La scorsa estate, il Chelsea non ha potuto effettuare alcuna operazione in entrata nel corso della sessione di mercato, a causa del blocco comminatagli dalla FIFA in seguito ad alcune irregolarità nell’acquisizione dei cartellini di giovani calciatori, ed è stato anche costretto a fare i conti con la partenza del fuoriclasse Eden Hazard, destinazione Real Madrid. Reduce dalla vittoria dell’Europa League sotto la guida di Maurizio Sarri, la squadra londinese si è così affidata alla sua leggenda Frank Lampard, stavolta nelle vesti di coach e non in mezzo al campo, e ha deciso di puntare sui tanti giovani talenti provenienti dall’Academy o in prestito nel resto d’Europa.
Competere ad alti livelli con una rosa giovanissima (per quanto talentuosi possano essere, i più giovani necessitano di tempo per accumulare esperienza e dire la loro) e con un allenatore alla sua prima vera esperienza in un contesto del genere, nonché alla seconda assoluta della sua carriera, non è affatto semplice e scontato e richiede un’infinita pazienza, che nel calcio moderno sembra essere sempre concessa con sempre minor frequenza.
Lampard ha debuttato in panchina lo scorso anno alla guida del Derby County, sfiorando la promozione dalla Championship alla Premier League e lanciando i giovani Fikayo Tomori e Mason Mount, poi ritrovati al Chelsea. Il primo, 22 anni compiuti lo scorso 19 dicembre, ha dimostrato ottime doti difensive, qualità e precisione nei lanci lunghi e tanta personalità, tanto da realizzare un eurogol con un destro di prima intenzione da distanza notevole nel match vinto 5-2 sul campo del Wolverhampton il 14 settembre.
Il secondo, dal canto suo, ha già messo in mostra tutto il suo enorme potenziale, tanto che in molti lo paragonano proprio a Frank Lampard per caratteristiche tecniche e capacità di incidere in maniera determinante anche in partite importanti nonostante abbia appena 20 anni. L’ottima capacità nel controllo di palla, la gran visione di gioco e il tiro molto potente ne fanno un centrocampista completo e ideale per il tipo di calcio predicato dal suo mentore Lampard e per l’evoluzione del gioco moderno in generale.
Degno di nota anche Reece James, anch’egli messosi in mostra nella scorsa stagione in Championship, ma con la maglia del Wigan. Il polivalente terzino classe ‘99 ha enormi qualità sia tecniche che fisiche. In difesa si fa apprezzare per la capacità nelle letture e la stazza fisica che gli consente di farsi valere, mentre in fase offensiva sfrutta la sua abilità nei cross e la sua rapidità laterale e sa rendersi anche pericoloso in zona gol: sua la rete del definitivo pareggio nel rocambolesco 4-4 con l’Ajax in Champions League, un destro potentissimo e imparabile per Onana.
Anche lui ci ha messo pochissimo a convincere Lampard, soprattutto perché può giocare come esterno sia a sinistra che a destra ma teoricamente potrebbe fare anche l’interno di centrocampo e persino il trequartista, il centrale difensivo o l’esterno d’attacco. Tra i migliori talenti del panorama calcistico internazionale, James è considerato da molti esperti il miglior under-23 al mondo nel suo ruolo.
E poi c’è Tammy Abraham, capocannoniere della scorsa edizione della Championship con 25 reti tra le file dell’Aston Villa (nel cui staff tecnico figura John Terry, altro monumento della storia del Chelsea), promosso in Premier League proprio dopo essersi aggiudicato la finalissima dei playoff col Derby County di Lampard a Wembley lo scorso 7 maggio (2-1), è tornato anch’egli a indossare la maglia dei Blues al termine della stagione e in breve tempo si è conquistato una maglia da titolare.
Eppure la sua avventura sulla sponda blu del Tamigi non era iniziata nel migliore dei modi, con il palo colpito a Old Trafford col Manchester United (4-0 per i Red Devils il risultato finale) alla prima di campionato e il rigore decisivo fallito nella Supercoppa europea persa contro il Liverpool a Istanbul. Il numero 9 ha però reagito immediatamente, scalzando in un lampo Giroud e Batshuayi nelle gerarchie di Lampard a suon di gol: con la tripletta al Wolverhampton lo scorso 14 settembre è diventato il più giovane calciatore della storia del Chelsea a segnare almeno tre reti in una partita e finora ha messo a referto 13 gol in 21 presenze in Premier League (15 reti in 29 gare considerando tutte le competizioni).
