Pochi giorni fa, Gonzalo Higuaín ha annunciato ufficialmente la propria intenzione di ritirarsi dal calcio giocato al termine della stagione di MLS. 35 anni da compiere il prossimo 10 dicembre, l’attaccante argentino ha trascinato l’Inter Miami ai playoff a suon di gol: 16 in 27 partite sin qui nell’attuale regular season, tra cui la recente doppietta nel 4-1 rifilato all’Orlando City. In America, il Pipita ha dato sfoggio delle sue migliori qualità tecniche, tanto che in molti tra appassionati e addetti ai lavori lo ritengono un calciatore ancora in grado di fare la differenza ad alti livelli in Europa.
Gonzalo Higuaín con la maglia del Real Madrid. Con i blancos ha vissuto l’esperienza più lunga in carriera: sei anni e mezzo.
Un percorso, quello nel calcio del Vecchio Continente, che per Higuaín si è chiuso definitivamente nel 2020, dopo ben tredici anni e mezzo tra Real Madrid, Napoli, Milan, Chelsea e Juventus. Cresciuto nelle giovanili del River Plate, il classe ‘87 attira sin da subito l’interesse dei principali top club europei. A sbaragliare la folta concorrenza è il Real Madrid, che nel gennaio 2007 lo aggrega a un gruppo già ampiamente ricco di talento e guidato dall’esperto Fabio Capello. L’avvio della sua avventura in Spagna è tutt’altro che semplice, anche e soprattutto perché nel suo ruolo i blancos possono contare su autentici fenomeni del calibro di Robinho, Van Nistelrooy e capitan Raúl, ma nel 2008 il suo minutaggio aumenta in maniera piuttosto consistente e ciò gli permette di raggiungere la definitiva consacrazione tra i grandi.
Higuaín chiude l’annata con ben 24 reti in 44 presenze. L’anno dopo, nonostante gli arrivi di Cristiano Ronaldo e Karim Benzema, mette a referto 29 gol in 40 gare, confermandosi il miglior realizzatore del Real in Liga, nonché uno dei migliori attaccanti al mondo. Le sue prestazioni gli valgono anche la convocazione in Nazionale, con cui prende parte ai Mondiali di Sudafrica 2010, dove l’Argentina, guidata da Diego Armando Maradona, si ferma ai quarti con la Germania. Nella rassegna iridata, Higuaín è il miglior marcatore dell’Albiceleste con 4 reti, tra cui una tripletta alla Corea del Sud che gli permette di diventare il terzo giocatore argentino a segnare almeno tre gol in una partita dei Mondiali, dopo Guillermo Stábile (1930) e Gabriel Batistuta (1994 e 1998). Con l’arrivo di José Mourinho sulla panchina del Real Madrid nel 2010, continua ad essere un giocatore importante per il Real, seppur oscurato in parte da Cristiano Ronaldo e Karim Benzema.
Gonzalo Higuaín festeggia il record di 36 gol in Serie A, stabilito con una tripletta in Napoli-Frosinone 4-0 il 14 maggio 2016.
Nell’estate 2013, dopo ben 264 presenze e 121 reti tra campionato e coppe, numeri impreziositi da sei trofei (tre Liga, due Supercoppe nazionali e una Coppa del Re), lascia la capitale spagnola per approdare a sorpresa al Napoli di Rafa Benítez, dove è chiamato a raccogliere la pesante eredità di Edinson Cavani. In azzurro, si impone sin da subito come uomo copertina e al terzo anno all’ombra del Vesuvio si rende autore di una stagione storica, segnando ben 36 reti in 35 presenze in campionato. Un record, quello di reti in una singola edizione della Serie A, che resisteva addirittura dal 1950, quando Gunnar Nordahl chiuse il campionato a 35 gol con la maglia del Milan.
Il 14 maggio 2016, in occasione dell’ultima giornata del torneo, Higuaín riscrive definitivamente la storia con una tripletta al Frosinone che contribuisce in maniera determinante al 4-0 con cui il Napoli stacca il pass per la fase a gironi di Champions League. Proprio il match che rende definitivamente il Pipita uno dei migliori giocatori della storia del Napoli è anche l’ultimo in maglia azzurra. Nell’estate 2016, le strade del numero 9 e della squadra guidata da Maurizio Sarri si separano, peraltro in maniera tutt’altro che silenziosa. Higuaín, infatti, approda a sorpresa alla Juventus, che paga la clausola rescissoria per assicurarsi le prestazioni del centravanti argentino. Ciò provoca un’enorme frattura tra il formidabile attaccante e la piazza partenopea, cui non va giù l’idea di vederlo andare a rafforzare un’odiata rivale dopo aver visto in lui il simbolo del riscatto e della possibilità di inaugurare un ciclo importante.
Gonzalo Higuaín non esulta dopo il gol segnato al Napoli con la maglia della Juve nella gara di campionato vinta 2-1 dai bianconeri il 29 ottobre 2016.
Higuaín, dal canto suo, a quasi 29 anni sente l’esigenza di vincere da protagonista, cosa che gli era riuscita soltanto in parte al Real Madrid a livello nazionale. In bianconero, è il terminale offensivo di una squadra che può contare sul talento del connazionale Paulo Dybala e del bosniaco Miralem Pjanić e sull’esperienza dei vari Buffon, Chiellini, Bonucci, Marchisio, Mandžukić e Khedira. Nelle prime due stagioni, il Pipita mette a referto 55 reti in 105 presenze complessive. In particolare, la prima annata a Torino, conclusa con 32 gol in 55 partite, risulta la sua seconda miglior stagione in Italia e i suoi gol in campionato fruttano ben 17 dei 91 punti totali della Juve, mentre nella seconda chiude a quota 23 marcature in 50 gare, tra cui la rete che completa la rimonta da 2-0 a 2-3 a San Siro con l’Inter nella sfida valevole per la trentacinquesima giornata di Serie A, che vede i bianconeri tornare in vetta alla classifica.
