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La rinascita del Real Madrid nel segno di Benzema e Ancelotti
07 Aprile 2022
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La rinascita del Real Madrid nel segno di Benzema e Ancelotti

Home » Voci di Sport » Calcio » La rinascita del Real Madrid nel segno di Benzema e Ancelotti

Il Real Madrid ipoteca la qualificazione alla semifinale di Champions League con una vittoria in grande stile in casa dei campioni in carica del Chelsea nell’andata dei quarti di finale. Un 3-1 firmato Karim Benzema, autore di una sontuosa tripletta che affossa i Blues. Per l’eterno centravanti francese, 34 anni compiuti lo scorso 19 dicembre, si tratta della seconda tripletta consecutiva nella fase a eliminazione diretta della Champions League attualmente in corso.

https://twitter.com/championsleague/status/1511815708979736576?s=21

L’altra, anch’essa decisiva, aveva sancito l’uscita di scena del Paris Saint-Germain. A riuscire nell’impresa, prima di lui, soltanto Cristiano Ronaldo, miglior bomber all-time della competizione con 140 reti. Il fuoriclasse portoghese, compagno di squadra di Benzema al Real dal 2009 al 2018, centrò il traguardo nel 2016-2017, contro il Bayern di Ancelotti nel ritorno dei quarti e l’Atletico Madrid nella semifinale d’andata.

Quell’anno, le merengues vinsero la seconda Champions League consecutiva, la terza nel giro di quattro anni e la dodicesima in assoluto. Da un trascinatore indiscusso a un altro, da due triplette con Bayern e Atlético ad altrettante triplette con PSG e Chelsea, la storia non cambia. Che sia di buon auspicio per gli spagnoli?

⚽️⚽️⚽️ Back-to-back hat-tricks in the Champions League:

2021/22: Karim Benzema
2016/17: Cristiano Ronaldo
2016/17: Lionel Messi
2014/15: Luiz Adriano#UCL pic.twitter.com/rXjPyJX26E

— UEFA Champions League (@ChampionsLeague) April 6, 2022

Quella col Chelsea non era affatto una gara banale per il Real Madrid, che non avevano mai battuto i Blues in gare ufficiali nella loro storia. Per i blancos, sconfitte in Coppa delle Coppe (1971),  Supercoppa europea (1998) e semifinali di Champions League (2021). Una vera e propria maledizione. A sfatarla ci pensa Karim Benzema, già a segno lo scorso anno contro i londinesi.

Nel giro di appena tre minuti, tra il 21’ e il 24’, il centravanti francese offre un saggio delle sue qualità di bomber. Uno stacco imperioso nel cuore dell’area su cross dalla sinistra di Vinicius prima, un colpo di testa precisissimo su assist di Modrić poi. In avvio di ripresa, non pago, il numero 9 approfitta di un errore di Mendy e insacca a porta sguarnita la rete che taglia le gambe al Chelsea e lo fa entrare sempre più nella leggenda del Real, della Champions, del calcio.

https://twitter.com/championsleague/status/1511820324224000001?s=21

37 reti in 36 presenze stagionali, capocannoniere de La Liga con 24 gol e secondo miglior realizzatore in Champions League, alle spalle del solo Robert Lewandowski (12). Il polacco è anche l’unico a poter vantare più marcature nei top 5 campionati d’Europa (31). A 34 anni, Benzema sta vivendo la sua miglior stagione in carriera, la quinta con almeno 30 reti complessive.

Il francese, inoltre, dallo scorso anno ha ritrovato anche la maglia della Nazionale, mettendo a segno 9 reti nelle ultime 13 partite giocate con i transalpini, di cui due gol in altrettante partite nella Nations League vinta lo scorso ottobre. Oltre ad essere un centravanti killer capace di segnare in tutti i modi possibili, il classe ‘87 è un rifinitore eccezionale, come dimostrano i suoi 13 assist stagionali.

https://twitter.com/championsleague/status/1511819100615491584?s=21

Dopo l’addio di Cristiano Ronaldo, che nell’estate 2018 si accasò alla Juventus dopo 450 gol e 15 trofei (di cui 4 Champions League) in nove anni in quel di Madrid, il Real aveva un disperato bisogno di un nuovo trascinatore, un campione pronto a raccogliere l’eredità di CR7. I blancos avevano individuato il successore del portoghese in Eden Hazard, prelevato a suon di milioni dal Chelsea nell’estate 2019.

Il belga, però, a Madrid non si è mai ambientato del tutto, a causa anche e soprattutto di numerosi problemi fisici che gli hanno impedito di mettere in mostra il meglio del suo repertorio. Quel fuoriclasse d’altri tempi che serviva come il pane il Real lo aveva già in casa, ma non se ne era accorto del tutto.

