Appena tre giorni all’inizio dei Mondiali, la competizione che più di tutte infiamma gli animi degli appassionati di calcio e fa intrecciare storie, percorsi, culture e visioni tanto differenti quanto interessanti. La Coppa del mondo, infatti, è da sempre una manifestazione che va ben al di là del calcio e dello sport. Un evento di tale portata rappresenta spesso e volentieri l’occasione della vita per tanti calciatori, ma anche e soprattutto un treno da prendere al volo per paesi in difficoltà e in cerca di riscatto. Più che una semplice valvola di sfogo, il pallone che rotola sui campi dei Mondiali rappresenta la speranza di svariati milioni di persone.
Il Mondiale in Qatar è finito sotto i riflettori da tempo, e non certo per ragioni calcistiche. La ventiduesima edizione della competizione sportiva più seguita al mondo, infatti, è stata fortemente voluta dalla famiglia Al Thani, sovrana del Qatar, paese che dietro i suoi sfarzosi grattacieli, alberghi di lusso, centri commerciali e attrazioni di ogni tipo nasconde un’enorme arretratezza per ciò che concerne il rispetto e la tutela dei più elementari diritti umani, con discutibili leggi di sponsorizzazione che di fatto contribuiscono allo sfruttamento dei lavoratori migranti. Un tema che ha fatto molto discutere soprattutto in relazione all’organizzazione della Coppa del mondo nell’emirato, con migliaia e migliaia di operai, circa 6.500 dal dicembre 2010 ad oggi, morti a causa delle condizioni a dir poco disumane in cui si trovavano mentre contribuivano alla costruzione degli stadi che ospiteranno le gare del Mondiale, di una nuova rete metropolitana, un centinaio di alberghi e un nuovo aeroporto.
Oltre a ciò, la legislazione del Qatar si basa principalmente sulla Shari’a, la legge islamica, che prevede pene severissime per furti e rapine, apostasia, consumo di bevande alcoliche. Le donne devono chiedere il permesso del tutore maschile (il marito, il padre, un fratello, un nonno o uno zio) per viaggiare, trasferirsi e studiare all’estero, lavorare nell’amministrazione pubblica e sposarsi, mentre le coppie omosessuali non hanno alcun riconoscimento giuridico.
ARGENTINA – A 36 anni dall’ultimo Mondiale vinto, l’Argentina si presenta in Qatar con un gruppo solido e un unico obiettivo: riportare la Coppa del mondo in patria. Il mix ideale di talenti e fuoriclasse del calibro di Messi, Di María, Lautaro Martínez, Dybala e Julián Álvarez fa ben sperare il popolo argentino, ma il miglior biglietto da visita dell’Albiceleste è il percorso fatto dalla squadra di Scaloni nell’ultimo anno e mezzo: prima il trionfo in Copa América dopo 28 anni ai danni degli acerrimi rivali del Brasile, poi il successo nella Finalissima con l’Italia e la striscia di 35 risultati utili consecutivi.
All’Argentina, dunque, basterà una vittoria o un pareggio nella prima gara dei Mondiali, in programma il 22 novembre contro l’Arabia Saudita, per eguagliare il record dell’Italia. Naturalmente, il vero obiettivo della Selección è coronare la rinascita della Nazionale con il trofeo più importante di tutti, in quello che quasi sicuramente sarà l’ultimo Mondiale di Lionel Messi.
BRASILE – Discorso analogo per il Brasile, che da ormai vent’anni non sale sul tetto del mondo. Pur risultando tutt’oggi la Nazionale con più Coppe del mondo in bacheca (5), infatti, la Seleção ha spesso e volentieri deluso le aspettative nelle ultime quattro edizioni dei Mondiali, non andando mai oltre le semifinali. Un trend che i pentacampioni sperano di invertire quest’anno.
Le loro speranze sono riposte in una vera e propria corazzata, che si affida all’estro e alla spensieratezza dei giovani Vinícius Júnior, Rodrygo e Antony, alla classe e al talento sconfinato di Neymar e all’esperienza dei veterani Alisson, Marquinhos, Fabinho, Dani Alves nonché di capitan Thiago Silva. Dopo quattro edizioni dominate dalle Nazionali europee (Italia 2006, Spagna 2010, Germania 2014 e Francia 2018), sarà una tra Argentina e Brasile a riportare la coppa dei Mondiali in Sudamerica?