Il giovanissimo attaccante ha uno straordinario feeling col gol ma è anche molto incline a sacrificarsi per i compagni, risultando utile con intelligenti sponde sia di testa che di piede (solitamente di tacco) per aprire varchi per gli altri rapidissimi youngsters. Oltre al sopracitato Mount, rientrano in questa lista anche Christian Pulisic, unico acquisto di fatto della scorsa sessione di mercato (il classe ‘98 era però stato acquistato nella precedente finestra invernale e lasciato in prestito al Borussia Dortmund fino al termine della stagione) e autore di una tripletta nel 4-2 al Burnley dello scorso 26 ottobre, e Callum Hudson-Odoi, recuperato appieno dopo il grave infortunio dell’anno scorso, che si alternano nel tridente offensivo con l’esperto brasiliano Willian, la cui leadership è fondamentale per la crescita dei tanti giovanissimi, al pari di quella del capitano Azpilicueta, del vice-capitano e infallibile rigorista Jorginho e dell’encomiabile Kanté. Insieme a loro, tra i più esperti, spiccano il portiere spagnolo Kepa, i ritrovati Zouma e Rüdiger, Kovacic, riscattato dal Real Madrid e finalmente capace di andare a segno quest’anno, Christensen e i terzini Emerson e Alonso.
L’Academy dei Blues, del resto, è una vera e propria fucina di talenti, nonché tra i migliori settori giovani al mondo, tanto da aver messo in bacheca due edizioni consecutive della Youth League (la Champions League Under-23) tra il 2014 e il 2016. I tanti talenti sopracitati non sono gli unici a trovare spazio sotto la guida di Frank Lampard, che sta facendo abilmente di necessità virtù, coniugando i risultati (il Chelsea è attualmente quarto in classifica in Premier League, sopra a squadre del calibro di Tottenham, Manchester United e Arsenal, e ha raggiunto la qualificazione agli ottavi di Champions League) al bel gioco e alla fiducia riposta nei meno esperti.
Non solo Abraham, Mount, Hudson-Odoi, Tomori e James (a questi andrebbe aggiunto Ruben Loftus-Cheek, ancora infortunato e mai sceso in campo in questa stagione), ma anche Billy Gilmour, 18enne centrocampista scozzese fatto debuttare lo scorso 31 agosto con lo Sheffield United a Stamford Bridge, e Tariq Lamptey, terzino inglese 19enne gettato nella mischia nel derby contro l’Arsenal all’Emirates lo scorso 28 dicembre e rivelatosi un fattore nella rimonta da 1-0 a 1-2 maturata nei minuti finali di gioco.
Nel frattempo, poco meno di due mesi fa la FIFA ha accolto il ricorso del Chelsea, annullando il blocco del mercato con una sessione d’anticipo: un’ottima notizia per i Blues, ma al contempo Lampard ha dimostrato che la decisione di dare fiducia a tantissimi giovani inesperti non era dettata solo dall’impossibilità di tesserare altri giocatori, ma era anche e soprattutto frutto delle sue convinzioni e della volontà di lanciare un nuovo progetto entusiasmante per valorizzare il promettente materiale a disposizione.
D’altra parte, il Chelsea in passato è stato spesso accusato di sfruttare poco i suoi giovani talenti, mandandoli in prestito per anni e anni per poi deprezzarne il valore o rendersi conto delle loro qualità quando era ormai troppo tardi e la loro avventura a Stamford Bridge si concludeva ancor prima di iniziare. Con l’arrivo di Lampard e le severe limitazioni imposte dalla FIFA, però, il rischio esposto poc’anzi è stato inevitabilmente scongiurato.
E ora che il Chelsea ha di nuovo la possibilità di operare sul mercato, le cose non cambieranno più di tanto. Perché se è vero che un club del calibro dei Blues non può non essere interessata ai migliori sulla piazza, i top inseguiti da tutte le big d’Europa per intenderci, è pur vero che molto spesso i fenomeni nascono in casa e i vari Abraham, Mount, James e Hudson-Odoi ne sono la netta dimostrazione. Insomma, non tutti i mali vengono per nuocere: se il blocco del mercato pareva un’autentica catastrofe, si è rivelato l’ancora di salvataggio per i tanti giovani che sembravano destinati a partire ancora in prestito e che ora invece stanno facendo innamorare tutti gli appassionati.
Dennis Izzo
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