La stagione 2020-2021 si avvia verso la sua fase conclusiva e il Milan punta con decisione alla qualificazione alla prossima edizione della Champions League e al passaggio del turno in Europa League (appuntamento domani alle 21 a San Siro per la gara di ritorno dei sedicesimi di finale col Manchester United).
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A lungo primi in classifica, approfittando di alcuni passi falsi delle rivali Inter e Juventus e in virtù di una lunga striscia di imbattibilità (quindici risultati utili consecutivi nelle prime quindici giornate, di cui undici vittorie e quattro pareggi), i rossoneri hanno recentemente ceduto il primato ai cugini nerazzurri, ormai sempre più in fuga (+9), e devono anche guardarsi le spalle dalla pressione della Juventus, terza a -1 e con una gara da recuperare.
Nonostante un evidente ma al contempo prevedibile calo nella seconda parte di stagione, dovuto anche ad alcuni infortuni, su tutti quello di Zlatan Ibrahimović, il Milan ha spesso e volentieri saputo fare di necessità virtù, adattandosi a ogni situazione con lodevole determinazione e rendendo le pesanti perdite in occasioni importanti per i calciatori meno impiegati.
La pagella: #Leao, zero gol in 14 partite. Voto 4, al #Milan serve molto di più https://t.co/2AWdptTyW4 pic.twitter.com/9uZTaj7KxA
— calciomercato.com (@cmdotcom) March 16, 2021
Non tutti, però, hanno saputo sfruttare queste chances inattese: Rafael Leão, ad esempio, è a secco da quattordici partite e ha mostrato di non sentirsi particolarmente a suo agio nei panni del finalizzatore, mentre Ante Rebić ha trovato il gol del definitivo 2-1 sul campo della Roma, consentendo ai suoi di portare a casa tre punti fondamentali.
Nel Milan che si scopre tutto meno che dipendente da Zlatan Ibrahimović (lo svedese resta il principale leader e il giocatore di maggior caratura del gruppo, ma non è di certo l’unica ragione che si cela dietro la netta inversione di tendenza che vede protagonisti i rossoneri da ormai più di un anno) c’è però un protagonista inatteso, l’ultimo arrivato e pressoché sconosciuto dalle nostri parti prima del suo trasferimento all’ombra della Madonnina: si tratta di Fikayo Tomori, arrivato in prestito con diritto di riscatto dal Chelsea lo scorso 21 gennaio.
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Il difensore classe ‘97 rappresenta l’ennesima mossa vincente di Paolo Maldini, sebbene l’obiettivo principale per rinforzare la difesa fosse stato inizialmente individuato in Mohamed Simakan, 20enne francese in forza allo Strasburgo. L’infortunio di quest’ultimo ha fatto girare i rossoneri sul centrale inglese, in uscita dal Chelsea dopo aver disputato appena quattro partite nella prima parte di stagione sotto la guida di Frank Lampard, poi esonerato per far posto a Thomas Tuchel.
Per molti, Tomori avrebbe dovuto essere poco più che un’alternativa alla coppia titolare Kjaer-Romagnoli, ma in breve tempo il 23enne ha preso il posto al capitano, adattandosi in men che non si dica agli schemi di Pioli pur non conoscendo la lingua e il campionato di casa nostra. Il prodotto dell’Academy dei Blues fa della rapidità e della capacità di utilizzare il fisico negli uno contro uno e nei duelli aerei le sue armi principali, doti che vanno di pari passo con la bravura in fase di impostazione e un’ottima intelligenza tattica.
Fikayo Tomori loan paying off as AC Milan legend Paolo Maldini hails the impact of Chelsea defender, while Fabio Capello insists Milan are 'lucky' to have landed English youngster on a temporary deal. pic.twitter.com/DBkhYy1Q4E
— Frank Khalid (@FrankKhalidUK) March 11, 2021
Il numero 23 ha già ampiamente dimostrato di poter essere non solo una valida alternativa ai difensori titolari (per intenderci, quelli con cui il Milan ha guidato la classifica per gran parte del campionato), ma di poter addirittura rappresentare un punto fermo per il presente e il futuro dei rossoneri, tanto che ormai la cifra da spendere per il riscatto del suo cartellino (circa 28 milioni di euro) non appare più così elevata. Inoltre, non è da escludere la sua partecipazione agli Europei con la Nazionale inglese, con cui ha già debuttato il 17 novembre 2019.
