Le librerie non sono solo luoghi dove si “vendono libri”. Diventano piuttosto espressione di creatività e tradizione. Sono tappe obbligate di itinerari turistici, punti di aggregazione culturale, testimonianze di arte e design. E resistono all’invasione del digitale.
C’è un luogo dove le parole si sollevano dalle pagine stampate e si animano di vita propria, danno voce a personaggi reali e fantastici, ci trasportano in mondi avvincenti, commoventi, stupefacenti.
Siamo in una libreria.
Per gli amanti della lettura questo è davvero il paradiso terrestre: profumo di carta, volumi catalogati o impilati per autore, genere, novità e best sellers. La libreria è il luogo dove ricevere il caldo abbraccio dell’uomo e delle sue storie.
La prima libreria di moderna concezione apre a Lisbona nel 1732. In Italia arriva qualche decennio più tardi e gioca un ruolo fondamentale nella capillarizzazione della cultura in tutti gli strati sociali del Paese.
Librerie di catena, impeccabili e rassicuranti. Vecchie librerie di quartiere, anguste e polverose. Piccole librerie indipendenti specializzate in generi diversi. Librerie scolastiche. Librerie storiche.
E poi ci sono loro, le librerie più belle del mondo. Quelle che la passione creativa dei titolari ha trasformato in sedi esclusive e suggestive. Librerie dal design originale, architetture prestigiose o piccoli rifugi dove si respira un passato importante.
Non solo scaffali e rigore espositivo, le librerie più belle del mondo diventano esperienze multisensoriali. Ne troviamo esempi da un capo all’altro del mondo.
La libreria di Chongqing in Cina è uno spazio surreale dove scalinate sinuose e geometrie insolite sembrano replicarsi all’infinito sugli ampi soffitti a specchio.
Assolutamente maestosa la sede della libreria El Ateneo Grand Splendid di Buenos Aires. Costruita come teatro nel 1919, conserva ancora gli affreschi, i palchetti e il golfo mistico dell’orchestra.
La libreria El Péndulo a Città del Messico sorprende i visitatori con una fitta vegetazione che cresce tra gli scaffali.
Di tutt’altro genere la piccola libreria Shakespeare & Co di Parigi, a pochi passi da Notre-Dame. Aperta nel 1951, è stata punto di riferimento per gli esponenti della Beat Generation. Tredici letti al piano superiore offrono ospitalità a scrittori di passaggio che vogliano intrattenersi qualche ora nella libreria.
Deve la sua fama alla saga di Harry Potter la Livraria Lello di Porto. Sembra infatti che l’autrice si sia ispirata proprio all’architettura gotica della libreria per riprodurre le magiche ambientazioni del Castello di Hogwarts. Per visitarla è necessario acquistare un biglietto di ingresso.
In Italia, simbolo della città di Venezia è la libreria Acqua Alta. Il nome è tutto un programma. I volumi sono protetti e impilati quasi alla rinfusa all’interno di gondole e vasche da bagno, tra corridoi e colonie di gatti.
Prestigiosa la sede della libreria Palazzo Roberti di Bassano del Grappa. Si sviluppa su tre piani ed è polo culturale per concerti di musica classica, presentazioni letterarie e mostre fotografiche.
A metà strada tra libreria e caffetteria, lo storico Lotz Terem Book Café di Budapest. Atmosfere da fin de siècle per i piani dedicati ai libri e alla caffetteria dove troneggia un sontuoso pianoforte a coda.
Un gigantesco disordine, come descritto da Carofiglio, regna nella libreria MacLeod’s di Vancouver. Simile a una redazione giornalistica anni ’30 la Argosy Book Store di New York.
Merita una citazione anche la libreria Polare di Maastricht, dove gli scaffali a tre piani si estendono lungo la navata di una chiesa del Duecento, poco al di sotto di magnifici affreschi.
Chiude la carrellata e si aggiudica la palma dell’originalità la Honesty Bookshop di un piccolo paesino del Galles. Denominata la “Woodstock dello spirito”, qui i volumi sono esposti lungo le mura di un castello Normanno e non esiste cassa. Ci si aspetta che chi acquista i libri versi l’ammontare del prezzo in un apposito salvadanaio.
Honesty Bookshop… nomen omen.
Assunta Saragosa
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