Dall’inizio dell’anno solare si registra un’escalation di soprusi e violenze senza precedenti nelle carceri brasiliane e adesso i riflettori sono tutti puntati su un sistema sempre più vicino al collasso. Dai rapporti diffusi nei mesi scorsi da enti istituzionali e organizzazioni non governative che operano sul territorio, sono emersi tutta una serie di dettagli cruenti e disumani. Un pessimo biglietto da visita per il quale la Repubblica Federale del Brasile, già messa a dura prova dalla recente crisi di governo, ha ricevuto una dura condanna da parte della Commissione Interamericana dei Diritti Umani.
Del resto, le immagini diffuse in questi giorni dai media di tutto il mondo si commentano da sole: detenuti letteralmente ammassati gli uni sugli altri, la totale assenza di acqua potabile con cui lavarsi e assistenza igienico-sanitaria di base, nonché le sconcertanti notizie di decapitazioni, abusi sessuali e casi accertati di cannibalismo avvenuti all’interno degli istituti penitenziari. Come se non bastasse, gli attivisti dello Human Rights Watch sono riusciti a documentare la cessione delle chiavi da parte delle guardie carcerarie agli stessi soggetti reclusi, alcuni dei quali esercitano una forma di potere presso le strutture, occupandosi della vendita di posti letto e assoldando altri detenuti per commercializzare la droga, spesso facendo leva su un linguaggio violento ed intimidatorio. Tra le strutture particolarmente a rischio vi è quella di Urso Branco, al confine con la Bolivia, dove nell’ottobre del 2015 sono scoppiate le prime rivolte dei detenuti, i quali hanno reclamato maggiore attenzione verso gli abusi e le pessime condizioni dei luoghi in cui si trovano a scontare le proprie pene. Questo istituto in passato era finito nel calderone mediatico in quanto spregevole teatro di massacri e carneficine di ogni tipo e non poco tempo fa è stato oggetto di una denuncia sporta dall’Ong Justiça Global.
Come si vede, il quadro della situazione è tutt’altro che rassicurante, in quanto le carceri brasiliane vengono spesso ritratte come un disgustoso ricettacolo di violenza e corruzione. Una lunga scia di sangue che trova origine principalmente nel sovraffollamento degli istituti, il che rende piuttosto difficile il lavoro alle autorità penitenziarie, alle prese con frequenti episodi di tensione tra detenuti impegnati nella disputa quotidiana di risorse limitate come cibo e materassi. A tal proposito, il governo brasiliano ha annunciato un piano che difficilmente vedrà la luce in tempi brevi, poiché il Paese è in recessione e la spesa pubblica è bloccata per vent’anni.
Gabriele Mirabella
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Ti piacerebbe entrare nella redazione di Voci di Città? Hai sempre coltivato il desiderio di scrivere articoli e cimentarti nel mondo dell’informazione? Allora stai leggendo il giornale giusto. Invia un articolo di prova, a tema libero, all’indirizzo e-mail entrainvdc@vocidicitta.it. L’elaborato verrà letto, corretto ed eventualmente pubblicato. In seguito, ti spiegheremo come iscriverti alla nostra associazione culturale per diventare un membro della redazione.