Una gara anomala, quella di Singapore, che regala emozioni più per la tensione ad ogni giro che per le battaglie in pista. A vincere è Sebastian Vettel, 392 giorni dopo il GP del Belgio di un anno fa. La prima vittoria stagionale per il tedesco arriva dopo un week-end dai sapori contrastanti. Il giro da campione del sabato era stato vanificato da un super crono del giovane compagno di squadra. Lo stesso Leclerc, partito dunque in pole, ha poi perso la leadership a causa dei pit-stop, subendo un’undercut inaspettato. Vettel è bravo a gestire le curve del circuito cittadino, mantenendo il monegasco a distanza di sicurezza (con paure di Binotto annesse per eventuali attacchi improvvisi del 16). Alla fine dei 61 giri è doppietta Ferrari, proprio nel circuito che non ti aspetti.
Completa il podio un solido Verstappen, che da questa gara non poteva davvero aspettarsi di più. Male, malissimo le Mercedes: da favoriti del week-end sbagliano la strategia ai box e solo rallentando Bottas permettono a Hamilton di finire in quarta posizione. Mai così in difficoltà l’inglese, che però non ha granchè di preoccuparsi in ottica mondiale grazie alla prima (incredibile) parte di stagione. Bene Norris e Gasly, i primi 2 degli “altri”, mentre per il nostro Giovinazzi un altro decimo posto, segno che il manico e la solidità per un sedile come quello dell’Alfa ci sono eccome.
Al via gran partenza di Leclerc, che mantiene la posizione su Hamilton, che invece viene ingaggiato da Vettel. Dietro le posizioni rimangono più o meno le stesse. Ricciardo e Russel si toccano più dietro, mentre Sainz fora, rovina il fondo e già al primo giro è praticamente finita la gara dello spagnolo, ancora una volta a 0 punti dopo un gran weekend (settimo in tutte le sessioni). Primi giri di controllo, con tempi 13 secondi più lenti da quelli di qualifica: Leclerc controlla da leader, poi Hamilton, Vettel, Verstappen, Bottas, Albon. Completano la top 10: Norris, un gran Giovinazzi, Magnussen e Gasly.
Primi pit-stop già dal 13esimo giro. Vettel è il primo dei big a entrare e questa è la mossa che alla fine farà davvero la differenza. Il tedesco viene accompagnato da Verstappen: entrambi escono con gomma bianca. Il 5 fa segnare con pista libera un grandissimo crono, guadagnando tantissimo sia su Hamilton che sul compagno di squadra. Proprio Leclerc si ferma un giro dopo e all’uscita dalla pit-lane è incredibilmente dietro. Giovinazzi è al momento terzo, mentre la Mercedes fa fermare solo Bottas, al giro 23. 4 giri dopo è il turno di Hamilton, che proprio non ne ha più. L’inglese perde un’enormità dalle Ferrari e quando rientra in pista è addirittura dietro Verstappen (e a un non nulla da Bottas quinto, costretto a girare a tempi da dinosauro). Da segnalare Giovinazzi che per la prima volta in carriera conduce un Gran Premio di Formula 1.
Al giro 29 comincia il valzer dei sorpassi di Vettel: prima Stroll, poi 2 giri dopo mette i muscoli su Gasly rischiando ma convincendo come i giorni che furono. Infine al giro 32 arriva l’agevole sorpasso su Giovinazzi, pilota dell’accademy Ferrari. Leclerc e Verstappen sopraggiungono un giro più tardi e proprio il primo cerca di dare il massimo per dimostrare di poter stare davanti al compagno. Al giro 36 crash tra Russel e Grosjean (con responsabilità del primo): è safety-car, la prima della gara.
