Il 2021 è stato un anno a dir poco indimenticabile per Edouard Mendy. Protagonista a suon di parate e clean sheets in una stagione che ha visto il Chelsea assicurarsi la seconda Champions League della sua storia ai danni del Manchester City, il portiere senegalese ha mantenuto la porta inviolata in nove occasione nelle dodici partite disputate nella Coppa dalle grandi orecchie.
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Inoltre, gli sono bastate 54 gare complessive per arrivare a quota 30 clean sheets. A Petr Čech, leggenda dei Blues con cui ha molte cose in comune, occorsero appena tre partite in meno per tagliare il traguardo. Entrambi sono arrivati al Chelsea dopo essersi messi in mostra al Rennes. Proprio l’ex portiere ceco, dirigente del club inglese, ha scelto di affidare la porta dei londinesi al gigante senegalese.
Dopo un 2019-2020 disastroso in termini difensivi, il Chelsea ha dato fiducia a Mendy ed è stato ampiamente ripagato. Un’autentica favola per il classe ‘92, che nel 2011, a 19 anni, inizia la sua carriera al Cherbourg, nel Championnat National, terza divisione francese. Tre anni più tardi, Mendy resta senza contratto e la sua carriera sembra destinata a concludersi, anche a causa di un’offerta di giocare in Premier League da parte di un agente sparito nel nulla. Il Marsiglia gli offre un contratto, ma lo aggrega alla squadra riserve.
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La grande occasione per dimostrare il suo valore arriva nel 2016, col Reims, in Ligue 2. Un anno dopo, la svolta: ormai titolare del club della provincia della Champagne, Mendy contribuisce alla promozione in Ligue 1, con 18 reti inviolate in 34 partite. L’anno successivo, il Reims termina all’ottavo posto nella massima serie francese e il portiere senegalese a fine stagione passa al Rennes.
In Bretagna, il classe ‘92 si conferma tra i migliori portieri della Ligue 1 e consente ai suoi di risultare la miglior difesa del campionato con 24 reti subite e di piazzarsi al terzo posto per la prima volta nella sua storia. Le sue prestazioni non passano inosservate e il Chelsea fiuta il colpo, assicurandoselo per circa 26 milioni di euro, cifra record per un portiere del massimo campionato francese.
9 – Édouard Mendy’s nine clean sheets for Chelsea in the UEFA Champions League this season is the most ever by a goalkeeper in their debut campaign in the competition. Wall. #UCLFinal pic.twitter.com/BdVrIGOj3M
— OptaJoe (@OptaJoe) May 29, 2021
Appena sei anni dopo aver corso il grande rischio di concludere la carriera nell’anonimato, Mendy diventa il portiere titolare di una delle squadre più forti e blasonate al mondo, rivelandosi tra i principali artefici della netta inversione di tendenza dei Blues. Questi ultimi, nel frattempo, si scoprono una delle squadre più efficienti in fase difensiva e macinano clean sheets.
Nel 2019-2020, il Chelsea fa registrare appena nove reti inviolate in campionato (13 in 55 partite in tutte le competizioni). Un anno dopo, con Mendy al posto dello spagnolo Kepa Arrizabalaga tra i pali, i londinesi chiudono la stagione con la seconda miglior difesa della Premier League e ben 18 clean sheets (32 in 59 gare totali).
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È l’anno della definitiva consacrazione per Edouard Mendy, che a 29 anni è tra i migliori portieri al mondo e riceve il premio di Portiere dell’anno UEFA e FIFA, oltre ad essere inserito tra i dieci candidati al Premio Yashin, secondo posto alle spalle di Donnarumma, MVP degli Europei vinti dall’Italia. Un 2021 da incorniciare, ma il 2022, seppur iniziato da poco, non è da meno.
In Coppa d’Africa col suo Senegal, il gigante nativo di Montivilliers ha saltato le prime due gare della fase a gironi a causa del Covid, mantenendo la porta inviolata nello 0-0 con il Malawi (ultima gara della fase a gruppi) e nel 2-0 con Capo Verde agli ottavi, per poi subire un gol nelle vittorie con Guinea Equatoriale e Burkina Faso, entrambe per 3-1. Dopo qualche difficoltà iniziale, i Leoni della Teranga hanno cambiato marcia, staccando il pass per la seconda finale di Coppa d’Africa consecutiva, nonché la terza della loro storia, vinta ai calci di rigore contro l’Egitto di Salah, anche grazie alla parata di Mendy sul tiro di Lasheen.
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I primi due precedenti non sorridevano al Senegal, sconfitto sia nel 2002, ai rigori col Camerun, che nel 2019, 1-0 al cospetto dell’Algeria. In occasione della finalissima con l’Egitto, vincitore in ben sette occasioni (record), però, gli uomini di Aliou Cissé si sono messi alle spalle le delusioni del passato, conquistando per la prima volta la Coppa d’Africa al termine di un’entusiasmante cavalcata.
Un trofeo che rappresenta il picco della golden generation del Senegal, che può contare su giocatori del calibro di Sadio Mané, Kalidou Koulibaly e, appunto, Edouard Mendy. Quest’ultimo, dopo aver già vinto la Champions League da protagonista indiscusso (primo portiere africano a potersi fregiare della vittoria della Coppa dalle grandi orecchie), riscrive la storia e conquista un altro continente, diventando inoltre il primo portiere a mantenere la propria porta inviolata sia nella finale di Champions che in quella di Coppa d’Africa e ricevendo anche il premio di miglior portiere del torneo.
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Allo stadio Paul Biya di Yaoundé, teatro della finale tra il suo Senegal e l’Egitto, Mendy diventa anche il primo numero uno senegalese a vincere la Coppa d’Africa coi Leoni della Teranga. Il 29enne eguaglia Yaya Touré (Barcellona 2009 e Costa d’Avorio 2015), Salomon Kalou (Chelsea 2012 e Costa d’Avorio 2015), John Obi Mikel (Chelsea 2012 e Nigeria 2013), Geremi (Real Madrid e Camerun, 2000 e 2002), Samuel Eto’o (Camerun 2000 e 2002, Barcellona 2006 e 2009 e Inter 2010), Rabah Madjer (Porto 1987 e Algeria 1990), Abedi Pelé (Ghana 1982 e Marsiglia 1993) e Finidi George (Tunisia 1994 e Ajax 1995).
Gli otto nomi sopracitati sono gli unici giocatori ad aver già centrato l’accoppiata Champions League-Coppa d’Africa, di cui due da giocatori del Chelsea (Mikel e Kalou). Tra questi, però, non figura nemmeno un estremo difensore. Vincere aiuta a vincere, così Mendy si è ripetuto nel Mondiale per club, appena sei giorni dopo il trionfo in Coppa d’Africa.
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Stavolta, il portiere non ha dovuto fare gli straordinari, ma ha comunque contribuito al successo per 2-1 contro il Palmeiras ai tempi supplementari. Un trofeo che mancava nella bacheca del Chelsea e che va ad affiancarsi a Champions League, Supercoppa Europea e Coppa d’Africa. Da Oporto ad Abu Dhabi, passando per Yaoundé, Mendy ha conquistato tre continenti.
Un altro traguardo da incorniciare per lui, l’ennesimo di una carriera che sembrava nata sotto una cattiva stella. La sua appassionante parabola ascendente dimostra che i sacrifici vengono sempre ripagati e che le difficoltà sono inevitabili e bisogna essere preparati ad affrontarle se si insegue un sogno.
Dennis Izzo
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Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.
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