Dopo la fine della sua avventura al Napoli, Carlo Ancelotti ha impiegato pochissimo tempo a trovare un nuovo incarico: a pochi giorni dall’esonero dalla guida del club partenopeo (arrivato dopo il successo per 4-0 col Genk che ha permesso agli azzurri di approdare agli ottavi di finale di Champions League), infatti, il tecnico di Reggiolo è volato a Londra per chiudere l’accordo con l’Everton e raccogliere l’eredità di Marco Silva (nelle scorse due gare, i Toffees si sono affidati alla loro leggenda scozzese Duncan Ferguson, subentrato ad interim in attesa di un nuovo allenatore e capace di portare a casa quattro punti).
Reduce dal pareggio per 1-1 sul campo del Manchester United, l’Everton occupa attualmente il sedicesimo posto in Premier League, con soli tre punti di vantaggio sul Southampton terzultimo, avendo conquistato appena 18 punti nelle prime 17 giornate (cinque vittorie, tre pareggi e ben nove sconfitte il ruolino di marcia del club del Merseyside). Tuttavia, la stagione è ancora lunga e la zona Europa League dista appena sette punti.
Accostato fortemente anche all’Arsenal (oltre che al West Ham), prima che i Gunners decidessero di puntare con decisione su Mikel Arteta, che in carriera ha indossato la maglia dei londinesi ma anche quella dell’Everton, Ancelotti sembrava in procinto di tornare a Londra, salvo poi trovare l’accordo con i Toffees sulla base di un contratto da 11 milioni e mezzo di sterline l’anno fino all’estate 2024, cifre che lo renderanno il terzo allenatore più pagato della Premier League: davanti a lui soltanto José Mourinho (15), altro volto noto del calcio inglese tornato ad allenare in Inghilterra, al Tottenham, poche settimane fa, e Pep Guardiola (20).
Nonostante l’avvio stagionale complicato, l’Everton ha un progetto ambizioso e per concretizzare i propri obiettivi ha deciso di riportare in Inghilterra King Carlo, già capace di conquistare il double Premier League-FA Cup e il Community Shield col Chelsea nel 2009-2010: l’allenatore romagnolo lasciò la Premier al termine della stagione 2010-2011, con la sua ultima gara in terra inglese disputata proprio contro l’Everton, poco più di otto anni e mezzo fa (sconfitta per 1-0 a Goodison Park il 22 maggio 2011). Ancelotti, del resto, è uno degli allenatori più vincenti della storia del calcio (20 i trofei sin qui conquistati, tra cui ben tre Champions League, un primato condiviso con Bob Paisley e Zinédine Zidane) e avrà sicuramente voglia di riscattarsi immediatamente.
In un anno e mezzo all’ombra del Vesuvio, il tecnico di Reggiolo è riuscito a convincere soltanto a sprazzi, commettendo alcune scelte discutibili, tra cui un turnover spesso e volentieri eccessivo e la decisione di puntare su un sistema di gioco che non solo non ha valorizzato molti dei talenti a sua disposizione, ma ne ha addirittura penalizzati parecchi. Non che il tecnico non abbia provato a sfruttare al meglio le potenzialità della rosa: semplicemente, tra infortuni, difficoltà di alcuni di giocatori di adattarsi alle sue idee calcistiche e situazioni a dir poco particolari, l’avventura di Ancelotti alla corte di De Laurentiis è durata molto meno del previsto e, soprattutto, non ha portato i risultati auspicati da società e tifoseria.
Il suo arrivo a Napoli era stato celebrato in pompa magna dai tifosi azzurri e anche da gran parte dei sostenitori di altre squadre e/o semplici appassionati, che non vedevano l’ora di rivedere Carletto all’opera in Italia dopo poco meno di dieci anni tra Inghilterra, Francia, Spagna e Germania (Chelsea, Paris-Saint Germain, Real Madrid e Bayern Monaco tra il 2009 e il 2018, con undici trofei vinti complessivamente, tra cui una Champions League, la decima nella storia del Real, ma anche tre esoneri, di cui due consecutivi).
Al di là di alcune gare in cui si è vista nettamente la sua inconfondibile mano (basti pensare alla doppia sfida col Liverpool quest’anno in Champions League), però, Carlo Ancelotti non è riuscito a dire la sua in quel di Napoli, perdendo definitivamente le redini della squadra e della situazione dopo il rifiuto dei giocatori di rispettare il ritiro imposto dal presidente De Laurentiis all’indomani del pareggio in campionato col Genoa dello scorso 9 novembre (0-0 al San Paolo).
Anche l’Everton vive un momento tutt’altro che semplice, ma gli inglesi daranno carta bianca a Ancelotti in vista del mercato di gennaio: sarà lecito, dunque, aspettarsi acquisti di qualità e spessore ad aggiungersi ai vari Richarlison, Pickford, Calvert-Lewin, Digne, Sidibé, Keane, Iwobi, Walcott, Sigurdsson e l’ex Juventus Moise Kean, solo alcuni tra i tanti calciatori di livello che militano tra le file dei Toffees. Questi ultimi non retrocedono in seconda serie addirittura dal 1951 e militano nel massimo campionato inglese dal 1954.
In attesa dell’annuncio ufficiale dell’accordo tra le parti, Carlo Ancelotti è già focalizzato sulla sua nuova avventura, la sua decima in carriera, intrigante e affascinante da un lato, complicata e insidiosa dall’altro: risollevare le sorti di una squadra partita malissimo quest’anno e che non prende parte a una coppa europea dal 2014-2015, anno in cui arrivò agli ottavi di Europa League (l’ultimo anno di trionfi risulta il 1994-1995, stagione in cui il club mise in bacheca la FA Cup e il Charity Shield), è infatti un compito tutt’altro che scontato.
Quel che è fuori di dubbio è che l’Everton abbia una rosa di notevole qualità e che meriterebbe ben altri piazzamenti rispetto all’attuale sedicesimo posto in classifica: basterà l’arrivo di Ancelotti per scalare posizioni e tornare a competere per traguardi ben più prestigiosi della salvezza? Ai posteri, o meglio, a Carletto, che sta per tornare a indossare i panni di King Carlo, l’ardua sentenza.
60 anni compiuti lo scorso 10 giugno, Carlo Ancelotti ha deciso di ripartire subito per dimenticare l’amara conclusione dell’avventura col Napoli. Una scelta coraggiosa, anche perché non è da tutti passare da un campionato all’altro nel giro di pochi giorni. Per uno come lui, abituato a girare il mondo con successo, però, si tratta soltanto dell’ennesima sfida, forse la più suggestiva della sua lunga e appassionante carriera da allenatore. Appuntamento a sabato prossimo per la sfida interna, ironia della sorte, proprio contro l’Arsenal, che pareva essere la favorita numero uno per strappare Ancelotti alla folta concorrenza e che invece lo ritroverà quasi sicuramente di fronte da avversario tra pochissimi giorni a Goodison Park.
Dennis Izzo
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