Il distacco di 4 secondi tra Vettel e Leclerc si annulla e Binotto comincia a sudare freddo: sa che il monegasco ha sulle corde l’attacco alla staccata. Lo sa e nei 5 giri di SC è un susseguirsi di team radio tra il muretto e le due monoposto. Alla fine si conclude con un salomonico “Attacca, ma usa la testa“. Leclerc alla ripartenza non ne ha, mentre Vettel dimostra un passo d’altri tempi. Più indietro la classifica recita: Verstappen terzo, poi Hamilton, Bottas (che sembra averne di più), Albon, Norris, Magnussen, Raikkonen e Perez. Giovinazzi da primo viene notevolmente penalizzato dalla strategia del muretto, rientrando addirittura 15esimo un giro prima della safety. Tanta sfortuna ma non è ancora finita.
Al giro 45 altra Safety Car, a causa di Perez che posteggia la sua Racing Point. Male la ex Force India, che sembra avere non pochi problemi di affidabilità. Si riparte al giro 48, con i primi 6 che non cambiano posizioni, poi a seguire Norris, Gasly, Hulkenberg e Magnussen. Al giro 50 altro contatto, stavolta tra Kvyat e Raikkonen, con il finlandese che fa segnare il terzo 0 consecutivo. La safety-car fa ricompattare il gruppo per la terza e ultima volta, rientrando al giro 52.
Vettel e Leclerc martellano come dei folli: entrambi vogliono la vittoria ma l’interesse principale va per la scuderia, che vuole una doppietta senza rischi. Leclerc fa segnare il miglior crono al giro 53, mentre Vettel fa meglio del compagno al giro 55. La tensione si taglia col coltello tra Binotto e collaboratori, ma il tedesco continua con un ritmo folle e stacca di due secondi il compagno.
Alla bandiera a scacchi è una festa tutta rossa. Leclerc sembra contrariato e scuote la testa, ma per l’intera squadra è una festa generale, dato che non faceva segnare una doppietta da ben 2 anni. Il monegasco, pilota del momento, si dimostra più calmo e razionale al podio “So che non è stata una decisione contro me, ma per la squadra. Giusto così, dovrebbe essere sempre così, anche se in macchina non comprendevo la scelta“. Vettel, invece, è un mix di grande commozione e gioia: gli errori da un anno a questa parte sono stati tanti e le critiche non sono mancate. Gli occhi lucidi parlano già per sè, segno che non conta quante volte cadi, ma quante volte cadi e ti rialzi. E Vettel sembra essersi rialzato, sebbene con tante difficoltà.
Parlando di dati si conferma la tendenza: a Singapore vincono solo campioni del mondo, segno che per Leclerc il big moment della sua carriera deve ancora arrivare. Per Vettel è la quinta vittoria a Marina Bay, mentre la Ferrari è la prima squadra a far segnare una doppietta in questo circuito. Il cavallino sembra rinato in questa seconda parte di stagione: mai dopo la sosta tanta solidità e velocità. Resta dunque il rammarico per una prima parte di stagione orribile, con segnali importanti per il 2020. Ormai il mondiale sembra definitivamente andato, con Hamilton e la Mercedes non al top ma ormai sicuri del sesto mondiale per il 44. Speriamo che dopo questa bella tripletta Ferrari non sia il solito “ci riproviamo l’anno prossimo” senza poi riscontri all’atto pratico. Appuntamento a Sochi, tra soli 7 giorni, pista mai favorevole per la rossa, ma sognare ancora non costa nulla.
Francesco Mascali
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Proprietario, editore e vice direttore di Voci di Città, nasce a Catania nel 1997. Da aprile 2019 è un giornalista pubblicista iscritto regolarmente all’albo professionale, esattamente due anni dopo consegue la laurea magistrale in Giurisprudenza, per poi iniziare la pratica forense presso l’ordine degli avvocati di Catania. Ama viaggiare, immergersi nelle serie tv e fotografare, ma sopra tutto e tutti c’è lo sport: che sia calcio, basket, MotoGP o Formula 1 non importa, il week-end è qualcosa di sacro e intoccabile. Tra uno spazio e l’altro trova anche il modo di scrivere e gestire un piccolo giornale che ha tanta voglia di crescere. La sua frase? «La vita è quella cosa che accade mentre sei impegnato a fare altri progetti»