Tomori ha fatto il suo debutto col Milan lo scorso 26 gennaio, in occasione della gara valevole per i quarti di finale di Coppa Italia (ko per 2-1 con l’Inter), non sfigurando affatto al cospetto di un gigante del calibro di Romelu Lukaku e tenendo bene a bada le scorribande offensive dei nerazzurri.
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Da titolare, si fa sempre trovare pronto contro Bologna, Crotone, Roma, Verona e Napoli in campionato e Manchester United in Europa League, con i rossoneri che perdono soltanto coi partenopei, subendo un totale di appena tre reti in cinque partite. Nel mezzo, le sconfitte con Spezia (2-0 al Picco, con l’ex Chelsea subentrato con i suoi già in svantaggio di una rete) e Inter (3-0) e il pareggio per 1-1 con l’Udinese (l’inglese non è stato schierato in queste ultime due occasioni).
Da incognita e oggetto del mistero, prevalentemente sui giornali e sui social, a pedina fondamentale in campo, Tomori potrebbe dunque rappresentare l’ennesimo rimpianto del Chelsea, che negli ultimi anni ha spesso e volentieri visto numerosi giovani talenti di sua proprietà affermarsi altrove.
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Tra questi, fuoriclasse di livello assoluto, quali Kevin De Bruyne e Mohamed Salah, e protagonisti attuali del nostro campionato, come Romelu Lukaku. Alla lista potrebbe presto iscriversi il centrale classe ‘97, che ha compiuto 23 anni lo scorso 19 dicembre e ha trascorso buona parte della sua vita tra le file del Chelsea, tra settore giovanile e prima squadra.
Approdato ai Blues nel 2005, Tomori è tra i principali trascinatori della squadra dell’Academy del Chelsea tra il 2014 e il 2016, trascinando i suoi alle vittorie in Youth League – la Champions League riservata alle squadre Under-19 – e in FA Youth Cup sia nel 2014-2015 che nel 2015-2016, anno in cui va a segno nella finale vinta 2-1 col Paris Saint-Germain.
Collins, Tomori, Clarke-Salter, Palmer – We profile Chelsea's UEFA Youth League winners https://t.co/gRHNXOWmdo #CFC pic.twitter.com/fK7N2iyyCP
— Sky Sports Premier League (@SkySportsPL) April 19, 2016
Il debutto in prima squadra arriva il 15 maggio 2016, in occasione dell’ultima giornata di Premier League (1-1 col Leicester campione), quindi arrivano le esperienze in prestito in Championship tra Brighton (10 presenze nella seconda parte della stagione 2016-2017), Hull City (26 apparizioni nel 2017-2018) e, soprattutto, Derby County (2018-2019), dove militano Mason Mount, altro prodotto dell’Academy del Chelsea, e la leggenda dei Blues Ashley Cole, con Frank Lampard in panchina. 55 presenze e 2 reti per Tomori, con i Rams che sfiorano la promozione in Premier League e i due che si ritroveranno al Chelsea nel 2019-2020.
Nel corso del suo primo vero anno da membro della prima squadra del club londinese, il classe ‘97 ha modo di ritagliarsi uno spazio importante, complice anche il blocco del mercato che impedisce ai Blues di tesserare giocatori nella finestra estiva, scalzando spesso e volentieri i titolari Rüdiger, Zouma e Christensen e concludendo l’annata con 22 presenze e 2 reti – di cui una memorabile nel successo per 5-2 sul campo del Wolverhampton, gara in cui timbra il cartellino per la prima volta in Premier League con un gran destro a giro di prima intenzione da poco più di 20 metri.
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Tomori sembra dunque pronto a diventare un perno del Chelsea, ma nella seconda stagione, la terza in assoluto sotto la guida di Frank Lampard, finisce ai margini del progetto, soprattutto in virtù dell’arrivo di Thiago Silva e dell’esplosione di Kurt Zouma, e viene messo sul mercato. Sulle sue tracce inizialmente ci sono tanti club europei (West Ham, Everton, Leeds e Newcastle in Inghilterra, Rennes in Francia), ma alla fine a spuntarla è il Milan, che ora punta a farne un pilastro insostituibile anche per gli anni a venire.
Dennis Izzo
Fonte foto in evidenza: Pagina Facebook AC Milan
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Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Nel 2016 consegue il diploma scientifico e in seguito si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.
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