FRANCIA – Detentrice del torneo, la Francia si presenta in Qatar con non poche incertezze. Gli uomini di Deschamps possono sì contare su una rosa molto solida e competitiva, ma hanno perso numerosi pezzi nella lunga e tortuosa strada verso il Mondiale qatariota: da Kanté e Pogba, pilastri del centrocampo della squadra campione del mondo in Russia, a Maignan e Nkunku, due dei simboli del ricambio generazionale che sta portando una ventata d’aria fresca tra i Galletti.
Il talento, di certo, non manca, con i giovani Camavinga, Tchouaméni, Theo Hernández, Upamecano e Dembélé pronti a prendersi la scena. A garantire un’ottima dose di esperienza ci pensano il Pallone d’oro Karim Benzema, Olivier Giroud, Griezmann, Varane e capitan Lloris.
INGHILTERRA – Sfumato il sogno di tornare a vincere un trofeo in casa, con il ko in finale degli Europei con l’Italia che ancora brucia, l’Inghilterra si ritrova davanti al solito bivio: da un lato, la strada che conduce verso il successo, dall’altro quella che porta ad altri anni di rimpianti, critiche e delusioni. Un film già visto per i vicecampioni d’Europa, che storicamente si presentano ai nastri di partenza di Europei e Mondiali con rose di pregevole fattura, salvo poi deludere sistematicamente le aspettative.
Oltre a ciò, il percorso post Euro 2020 è stato decisamente negativo, con una Nations League da dimenticare (ultimo posto con appena 3 punti nel gruppo 3 della Lega A con Italia, Ungheria e Germania), e le assenze degli infortunati Reece James e Ben Chilwell non aiutano Southgate, già nel mirino delle critiche per i risultati altalenanti e alcune scelte discutibili, su tutte la mancata convocazione di Fikayo Tomori.
PORTOGALLO – Campione d’Europa nel 2016 e vincitore della Nations League nel 2019, il Portogallo può contare su una rosa ben strutturata in ogni reparto e attrezzata per tenere testa alle altre big mondiali. A destare preoccupazione è per lo più un gioco tutt’altro che spumeggiante, ma il talento dei singoli, da Cancelo a Bernardo Silva, da Rúben Dias a Bruno Fernandes, da Leão a Cristiano Ronaldo, potrebbe bastare per risolvere il problema.
L’uomo copertina sarà inevitabilmente il già citato CR7, reduce da un avvio di stagione tutt’altro che esaltante con la maglia del Manchester United, condizionato anche da un rapporto non idilliaco con la società e dalla morte della figlia durante il parto della moglie Georgina Rodríguez. Da leggenda qual è, Ronaldo ci terrà a lasciare il segno in quello che potrebbe essere il suo ultimo Mondiale, con l’obiettivo di portare il Portogallo laddove non è mai stato prima: dopo il tetto d’Europa, tocca a quello del mondo.
BELGIO – Il Mondiale in Qatar potrebbe davvero essere l’ultima occasione per la generazione d’oro del Belgio, che non perde pezzi (ci saranno praticamente tutti i giocatori più rappresentativi, i vari De Bruyne, Lukaku, Hazard, Courtois, Mertens, Carrasco, Witsel, Vertonghen, Alderweireld, Meunier), ma certezze. Per alcuni tra questi giocatori, infatti, si tratterà dell’ultima volta ai Mondiali, mentre altri si presentano in Qatar in condizioni fisiche e tecniche tutt’altro che invidiabili.
Hazard è un comprimario al Real Madrid e i suoi migliori anni al Chelsea sono ormai lontani, De Keteleare ha faticato ad adattarsi al Milan, Lukaku ha trascorso più tempo in infermeria che in campo nella prima parte della sua seconda esperienza all’Inter. La classe cristallina di De Bruyne e le parate del gigante Courtois, unite alla crescita di giovani talenti quali Doku, Tielemans, Onana e Openda basteranno a invertire la tendenza di una squadra che si ferma sempre sul più bello?
CROAZIA – Dopo l’impresa sfiorata in Russia quattro anni fa, avventura culminata col ko in finale con la Francia per 4-2, la Croazia si presenta in Qatar con tanta voglia di stupire e di riscrivere la storia. Se è vero che ripetere quanto fatto nella scorsa edizione dei Mondiali non sarà affatto semplice, è pur vero che i croati possono contare su classe e personalità di numerosi campioni.
