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Dopo appena sette giorni Charles Leclerc vince la sua seconda gara in carriera e lo fa nel circuito più amato dai tifosi Ferrari: Monza. Il 16 del Cavallino ha condotto magistralmente la corsa per tutti i 53 giri resistendo ai tentativi di Hamilton prima e di Bottas poi. Guida, lotta e fa le spalle larghe anche quando l’inglese della Mercedes prova a superarlo alla variante della Roggia, costringendo il 44 ad andare lungo e perdere cosi del tempo prezioso. Male, anzi pessimo, Sebastian Vettel, non solo per l’errore grave alla variante Ascari, ma anche e soprattutto per il modo quasi assassino di rientrare in pista colpendo Stroll che stava arrivando a oltre 250 km/h. Bene il nostro Giovinazzi a punti.
Charles Leclerc, 10 e lode: Con bacio accademico annesso. Tutta la gara in testa, tranne quando Bottas gli è stato davanti per il gioco dei pit stop. Bravissimo poi a resistere alla pressione di avere ben 5 titoli mondiali a meno di mezzo secondo per oltre 30 giri, respingendo tutti gli attacchi delle frecce d’argento. Cattivo (sportivamente parlando) e freddissimo pure nel guidare con una bandiera bianco nera sulle spalle a causa della manovra su Hamilton alla seconda variante. Il monegasco vince dunque a Spa e a Monza a bordo di una Ferrari, l’ultimo a riuscirci fu un certo Micheal Schumacher. Che sia d’auspicio. Chapeu Charles.
Valtteri Bottas, 9; Ottimo spunto in partenza per il finlandese che affianca il suo compagno di squadra alla prima staccata salvo poi non avere il vantaggio della traiettoria andando verso Biassono. Si gode da una posizione privilegiata la battaglia fra Lewis e Charles, salvo poi rientrare in lotta per la vittoria grazie al pit stop leggermente ritardato che gli ha permesso di avere una gomma più fresca. L’errore alla prima variante ci ha tolto l’emozione di una possibile battaglia nei giri finali ma lui è sempre lì.
Lewis Hamilton, 8.5: Temeva Monza per i suoi rettilinei e per la velocità della Ferrari salvo poi rimanere attaccato al posteriore della SF90 per decine di giri senza mai però trovare lo spunto giusto. Per anni ha invocato i corpo a corpo e li sta trovando con Leclerc e Verstappen, forse patendoli più di quanto immaginasse. Commette un errore alla prima variante perdendo la possibilità di lottare con il ferrarista e lanciando la rimonta di Bottas. E’ umano anche lui. Buon punto extra per il giro veloce, il sesto titolo mondiale è sempre più a portata di mano.
Daniel Ricciardo, 8: Finalmente può sorridere l’australiano di casa Renault. Ottima qualifica e gara solida, dimostrazione che se ha una macchina competitiva, il buon Daniel dimostra di saperci fare. Sorpassa il compagno di squadra sul rettilineo al giro 5 e conquista un quarto posto che fa tanto morale, anche se un talento del genere meriterebbe altro.
Nico Hulkenberg, 7.5: solido e costante oggi Nico. Si gode da una posizione privilegiata il ruota a ruota fra Hamilton e Leclerc alla variante della Roggia, tanto da distrarsi e andare lungo quando il ferrarista respinge prepotentemente l’attacco dell’inglese.
Alexander Albon, 7: Seconda gara a punti per il pilotino della scuola RedBull. Sfrutta a pieno il disastroso weekend di Vettel e l’unsafe release di Sainz per terminare la gara in sesta posizione. Come una formichina porta a casa punticini importanti per lui e per la scuderia. Bravo ragazzo.
Sergio Perez, 8: Ottima gara di rimonta del messicano che partiva 15esimo a causa di un problema al suo motore Mercedes. Arriva ampiamente in zona punti con una Racing Point molto competitiva fra i rettilinei di Monza. Meriterebbe una chance in un top team? Molti risponderanno che l’ha già avuta, nel 2013, in McLaren. Quella vettura non era sicuramente all’altezza e un manico del genere come seconda guida potrebbe tornare molto utili a chi cerca tanta solidità per i costruttori.
