell’interesse del club. Proprio per questo motivo ho deciso di metterlo in vendita. Ho lasciato la squadra nelle mani della fondazione di beneficenza per fare in modo che i proventi della cessione vadano alle vittime della guerra in Ucraina.”
Dennis Izzo
Fonte foto in evidenza: Profilo Twitter Daily News Egypt
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