Ritornano i viaggi spaziali alla riconquista della Luna, ma stavolta è l’Audi a disegnare i progetti dei velivolo lunare Lunar Quattro. Ma cosa ha spinto Audi a voler andare sulla Luna? Il motivo è il Google Lunar XPrize, un concorso in cui l’obiettivo è quello di far atterrare un rover sulla Luna, farlo muovere di almeno 500 metri sulla superficie e trasmettere sulla Terra immagini e video in alta definizione.
Pare che la nota casa automobilistica tedesca abbia ufficializzato da poco la sua partnership con una squadra partecipante alla gara e composta da ingegneri tedeschi, i Part-Time Scientists, finalista dell’evento organizzato da Google. Gli aspetti più tecnologici del progetto saranno affidati agli ingegneri della casa degli anelli. Il rover è realizzato quasi interamente in alluminio, alimentato da una batteria agli ioni di litio e da un pannello solare regolabile che fornisce energia ai quattro motori elettrici, utilizzati per far muovere le quattro ruote, e alle tre videocamere: una più complessa per analizzare i materiali trovati durante il suo percorso e due stereoscopiche per foto e video. Lunar Quattro sarà in grado di raggiungere una velocità approssimativa di 3,6 km/h e di percorrere senza troppi problemi la superficie dura e sterrata del nostro satellite. A esprimersi riguardo al progetto è Luca De Meo, responsabile vendite e marketing di Audi: «il concetto di una missione sulla Luna finanziata privatamente è affascinante. La nostra collaborazione vuole essere un segnale anche per altri partner. Un invito a contribuire con il loro know-how». Difatti, oltre che da Audi, il team tedesco è sostenuto da Nvidia, dall’Università Tecnica di Berlino, dall’Austrian Space Forum e dal Deutsches Zentrum für Luft- und Raumfahrt e.V., l’agenzia spaziale tedesca.
Il montepremi della competizione si aggira sui 30 milioni di dollari. Secondo i programmi del produttore, il Lunar Quattro sarà invitato sulla Luna, dopo un viaggio di 380.000 chilometri in cinque giorni, a dicembre del 2017. Il sito di atterraggio sarà a nord dell’equatore della Luna, stesso luogo dove, nel 1072 atterrò l’Apollo 17, ultima impronta dell’uomo sulla superficie del satellite.
Ciro Pappalardo
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