⚽️⚽️⚽️ Most Champions League hat-tricks:

0⃣8⃣ Lionel Messi
0⃣8⃣ Cristiano Ronaldo
0⃣5⃣ Robert Lewandowski
0⃣4⃣ Karim Benzema#UCL pic.twitter.com/3PPoo39woi

— UEFA Champions League (@ChampionsLeague) April 6, 2022

Karim Benzema, con l’umiltà che contraddistingue i veri campioni, ha impiegato ben poco tempo a smentire i suoi detrattori (in molti lo ritenevano nulla più che la spalla di CR7 nell’attacco madrileno) e a far capire al mondo intero che nell’elenco dei migliori della storia c’è anche il suo nome.

Nell’era di Leo Messi e Cristiano Ronaldo, numerosi attaccanti hanno provato a intaccare il dominio dei due marziani. Lewandowski, Cavani, Higuaín, Suárez, Agüero, Ibrahimović e lo stesso Benzema sono solo alcuni dei migliori centravanti della scorsa decade. Di questi, soltanto il polacco e il francese stanno vivendo una seconda giovinezza contrassegnata da cifre pazzesche.

https://twitter.com/realmadrid/status/1511834168564535299?s=21

I due uruguaiani giocheranno il prossimo Mondiale in Qatar, ma il loro prime è alle spalle e la Celeste nel frattempo sta scoprendo il classe ‘99 Darwin Núñez. El Kun si è ritirato dal calcio giocato lo scorso 15 dicembre, a 33 anni, a causa di problemi al cuore, mentre il Pipita milita nell’Inter Miami, in MLS, dal settembre 2020 e lo svedese del Milan è spesso e volentieri ai box per infortunio e potrebbe ritirarsi a fine stagione.

Mentre si affacciano prepotentemente sulla scena calcistica i vari Haaland, Mbappé, Vlahović e il sopracitato Núñez, Benzema a 34 anni sfida il 33enne Lewandowski per il trono di miglior centravanti in circolazione, la Scarpa d’oro e la classifica marcatori della Champions League. E magari, chissà, anche per il prossimo Pallone d’oro. Entrambi lo hanno soltanto sfiorato lo scorso anno: secondo posto per il polacco, quarto per il francese.

Excellent work and team commitment. Off to a good start but we are still after our best level. #HalaMadrid pic.twitter.com/aLHV7oGxxp

— Carlo Ancelotti (@MrAncelotti) August 15, 2021

Il netto trionfo del Real sul Chelsea, e, più in generale, la stagione sin qui straordinaria dei blancos, però, porta anche la firma di Carlo Ancelotti. A 62 anni, il tecnico di Reggiolo era reduce da stagioni tutt’altro che esaltanti tra Bayern Monaco, Napoli e Everton. In molti, tra addetti ai lavori e appassionati, lo ritenevano sul viale del tramonto.

Il periodo d’oro della sua carriera sembrava soltanto un lontano ricordo. Proprio come fatto da Benzema, Carletto ha accettato di rimettersi in discussione e non ha esitato dinanzi alla possibilità di tornare ad allenare il Real Madrid. Alla guida dei madrileni, tra il 2013 e il 2015, aveva vinto quattro trofei: una Coppa del Re, una Supercoppa spagnola, un Mondiale per club e, soprattutto, la tanto agognata Décima Champions League, la prima dal 2002 per le merengues.

https://twitter.com/realmadriden/status/1400140287276732420?s=21

In occasione del suo ritorno, inatteso per certi versi, Ancelotti ha preso il posto di Zinédine Zidane, già suo vice nel 2013-2014. Il francese gli aveva lasciato in eredità una squadra reduce da un’annata molto deludente: secondo posto in campionato (titolo perso all’ultima giornata in favore dei rivali dell’Atlético Madrid), eliminazioni in semifinale di Champions League col Chelsea e ai sedicesimi di Coppa del Re con l’Alcoyano, club di terza serie, e ko in Supercoppa spagnola con l’Athletic Bilbao.

Se prima dell’anno scorso il Real aveva quasi sempre chiuso anche le sue annate peggiori con almeno un trofeo in bacheca, nel 2020-2021 i blancos hanno perso su tutti i fronti, chiudendo una stagione senza nemmeno una coppa per la prima volta dal lontano 2009-2010.

