I play out prima erano solo uno spettro per il Catania. Un pensiero lontano ma che comunque poteva essere possibile, da prendere in considerazione per una pure questione matematica vista la finale di Coppa Italia conquistata con fatica.
Visti gli ultimi 3 mesi la sensazione è che quella serata contro il Rimini sia stata una piacevole eccezione a una stagione disastrosa, forse la peggiore della recente storia rossoazzurra.
E dunque quel pensiero lontano diventa sempre più una paura costante che qualora si dovesse materializzare (in attesa delle partite di Sabato) rischierebbe di diventare un vero e proprio dramma sportivo.
Il primo tempo contro il Giugliano fa ben sperare le decine di migliaia di tifosi costretti al divano in un atipico giovedì sera di fine marzo. Un bel goal di Cianci, alla ricerca del riscatto condito da una prestazione sufficiente dei suoi compagni. Non è molto ma è grasso che cola visto il periodo.
Poi nella seconda frazione la luce si spegne improvvisamente. Prima il rocambolesco pareggio dei campani, quindi il sorpasso. Il Catania prova a rimettersi in carreggiata con Bouah. La doppietta di Salvemini fa invece sprofondare il Catania in un baratro che sembra senza fine.
I pochi addetti ai lavori presenti non fanno mancare il disappunto per una condotta arbitrale da 4 in pagella. Non è la serata giusta per cercare alibi, ma anzi, una squadra ben attrezzata per la categoria dovrebbe andare oltre alle lampanti mancanze di una classe arbitrale che fa già acqua nella massima serie, figuriamoci in C. Arroganza e incompetenza sono merce ormai diffusa, con buona pace dei vari “Inzaghi” che parlano di una categoria d’eccellenza per il nostro calcio.
La squadra più dotata tecnicamente, con un monte ingaggi stellare per la categoria, cade sotto i colpi di una squadra operaia e le nefandezze del direttore di gara. Non si scopre certo oggi perché la terza serie risulta essere una palude proprio per le squadre più blasonate del nostro calcio.
L’aria che aleggia sulla squadra di Zeoli è quanto meno preoccupante. Il gruppo squadra sembra sempre più scollato, con tante individualità incapaci di reagire alle difficoltà dei 90 minuti. Dopo la cavalcata dello scorso anno il vero dramma sportivo potrebbe non essere solo l’accesso ai play-out bensì tutto ciò che potrebbe emergere dalle conseguenti partite.
Francesco Mascali
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Proprietario, editore e vice direttore di Voci di Città, nasce a Catania nel 1997. Da aprile 2019 è un giornalista pubblicista iscritto regolarmente all’albo professionale, esattamente due anni dopo consegue la laurea magistrale in Giurisprudenza, per poi iniziare la pratica forense presso l’ordine degli avvocati di Catania. Ama viaggiare, immergersi nelle serie tv e fotografare, ma sopra tutto e tutti c’è lo sport: che sia calcio, basket, MotoGP o Formula 1 non importa, il week-end è qualcosa di sacro e intoccabile. Tra uno spazio e l’altro trova anche il modo di scrivere e gestire un piccolo giornale che ha tanta voglia di crescere. La sua frase? «La vita è quella cosa che accade mentre sei impegnato a fare altri progetti»