Tra questi, spiccano Luka Modrić, Marcelo Brozović, Ivan Perišić e Mateo Kovačić, pedine insostituibili di una squadra che sa ribaltare i pronostici e lo ha dimostrato anche agli ultimi Europei, sfiorando la vittoria con la Spagna agli ottavi di finale, dove si arrese soltanto ai tempi supplementari.
DANIMARCA – Reduce da un ottimo Europeo, conclusosi in semifinale con l’Inghilterra, la Danimarca ha tutte le carte in regola per risultare una vera e propria mina vagante anche in Qatar, dove ritroverà il suo condottiero Christian Eriksen, pronto a ispirare al fianco degli altri senatori.
Su tutti capitan Kjær, una Nazionale che sa mettere in difficoltà anche squadre più forti sulla carta. I danesi, inoltre, non avranno particolari pressioni, condizione ideale per chi ha i numeri e il talento per stupire ma non può contare sul blasone delle grandi favorite.
GERMANIA – Campione del mondo appena otto anni fa, la Germania non compare tra le big che sono pronte ad arrivare fino in fondo al torneo. Di certo, i tedeschi non hanno nulla da invidiare alle grandi favorite in quanto a blasone, soprattutto nella competizione più prestigiosa: la Germania, infatti, può vantare ben quattro Coppe del mondo in bacheca, a pari merito con l’Italia e appena un gradino sotto il Brasile, primo a quota cinque successi.
L’esperienza, il talento e l’abitudine a vincere dei vari Neuer, Müller, Havertz, Kimmich, Gnabry, Gündoğan, Rüdiger e Goretzka dovrà compensare alcune carenze che preoccupano e non poco, come l’inesperienza dei tanti volti nuovi e la mancanza di un vero e proprio terminale offensivo affidabile e continuo.
PAESI BASSI – Discorso simile per l’Olanda, che a differenza della Germania non ha mai vinto i Mondiali, ma ha disputato la finalissima in tre occasioni (1974, 1978 e 2010). Gli Oranje sono una squadra molto giovane, non hanno brillato agli Europei (sconfitta con la Repubblica Ceca agli ottavi) e tornano a prendere parte alla Coppa del mondo dopo otto anni, avendo fallito la qualificazione a Russia 2018.
Non avere i riflettori puntati addosso, di contro, potrebbe creare le condizioni ideali per far sì che l’Olanda risulti una delle principali sorprese del torneo. Da tenere d’occhio i giovani talenti Gakpo, Xavi Simons, Noa Lang, Frimpong, Timber, mentre le certezze saranno Depay, Frenkie De Jong e i difensori Van Dijk, De Ligt e De Vrij.
SENEGAL – Protagonista del primo storico trionfo in Coppa d’Africa e qualificatasi ai Mondiali con lo scalpo dell’Egitto, il Senegal sembra essere in grado di ripercorrere le orme della Nazionale che fece sognare il proprio paese e il continente africano ai Mondiali 2002 in Corea del Sud e Giappone.
Vent’anni fa, Aliou Cissé lottava in mezzo al campo, oggi è l’allenatore di un gruppo che rappresenta la speranza di un intero popolo. Il recupero della stella Sadio Mané, le cui condizioni sono ancora incerte, rappresenta il principale ago della bilancia di una Nazionale che può contare su giocatori esperti e affermati, tra cui il portiere Mendy e capitan Koulibaly.
SERBIA – Nazionale molto giovane non soltanto per ciò che concerne l’età dei suoi giocatori, ma anche e soprattutto per quanto riguarda la sua istituzione (fino al 1992 esisteva ancora la Jugoslavia), la Serbia, dopo l’indipendenza del Montenegro (giugno 2006), non è mai andata oltre la fase a gironi. In Qatar, le cose potrebbero cambiare, anche se il girone con Brasile, Camerun e Svizzera sarà un banco di prova tutt’altro che agevole.
I serbi si affidano al talento sconfinato delle conoscenze del nostro campionato, ossia il centrocampista della Lazio Sergej Milinković-Savić, l’attaccante della Juventus Dušan Vlahović e l’esterno Filip Kostić, anch’egli in forza ai bianconeri. Altri punti di riferimento imprescindibili sono Tadić e il bomber Mitrović, autore del gol decisivo nel successo col Portogallo che ha permesso alla Serbia di qualificarsi ai Mondiali senza disputare i playoff.
