Il Veneto sulle orme della Gran Bretagna? Niente di tutto questo, parliamoci chiaro, ma quanto voluto (e approvato) dal consiglio regionale, potrebbe essere un’importante passo per l’autonomia regionale. Venexit, Sarebbe questo il nome usato per il referendum fissato nella prossima primavera, con chiari richiami alla votazione effettuata oltremanica nello scorso giugno, anche se, in realtà, il suffisso pare essere l’unica vera cosa in comune con quanto accaduto nella terra di Shakespeare e della Regina.
Il consiglio regionale veneto, che è formato per la maggior parte da esponenti della Lega e del centrodestra, ha approvato nella giornata del 6 dicembre un (contestatissimo) disegno di legge, che ridefinirebbe l’intero popolo della suddetta regione come “minoranza linguistica”, dunque ad una condizione di parità con i territori del Sudtirol e del Trentino. Il ddl 116, passato con 27 voti a favore, 16 contrari e 5 astenuti (tra i 16 esponenti del M5S e del PD, tra i 5 le rappresentanze di Forza Italia e Fratelli d’Italia), era stato proposto dai comuni di Grantorto, Segusino, Santa Lucia di Piave e Resana con un sostegno non indifferente dell’Istituto della lingua veneta.
Lezioni di dialetto offerte dalle scuole dell’obbligo; patente di “veneticità” obbligatoria per tutti i funzionari pubblici (specie quelli nati in altre regioni d’Italia), ottenibile grazie al superamento di un esame; imposizione dell’uso della lingua veneta (su cui si baserà l’esame citato un rigo sopra) in tutto il territorio da parte dei comuni della regione (tale uso comprenderebbe anche cartelli stradali e uffici pubblici). Sarebbero queste le sostanziali conseguenze che il referendum della prossima primavera potrebbe portare in Veneto: una terra che rappresenta uno dei patrimoni economici e artistici di maggior prestigio per il tricolore ma che, senza ombra di dubbio, continua ad allontanarsi da quell’identità italiana in cui gran parte della popolazione veneta non si è mai sentita partecipe.
Se dal lato dei fautori del suddetto disegno di legge si parla di un passo avanti strettamente legato ai diritti e alle risorse finanziare che verrebbero riconosciuti al Veneto; dal lato degli oppositori (specie del partito del PD) tale mossa da parte del consiglio regionale viene definita come «un’umiliazione per tutti i veneti, che non sono affatto una minoranza, ma un’operosa maggioranza italiana che ha dato il sangue per la patria». In mezzo a queste dichiarazioni, che sembrano voler continuare la diatriba tra le forze di destra e il Partito Democratico, si piazzano giuristi e linguisti, che pare abbiano più di qualche elemento da contestare al ddl 116: i primi affermano che la legge è chiaramente incostituzionale e verrà dunque bocciata dalla consulta; i secondi escludono invece l’esistenza di una “minoranza linguistica” in Veneto (essenziale per la tutela della Repubblica, secondo l’art.6), dato che in realtà non esisterebbe alcuna lingua veneta, ma circa dieci dialetti diversi che andrebbero a dividere le varie province della zona. La Venexit riuscirà a realizzarsi davvero? La palla passerà alla consulta e le prossime settimane saranno fondamentali per decidere se questo referendum regionale porterà davvero l’intero popolo veneto a votare nella primavera che ci attende.
Francesco Mascali
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Proprietario, editore e vice direttore di Voci di Città, nasce a Catania nel 1997. Da aprile 2019 è un giornalista pubblicista iscritto regolarmente all’albo professionale, esattamente due anni dopo consegue la laurea magistrale in Giurisprudenza, per poi iniziare la pratica forense presso l’ordine degli avvocati di Catania. Ama viaggiare, immergersi nelle serie tv e fotografare, ma sopra tutto e tutti c’è lo sport: che sia calcio, basket, MotoGP o Formula 1 non importa, il week-end è qualcosa di sacro e intoccabile. Tra uno spazio e l’altro trova anche il modo di scrivere e gestire un piccolo giornale che ha tanta voglia di crescere. La sua frase? «La vita è quella cosa che accade mentre sei impegnato a fare altri progetti»