Carlo Ancelotti is back! ⚪⚫#RealMadrid #Ancelotti pic.twitter.com/bnQjuysK3Z

— Sportskeeda Football (@skworldfootball) June 3, 2021

Il ritorno di Carlo Ancelotti alla Casa Blanca ha risolto in gran parte i problemi del Real Madrid. Detto di Benzema, che sotto la guida del tecnico di Reggiolo sta facendo registrare i migliori numeri della sua gloriosa carriera, il brasiliano Vinicius Júnior, 21 anni e quarta stagione al Real, è esploso definitivamente, affermandosi come uno dei migliori giocatori al mondo nel suo ruolo e conquistando un posto in pianta stabile nella Nazionale brasiliana.

Per lui, sin qui, 17 reti e 15 assist in 41 presenze. Inoltre, molti giocatori che sembravano in declino hanno ritrovato la brillantezza dei tempi d’oro, tra cui il formidabile terzetto di centrocampo composto da Luka Modrić, Pallone d’oro nel 2018, Toni Kroos e Casemiro e il portiere belga Thibaut Courtois.

https://twitter.com/fabrizioromano/status/1470170044621639680?s=21

Non è stato però tutto rose e fiori per Ancelotti, che ha dovuto convivere con numerose difficoltà e critiche da parte di stampa e tifosi per il suo gioco non sempre spettacolare. È accaduto, in particolare, in occasione di alcuni risultati deludenti. Tra questi, i pareggi con Osasuna, Cadice (0-0) e Elche (2-2) in casa, i ko con Getafe (1-0) e Barcellona (0-4) in campionato, le sconfitte con Athletic Bilbao (1-0 nei quarti di Coppa del Re), Sheriff Tiraspol (1-2 nei gironi di Champions League) e PSG (1-0 nell’andata degli ottavi della Coppa dalle grandi orecchie).

Don Carlo, però, non si è lasciato sopraffare dalle critiche e da alcuni risultati negativi. Al contrario, ha sempre portato avanti le sue idee, da buon leader calmo qual è. E, come spesso gli è capitato in carriera, ha avuto ragione ancora una volta. Il Real Madrid ha vinto la Supercoppa di Spagna contro l’Athletic Bilbao in Arabia Saudita (prima volta per Ancelotti), è primo in Liga con ben dodici lunghezze di vantaggio sulle inseguitrici Barcellona e Atlético Madrid a otto giornate dal termine del campionato ed è ancora in corsa in Champions League, con l’approdo in semifinale ormai a un passo.

https://twitter.com/squawka/status/1482811670980399109?s=21

L’esperienza e il carisma di Carletto, unite alla sua profonda conoscenza dell’ambiente, hanno permesso al Real di tornare ai vertici su tutti i fronti nel giro di pochi mesi. La scorsa, travagliata stagione è ormai alle spalle e Ancelotti ha fatto ricredere ancora una volta tutti i suoi detrattori, Florentino Pérez in testa. Il padre padrone dei madrileni e l’allenatore con più Champions League in bacheca (3) non si sono mai veramente amati.

Lo dimostra anche il fatto che il proprietario delle merengues non si fece alcuno scrupolo ad esonerare Ancelotti nel 2015, nonostante due trofei vinti. Eppure, una volta appresa la sua disponibilità a tornare, non ha esitato un attimo ad affidargli ancora una volta la panchina per rilanciare un club ferito nell’orgoglio e desideroso di tornare in fretta e furia ai fasti di un tempo. Del resto, le ambizioni di Don Carlo sono le stesse.

Ancelotti tells Amazon Prime: “Before the game, Benzema was not able to find his pass to enter into the stadium. I told him: ‘Be fast or you can’t play!’. Then luckily Karim found the pass”. ⚪️ #UCL

“How to describe Benzema? I’ve no words (laughs). I’d say the Big Karim”. pic.twitter.com/F1ZiKwPau6

— Fabrizio Romano (@FabrizioRomano) April 6, 2022

Con Karim Benzema a segnare gol a grappoli e Carlo Ancelotti a spiegare calcio in panchina, il Real è tornato a incutere timore ai suoi avversari e ad avere quella fame di vittorie e trofei che era mancata lo scorso anno. E se i bomber del futuro devono fare i conti con la seconda giovinezza del 9 francese, lo stesso vale per i tecnici emergenti e i rivali di sempre di Carletto, che dovranno fare i conti col nativo di Reggiolo ancora per un bel po’.

Se lo augurano i tifosi del Real Madrid, che hanno voglia di aprire un nuovo ciclo vincente, ma anche e soprattutto gli appassionati di calcio di ogni angolo del globo, che non possono non alzarsi in piedi e applaudire davanti a due miti eterni del calibro di Benzema e Ancelotti.

Dennis Izzo

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Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Nel 2016 consegue il diploma scientifico e in seguito si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.

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