SPAGNA – Come nel caso della Germania, la Spagna ha una storia decisamente invidiabile, ma il ricambio generazionale degli ultimi anni ne ridimensiona le ambizioni rispetto a Nazionali che hanno una massiccia dose di esperienza in più. Nel nuovo millennio, nessuna squadra ha fatto meglio delle Furie Rosse, capaci di vincere ben due Europei e un Mondiale tra il 2008 e il 2012, ma l’era dei vari Xavi, Iniesta, Sergio Ramos, Piqué, David Villa, Fernando Torres e David Silva è ormai alle spalle. La Roja ha faticato e non poco negli anni successivi, incassando tante delusioni (eliminazione ai gironi nel 2014 e agli ottavi nel 2018) e ricostruendo la squadra senza abbandonare i propri principi di gioco.
Proprio questi ultimi rappresentano la vera ancora di salvezza degli uomini di Luis Enrique: il gioco, a tratti incantevole, è l’arma migliore di una Spagna che si affida al nuovo che avanza per tornare dove merita di stare. Per riuscire nell’intento, tutti dovranno remare nella stessa direzione, perché il sistema degli spagnoli antepone il lavoro di squadra all’iniziativa del singolo.
URUGUAY – Il piccolo paese dell’America meridionale è parte integrante della storia dei Mondiali. La Celeste, infatti, ha vinto la prima edizione dei Mondiali (1930), trionfando anche nel 1950, risultando così una delle otto Nazionali capaci di mettere le mani sulla Coppa del mondo, insieme a Brasile, Argentina, Italia, Germania, Inghilterra, Francia e Spagna. Più recentemente, l’Uruguay ha vissuto il momento di massimo splendore tra il 2010 e il 2014, arrivando in semifinale ai Mondiali in Sudafrica nel 2010 e vincendo la Copa América in Argentina nel 2011.
Il nuovo corso, con Diego Alonso in panchina al posto dello storico commissario tecnico Óscar Tábarez, si fonda su giocatori giovani e/o protagonisti ad alti livelli in Europa, tra cui spiccano Federico Valverde (Real Madrid), Darwin Núñez (Liverpool), Ronald Araújo (Barcellona) e José Giménez (Atlético Madrid), ma le vecchie glorie, da Cavani a Suárez, da Muslera a Godín, sono ancora inevitabilmente degli elementi essenziali per la Celeste.
GIRONE A: Ecuador, Paesi Bassi, Qatar, Senegal
ECUADOR
Partecipazioni: 3
Miglior piazzamento: Ottavi di finale (2006)
Miglior marcatore: Agustín Delgado, Enner Valencia (3 gol)
Capitano: Enner Valencia
Allenatore: Gustavo Alfaro
PAESI BASSI
Partecipazioni: 11
Miglior piazzamento: Finale (1974, 1978, 2010)
Miglior marcatore: Johnny Rep (7 gol)
Capitano: Virgil van Dijk
Allenatore: Louis van Gaal
QATAR
Partecipazioni: 1 (2022)
Capitano: Hassan Al-Haidos
Allenatore: Félix Sánchez
SENEGAL
Partecipazioni: 3
Miglior piazzamento: Quarti di finale (2002)
Miglior marcatore: Papa Bouba Diop (3 gol)
Capitano: Kalidou Koulibaly
Allenatore: Aliou Cissé
GIRONE B: Galles, Inghilterra, Iran, Stati Uniti
GALLES
Partecipazioni: 2
Miglior piazzamento: Quarti di finale (1958)
Miglior marcatore: Ivor Allchurch (2 gol)
Capitano: Gareth Bale
Allenatore: Robert Page
INGHILTERRA
Partecipazioni: 16
Miglior piazzamento: Campioni (1966)
Miglior marcatore: Gary Lineker (10 gol)
Capitano: Harry Kane
Allenatore: Gareth Southgate
IRAN
Partecipazioni: 5
Miglior piazzamento: Fase a gironi (1978, 1998, 2006, 2014, 2018)