In entrambe le stagioni, inoltre, si scatena contro il Napoli: gol decisivo per il 2-1 finale il 29 ottobre 2016 a Torino (undicesima giornata di campionato), gol all’andata delle semifinali di Coppa Italia e doppietta al ritorno il primo anno, rete che vale l’1-0 finale al San Paolo in campionato l’anno seguente, per un totale di cinque gol in sei partite contro la sua ex squadra. Nell’estate 2018, complice anche l’arrivo di Cristiano Ronaldo, non risulta più fondamentale per la Juventus e si accasa in prestito al Milan. In rossonero, non riesce a fare la differenza e dopo appena sei mesi viene girato, nuovamente in prestito, al Chelsea, dove ritrova Maurizio Sarri, che lo aveva già allenato al Napoli nel 2015-2016, e vince l’Europa League, seppur non da protagonista. Nel 2019 torna alla Juve, convinto a restare proprio da Sarri, scelto come nuovo allenatore dai bianconeri in sostituzione di Allegri.
L’abbraccio tra Gonzalo Higuaín e Maurizio Sarri, l’allenatore con cui il Pipita ha vissuto la sua miglior stagione in carriera nel 2015-2016.
Nonostante ritrovi una discreta continuità d’impiego, totalizzando ben 44 presenze in stagione, i suoi numeri calano sensibilmente rispetto ai tempi d’oro (appena 11 gol tra campionato e coppe). Al termine dell’annata 2019-2020, condizionata dallo stop per Covid, lascia definitivamente il calcio italiano ed europeo per andare a chiudere la carriera in Major League Soccer, il massimo campionato statunitense, firmando con l’Inter Miami, società di proprietà di David Beckham, dove ritrova Blaise Matuidi, suo compagno di squadra alla Juventus per due stagioni. Proprio negli Stati Uniti, si chiude la carriera di uno dei migliori attaccanti della storia del calcio, capace di lasciare il segno in due continenti (Europa e America), otto squadre (sette di club e la Nazionale argentina) e di mettere insieme complessivamente 367 reti in 783 presenze, numeri che potrebbero lievitare ai playoff di MLS con l’Inter Miami, e quattordici trofei, di cui sei col Real Madrid, cinque con la Juventus (tre campionati e due Coppe Italia), due col Napoli (una Coppa Italia e una Supercoppa italiana) e uno col Chelsea (una Europa League).
Con l’Argentina, di cui è il sesto miglior marcatore di tutti i tempi con 31 gol, non ha avuto la sorte dalla sua parte, perdendo tre finali, di cui una della Coppa del mondo nel 2014 e due in Copa América, rispettivamente nel 2015 e nel 2016. Del resto, anche e soprattutto i campioni devono fare i conti con momenti complicati che ne mettono a dura prova la tranquillità e il rendimento. In questo senso, la scelta del Pipita di approdare in MLS non è stata, come avviene per molti altri calciatori, dettata soltanto dalla voglia di cimentarsi con una realtà completamente diversa rispetto a quella europea e/o da questioni economiche, ma dal desiderio di ritrovare quella serenità e spensieratezza che in Europa non riusciva più ad avere.
Higuaín ha segnato 31 gol con la maglia dell’Argentina: meglio di lui soltanto Messi, Batistuta, Agüero, Crespo e Maradona.
Perché se è vero che il successo nel calcio porta con sé gloria e fama, è altrettanto vero che i calciatori sono prima di tutto uomini con una vita che va ben oltre il campo di gioco. Farsi schiacciare dall’eccessiva pressione, purtroppo, è tremendamente semplice. Da questo punto di vista, Higuaín ha sempre lasciato parlare il campo. Nel suo repertorio c’era (c’è) tutto: colpo di testa, tiro, dribbling, senso della posizione, intelligenza tattica, altruismo. Il tutto unito a una dose abbondante di tecnica, che ha reso il Pipita non solo un micidiale goleador capace di fare reparto da solo, ma anche di svariare su tutto il fronte offensivo e dialogare efficacemente coi compagni.
“Dopo diciassette anni si conclude la mia carriera da calciatore professionista. Ringrazio chi ha sempre avuto fiducia in me. Il calcio mi ha dato tanto e mi sento un privilegiato per la carriera che ho fatto. Voglio raccontarvi la mia storia. Tutto è iniziato quando ero piccolo e giocavo col Club Atlético Palermo, poi ho debuttato tra i professionisti col River Plate, nel 2005, quando avevo appena diciassette anni. Poco dopo, il Real Madrid iniziò a chiedere di me. Le voci diventavano sempre più insistenti e quando mi comprarono stentavo a crederci. Ero un po’ nervoso, ma mio padre mi tranquillizzò dicendomi che avrei dovuto avere rispetto e ammirazione, non paura. Anche i miei anni in Italia sono stati splendidi, al Napoli sarò sempre grato, il terzo anno in azzurro è stato uno dei più belli della mia carriera. La Juventus mi ha reso il giocatore argentino più pagato di sempre, mi sono sentito privilegiato. Al Chelsea e al Milan sono stato per poco tempo, ma indossare le loro maglie è stato un onore. Ho fatto una carriera incredibile e sono grato a tutti quelli che hanno creduto in me.”, ha dichiarato il Pipita Higuaín nel corso della conferenza stampa in cui ha annunciato il ritiro, ripercorrendo le tappe principali di una carriera a dir poco leggendaria.
Dennis Izzo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.
“Se c’è un libro che vuoi leggere, ma non è stato ancora scritto, allora devi scriverlo.”