Max Verstappen, 7: Parte dal fondo causa sostituzione della power unit, mentre il sabato non riesce comunque a girare per delle perdite di potenza. In gara arriva ottavo e porta la Redbull in zona punti, nonostante la dormita in partenza con il contatto con una vettura che lo precedeva. Da lui ci aspettavamo molto di più.
Antonio Giovinazzi, 7: Smaltita la delusione per essere rimasto fuori dalla Q3 per appena due millesimi, il pilota originario di Martina Franca porta la sua Alfa Romeo in zona punti dopo quello conquistato in Austria. Un nono posto vitale per il morale e per la classifica. Il piede c’è, serve la costanza di rendimento. Animo Antonio, che quel sedile può essere ancora tuo.
Lando Norris, 7.5: Il ragazzino va forte sui social ma anche in macchina. Soffre tantissimo al sabato ma la domenica per lui è sempre un’altra storia. Punticino utile per la Mclaren visto pure il disastro ai box con Sainz.
Pierre Gasly, 6: Gara al di sotto delle aspettative. Se vuol riconquistare la fiducia di Helmut Marko dovrà fare molto più di così. Non ha ancora del tutto digerito la sua retrocessione ma le gare passano e il tempo scade, sarebbe un peccato: parliamo sempre di un bel manico nonchè il campione del mondo della Gp2 nel 2016. Merita rispetto e fiducia, ma deve dimostrare di avere delle spalle larghe, che fin qui sono mancate.
Lance Stroll, 5.5: Il canadese stava costruendo una delle sue gare solide dove portava la vettura comodamente a punti. Sebastian Vettel, centrandolo sul posteriore (grazie allo stesso canadese, abile a spostarsi all’ultimo secondo) e costringendolo ad andare sulla ghiaia e girarsi. Commette lo stesso errore del tedesco qualche istante più tardi rischiando di spedire una Toro Rosso a muro. Rimandato, anche se di poco.
Sebastian Vettel, 3: Commette errori da novellino che certamente non ti aspetti da un quattro volte campione del mondo. Sbaglia la partenza e si fa infilare da una Renault, poi si gira da solo e quasi provoca un incidente che sarebbe potuto essere molto più pericoloso. Pasticcia e non mette una pezza. Urge un cambio di rotta, perchè vedere un talento del genere martoriato da questi errori fa male. Il tempo passa, gli sbagli in gara si accumulano e il gradino più alto del podio manca da oltre un anno. Salvate il soldato Seb.
George Russel, 6: Altra bella gara dell’inglese, non finisce ultimo e inokgr si toglie lo sfizio di finire davanti a un campione del mondo. Sarebbe bello vederlo protagonista in mezzo al gruppo con qualche macchina di media classifica.
Kimi Raikkonen, 4: Weekend da incubo: il venerdì va a muro, ripetendosi in qualifica con l’incidente alla Parabolica che lo obbligherà a partire dai box. Vorremo pure sapere se in Alfa si ricordano le regole: la penalità di 10 secondi di stop and go a causa della partenza con un set di gomme errato è la ciliegina che completa un weekend disastroso per il suo lato box.
Romain Grosjean, 5: Impalpabile. Un pò per colpa sua e un pò per via di una Haas concepita male. Finisce nelle retrovie e probabilmente sta finendo anche la sua carriera in F1. Hulkenberg sembra alle porte ormai.
Robert Kubica, 5: -7 gare alla fine, non c’è altro da dire.
I ritirati
Daniil Kvyat, 5.5: Si impegna ma viene abbandonato dal suo motore Honda.
Kevin Magnussen, 5: Costretto al ritiro a pochi giri dalla fine, ma il discorso non è tanto diverso da quello di Grosjean. Certo stiamo parlando comunque di un pilota molto più costante, talentuoso e solido quindi per lui il sedile sembra salvo.
Carlos Sainz, 6: Incolpevole. I meccanici sbagliano ai box non fissandogli bene l’anteriore destra e rovinandogli la gara. Per lui è già la seconda volta a quota 0. Un vero peccato.
Antonio Maimone
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