Miglior marcatore: Hassan Rowshan, Iraj Danaeifard, Mehdi Mahdavikia, Hamid Estili, Yahya Golmohammadi, Sohrab Bakhtiarizadeh, Reza Ghoochannejhad, Karim Ansarifard (1 gol)
Capitano: Ehsan Hajsafi
Allenatore: Carlos Queiroz
STATI UNITI
Partecipazioni: 11
Miglior piazzamento: Terzo posto (1930)
Miglior marcatore: Landon Donovan (5 gol)
Capitano: Christian Pulisic
Allenatore: Gregg Berhalter
GIRONE C: Arabia Saudita, Argentina, Messico, Polonia
ARABIA SAUDITA
Partecipazioni: 5
Miglior piazzamento: Ottavi di finale (1994)
Miglior marcatore: Sami Al-Jaber (3 gol)
Capitano: Salman Al-Faraj
Allenatore: Hervé Renard
ARGENTINA
Partecipazioni: 18
Miglior piazzamento: Campioni (1978, 1986)
Miglior marcatore: Gabriel Batistuta (10 gol)
Capitano: Lionel Messi
Allenatore: Lionel Scaloni
MESSICO
Partecipazioni: 17
Miglior piazzamento: Quarti di finale (1970, 1986)
Miglior marcatore: Javier Hernández, Luis Hernández (4 gol)
Capitano: Andrés Guardado
Allenatore: Gerardo Martino
POLONIA
Partecipazioni: 9
Miglior piazzamento: Terzo posto (1974, 1982)
Miglior marcatore: Andrzej Szarmach (7 gol)
Capitano: Robert Lewandowski
Allenatore: Czesław Michniewicz
GIRONE D: Australia, Danimarca, Francia, Tunisia
AUSTRALIA
Partecipazioni: 6
Miglior piazzamento: Ottavi di finale (2006)
Miglior marcatore: Tim Cahill (5 gol)
Capitano: Mathew Ryan
Allenatore: Graham Arnold
DANIMARCA
Partecipazioni: 6
Miglior piazzamento: Quarti di finale (1998)
Miglior marcatore: Jon Dahl Tomasson (5 gol)
Capitano: Simon Kjær
Allenatore: Kasper Hjulmand
FRANCIA
Partecipazioni: 16
Miglior piazzamento: Campioni (1998, 2018)
Miglior marcatore: Just Fontaine (13 gol)
Capitano: Hugo Lloris
Allenatore: Didier Deschamps
TUNISIA
Partecipazioni: 5
Miglior piazzamento: Fase a gironi (1978, 1998, 2002, 2006, 2018)
Miglior marcatore: Wahbi Khazri (2 gol)
Capitano: Youssef Msakni
Allenatore: Jalel Kadri
GIRONE E: Costa Rica, Germania, Giappone, Spagna
COSTA RICA
Partecipazioni: 6
Miglior piazzamento: Quarti di finale (2014)
Miglior marcatore: Paulo Wanchope, Rónald Gómez (3 gol)
Capitano: Bryan Ruiz
Allenatore: Luis Suárez
GERMANIA
Partecipazioni: 20
Miglior piazzamento: Campioni (1954, 1974, 1990, 2014)
Miglior marcatore: Miroslav Klose (16 gol)
Capitano: Manuel Neuer
Allenatore: Hans-Dieter Flick
GIAPPONE
Partecipazioni: 7
Miglior piazzamento: Ottavi di finale (2002, 2010, 2018)
Miglior marcatore: Keisuke Honda (4 gol)
Capitano: Maya Yoshida
Allenatore: Hajime Moriyasu
SPAGNA
Partecipazioni: 16
Miglior piazzamento: Campioni (2010)
Miglior marcatore: David Villa (9 gol)
Capitano: Sergio Busquets
Allenatore: Luis Enrique
GIRONE F: Belgio, Canada, Croazia, Marocco
BELGIO
Partecipazioni: 14
Miglior piazzamento: Terzo posto (2018)
Miglior marcatore: Marc Wilmots (5 gol)
Capitano: Eden Hazard
Allenatore: Roberto Martínez
CANADA
Partecipazioni: 2
Miglior piazzamento: Fase a gironi (1986)
Capitano: Atiba Hutchinson
Allenatore: John Herdman
CROAZIA
Partecipazioni: 6
Miglior piazzamento: Finalista (2018)
Miglior marcatore: Davor Suker (6 gol)
Capitano: Luka Modrić
Allenatore: Zlatko Dalić
MAROCCO
Partecipazioni: 6
Miglior piazzamento: Ottavi di finale (1986)
Miglior marcatore: Abderrazak Khairi, Abdeljalil Hadda, Salaheddine Bassir (2 gol)
Capitano: Romain Saïss
Allenatore: Hoalid Regragui
GIRONE G: Brasile, Camerun, Serbia, Svizzera
BRASILE
Partecipazioni: 22
Miglior piazzamento: Campioni (1958, 1962, 1970, 1994, 2002)
Miglior marcatore: Ronaldo (15 gol)
Capitano: Thiago Silva
Allenatore: Tite
CAMERUN
Partecipazioni: 7
Miglior piazzamento: Quarti di finale (1990)
Miglior marcatore: Roger Milla (5 gol)
Capitano: Vincent Aboubakar
Allenatore: Rigobert Song
SERBIA
Partecipazioni: 5
Miglior piazzamento: Ottavi di finale (1998)
Miglior marcatore: Marko Pantelić, Milan Jovanović, Aleksandar Kolarov, Aleksandar Mitrović (1 gol)
Capitano: Dušan Tadić
Allenatore: Dragan Stojković
SVIZZERA
Partecipazioni: 12
Miglior piazzamento: Quarti di finale (1934, 1938, 1954)
Miglior marcatore: Josef Hügi (6 gol)
Capitano: Granit Xhaka
Allenatore: Murat Yakın
GIRONE H: Corea del Sud, Ghana, Portogallo, Uruguay
COREA DEL SUD
Partecipazioni: 11
Miglior piazzamento: Quarto posto (2002)
Miglior marcatore: Ahn Jung-hwan, Park Ji-sung, Son Heung-min (3 gol)
Capitano: Son Heung-min
Allenatore: Paulo Bento
GHANA
Partecipazioni: 4
Miglior piazzamento: Quarti di finale (2010)
Miglior marcatore: Asamoah Gyan (6 gol)
Capitano: André Ayew
Allenatore: Otto Addo
PORTOGALLO
Partecipazioni: 8
Miglior piazzamento: Terzo posto (1966)
Miglior marcatore: Eusébio (9 gol)
Capitano: Cristiano Ronaldo
Allenatore: Fernando Santos
URUGUAY
Partecipazioni: 14
Miglior piazzamento: Campioni (1930, 1950)
Miglior marcatore: Oscar Míguez (8 gol)
Capitano: Diego Godín
Allenatore: Diego Alonso
17:00 Qatar – Ecuador
14:00 Inghilterra – Iran
17:00 Senegal – Paesi Bassi
20:00 Stati Uniti – Galles
11:00 Argentina – Arabia Saudita
14:00 Danimarca – Tunisia
17:00 Messico – Polonia
20:00 Francia – Australia
11:00 Marocco – Croazia
14:00 Germania – Giappone
17:00 Spagna – Costa Rica
20:00 Belgio – Canada
11:00 Svizzera – Camerun
14:00 Uruguay – Corea del Sud
17:00 Portogallo – Ghana
20:00 Brasile – Serbia
11:00 Galles – Iran
14:00 Qatar – Senegal
17:00 Paesi Bassi – Ecuador
20:00 Inghilterra – Stati Uniti
11:00 Tunisia – Australia
14:00 Polonia – Arabia Saudita
17:00 Francia – Danimarca
20:00 Argentina – Messico
11:00 Giappone – Costa Rica
14:00 Belgio – Marocco
17:00 Croazia – Canada
20:00 Spagna – Germania
11:00 Camerun – Serbia
14:00 Corea del Sud – Ghana
17:00 Brasile – Svizzera
20:00 Portogallo – Uruguay
16:00 Paesi Bassi – Qatar
16:00 Ecuador – Senegal
20:00 Galles – Inghilterra
20:00 Iran – Stati Uniti
16:00 Tunisia – Francia
16:00 Australia – Danimarca
20:00 Arabia Saudita – Messico
20:00 Polonia – Argentina
16:00 Canada – Marocco
16:00 Croazia – Belgio
20:00 Giappone – Spagna
20:00 Costa Rica – Germania
16:00 Corea del Sud – Portogallo
16:00 Ghana – Uruguay
20:00 Camerun – Brasile
20:00 Serbia – Svizzera
Dennis Izzo
Fonte foto in evidenza: worldcupsc.com
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Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Nel 2016 consegue il diploma scientifico e in seguito si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.
“Se c’è un libro che vuoi leggere, ma non è stato ancora scritto, allora devi scriverlo.”